Nella lista dei grandi romanzi che si sfideranno per aggiudicarsi il Premio Strega 2024 nelle prossime settimane è presente anche Aggiustare l’universo di Raffaella Romagnolo (Mondadori). L’autrice, già finalista per il Premio Strega Ragazzi 2020 con Respira con me, torna nei luoghi della sua vita, tra cui Casale Monferrato, in questo romanzo storico che addolcisce uno dei tempi più complessi ma anche studiati della storia moderna: la Seconda Guerra Mondiale.
«Aggiustare l’universo»: la trama
Questo romanzo ci catapulta nella vita di due personaggi principali: Gilla – soprannome di Virgilia – ed Ester. Due figure femminili, storicamente lasciate ai margini della tragedia, che ora ne diventano protagoniste. Gilla è una maestra delle elementari che, per il primo anno dopo la guerra, deve rimettere in piedi una classe. Ester è una delle sue studentesse, con cui però la maestra non riesce a creare un legame: la bambina è bravissima a scuola, ma si rifiuta – o non le riesce – di parlare.
Insegnare non è spiegare, dettare, correggere, soffiare nasi, medicare ferite, dirigere cori, districare nodi, sgridare, punire. Insegnare è fare questo tutti i giorni. Nella sua testa, l’esperienza fatta a Genova nei primi anni di guerra non conta, perché, secondo lei, non era vera scuola.
Nel libro, non c’è una cronologia lineare, ma si alternano eventi e capitoli che riguardano la guerra e altri che ci riportano al periodo di pace successivo. Grazie a questo scambio tra passato e “presente” si comprendono meglio i personaggi di Gilla ed Ester e tutto il loro vissuto. Ciò che avviene in quel primo anno scolastico trova la sua logica – e si “aggiusta” – solo prendendo i pezzi dal passato. In questo puzzle di ricordi, appunti di future lezioni e vita in corso d’opera, le due tentano di ricomporre le proprie vite. Accettano, insieme, ciò che hanno passato; abbracciano, insieme, il loro presente; sperano, insieme, di poter andare avanti.
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Agli angoli della storia
Aggiustare l’universo non sceglie dei protagonisti già visti e rivisti. Ci sono, certo, menzioni alle più gravi tragedie della Seconda Guerra Mondiale, ma cerca di non addentrarsi troppo nel morboso desiderio di osservare la disperazione umana. A farla da padrona ci sono le nostre protagoniste, che hanno toccato con mano questi orrori, ma il mondo attorno a loro è riuscito a salvarle, per quanto possibile.
In primis, Gilla. Una ragazza vicina alla lotta partigiana, che s’innamora di Michele. Michele, il partigiano che quasi dimentica la sua missione per Gilla. La vede e niente è più lo stesso, né il mondo, né la guerra. Conta solo Gilla, dal momento in cui poggia lo sguardo su di lei. Gilla, dal canto suo, si ritrova spesso a pensare a Michele, a cosa le avrebbe detto, a cosa avrebbe fatto. Come avrebbe vissuto, lui, la vita dopo la guerra. Come si sarebbe comportato, lui, con le sue studentesse. Un ricordo dolceamaro che permea in tutte le pagine in cui Gilla si racconta, come un fantasma che da una parte la intristisce ma che dall’altra la rassicura e la culla in questa nuova vita che sta affrontando. Una maceria che l’aiuta a aggiustare il paese di Borgo di Dentro e creare qualcosa di nuovo.
Dentro l’involucro del corpo, solo un fluire tumultuoso, come di onda prossima a sciogliersi nel gran mare della vita.
Da contro, Ester. Una bambina a cui viene insegnato il nuovo nome di Francesca Pellegrini: una bugia, come tante altre, che lei non vuole dire. E così rimane muta, senza più il pericolo di poter rivelare qualcosa di scomodo. Ester non deve aggiustare l’universo, ma deve aggiustare il suo universo, la sua storia e la sua famiglia. Dispersa, senza sapere nulla di tutti gli altri: un nome falso, in più, non aiuta la ricerca. Solo un gattino, perso e solo come lei, diventa il suo unico affetto. Con lui, Ester si lascia andare e riesce di nuovo a parlare, a provare anche solo per un attimo ad essere sé stessa. Prova ad aggiustare la vita del gatto finché non arriva il momento di aggiustare la propria.
Capite perfettamente che non vorrei trovarmi qui. Capite anche voi, tutto considerato, che non siete contento di essere qui. Nessuno di noi vorrebbe essere qui. Di nuovo. Daccapo. E per sempre.
«Aggiustare l’universo»: lo stile
Romagnolo sceglie di mostrare la Seconda Guerra Mondiale con toni, anche se pur sempre drammatici, più dolci e riflessivi. Nella vita di Ester, il lettore è portato a costruire una forte empatia per un’infanzia che appare completamente distrutta e che man mano comincia a ricostruirsi. Gli affetti, nuovi e vecchi, che cominciano a circondare Ester sono un luce di speranza dentro i ricordi terribili che compongono la sua vita durante la guerra. Si desidera fortemente poter abbracciare questa bambina, ridarle ciò che merita e ciò che le è stato portato via.
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Ed è questo il desiderio, infine, anche di Gilla. “Aggiustare l’universo”, come le aveva detto Michele, sia in senso filosofico, ma anche in senso fisico. Aiutare le sue bambine, ma in ogni esperienza di vita, sia dentro che fuori la classe. Le lezioni che Gilla immagina di fare alle sue piccole studentesse sui pianeti e il cosmo diventano quindi simbolo e metafora della sua esperienza.
Per quel che la riguarda, Venere le sembra il nome perfetto. L’amore non pulsa, l’amore sta. Vespero e Lucifero, inferno e paradiso. Si trasforma, si muove. Ma l’amore, se è amore, resiste.
Una dolcezza importante
Aggiustare l’universo (acquista) diventa, quindi, un’opera di rilievo nella letteratura riguardante il secondo dopoguerra. Un romanzo diverso dal solito, ma che trova il suo spazio con la forza dell’empatia e della dolcezza, nel rapporto fra una donna e una bambina lasciate sole ma che non smettono di combattere, a loro modo, per trovare un nuovo scopo e una nuova strada per andare avanti.
Un libro che merita la sua candidatura, nata dalla proposta di Lia Levi. «Pagine e pagine di eccellente letteratura scorrono per arrivare a districare il drammatico segreto che ha spezzato una famiglia negli anni della guerra e della persecuzione contro gli ebrei»: così la scrittrice – già vincitrice del Premio Strega Giovani nel 2018 con Questa sera è già domani (E/O) – presenta il romanzo.
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