L’estate è la stagione delle possibilità, la stagione inquietante e irresistibile in cui tutto può accadere e la propria vita può cambiare per sempre. Soprattutto da ragazzi, a dieci anni (quasi undici). Anche quella che si prospetta essere la vacanza estiva più noiosa di sempre si rivela essere in fin dei conti fondamentale per conoscersi e riconoscersi, e per Mia sarà il primo incontro con se stessa. Mia e la voragine è il romanzo d’esordio di Diana Ligorio (Terrarossa edizioni, 2022), in uscita dal 20 ottobre, la moderna favola di una bambina che scopre l’esistenza. Se la favola di Alice s’intitola “Attraverso lo specchio”, quella di Mia è “Dentro la voragine”.
Chi entra nella voragine non può più fare ritorno, così dicevano. E io non c’avevo mai messo manco la testa dentro per vedere quanto profonda era quella gola.
«Mia e la voragine», quando scoprirsi è un’avventura
Mia Balestra non è per niente felice dell’estate che dovrà passare a Dolina, costretta dalla madre, la dottoressa Alma Distante (tutto attaccato). Ossessivamente concentrata sul lavoro, anche in questo paesino la madre, continuerà a svolgere il suo lavoro di pediatra. «Nella sua testa in paese c’era bisogno di lei», si dirà Mia. Dalla morte del padre, la madre non sopporta nemmeno l’idea di andare al mare.
Non se lo poteva perdonare se non tornava. Io invece le potevo perdonare che mi faceva fare tutte le estati in quel posto sperduto con lei che lavorava tutto il tempo e io non sapevo mai che fare. Ma nella mia, di testa, glielo potevo perdonare?
Sì, Mia la perdona, ma non basta. Vede l’egoismo nell’affetto della madre, l’odio oscura anche il più simbolico gesto e vede la superficialità nella figura di mamma a metà, distante come il suo cognome. Eppure, l’imprevedibile. Mia farà amicizia con i bambini-bestia, ragazzi della sua età che fino a quel momento aveva di gran lunga preferito ignorare, mentre adesso si rivelano essere uno specchio attraverso cui osservarsi. Attraverso gli occhi impertinenti dei suoi coetanei noterà la gamba che maldestramente trascina con sé. Non ha mai saltato, non sa andare in bicicletta, non si è mai chiesta il motivo? E perché la madre non le ha mai detto nulla? E il suo compleanno messo in secondo piano, rimandato per via di una celebrazione in onore della madre dottoressa, sarà la goccia che farà traboccare il vaso.
Nel muro c’era una crepa, la fissavo, l’anno prima quella crepa non c’era o forse stava lì da anni e ora la stavo vedendo per la prima volta. Pure i muri si erano rotti a sentire tutti i problemi dei pazienti di mia madre. Non ce la fanno più neanche i muri, crepano pure loro. E se si spaccano i muri, figuriamoci le bambine di dieci anni, quasi undici.
Il richiamo della voragine sarà una tentazione a cui non saprà resistere. Oltre il confine immaginario di Dolina, Mia si lascerà guidare verso un nuovo mondo nel tentativo di fuggire da una realtà meno trasognata e malinconica.
Un libro d’avventura per ragazzi e non solo, la storia di una bambina che sta diventando grande e che impara a fare i conti con la paura di cambiare, o almeno ci prova.
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Difendere il proprio lato eccentrico
Mia e la voragine (acquista) è un brevissimo romanzo consigliato a chi non hai spento l’infantile desiderio di ricreare la realtà. Se è pur vero che c’è sempre un piccolo adulto in ogni bambino, e un’anima immatura in ogni adulto, la voce impertinente di Mia sarà lo specchio in cui ritrovarsi. La voragine assume la forma dei propri problemi, un groviglio difficile da sciogliere ma impossibile da ignorare. Tanto vale buttarcisi a capofitto e sperare di sopravvivere nel tentativo maldestro di non affogare.
Come mi era venuto di ficcarmi in quel guaio? E mi sentivo talmente dentro le arterie della voragine che non sapevo più manco chi ero.
Un allucinante viaggio all’insegna della scoperta di sé. Più volte nella vita capita di guardarsi allo specchio e di scoprirsi diversi da come si immaginava di essere, così come scoprire che la propria vita fa parte di un gioco più grande, che trovare il proprio posto in mezzo agli altri ha dell’incredibile. E non basta un’estate per riuscirci, a volte nemmeno una vita intera. Se guardarsi finalmente allo specchio è doloroso, entrare nella voragine lascia senza fiato; ma è necessario per imparare a difendere il proprio lato eccentrico, stravagante, pur sempre ricco di umanità.