«Allegra» di Massimiliano Maggi, assenze da colmare con l’alcol

Storia di una sopravvivenza

7 minuti di lettura

Allegra (Alter Ego Edizioni) è l’esordio di Massimiliano Maggi, un romanzo di de-formazione. La storia di una ragazza di diciassette anni che affronta la vita con litri di alcol, sigarette e canne smezzate.

Perdersi, ritrovarsi, lasciarsi andare all’inaspettato e schiacciare dalla vita. Farsi del male per ricordarsi di essere ancora vivi, forse.

Allegra si presenta come una ragazza autosufficiente. È ancora troppo piccola per badare a se stessa? No, affatto. Lei è libera. Libera come Libero, il fratello che non ha mai conosciuto.

Allegra e Libero

Allegra ha solo tre anni quando Libero, il fratello maggiore, decide di scappare di casa. Nessuno sa dove sia finito, o quando tornerà. 

Quell’addio mai dato è l’inizio della fine

La madre, avvolta nella sua fragilità, si è spenta nel suo silenzio, nella magrezza, negli psicofarmaci che non vuole mai prendere. Il padre, un uomo buono («molto buono, ma, come spesso capita alle persone buone – forse troppo buone –, non si vuole molto bene»), si lascia stordire dall’alcol. Luna, la sorella maggiore, cerca di tenere insieme i brandelli di una famiglia in decomposizione, facendo i conti con i fantasmi che non mollano casa Manchi.

In fondo, questo cognome è di per sé un messaggio. Manchi. 

Libero, Manchi.

Intorno a loro, amici e familiari annegano nella provincia orvietana in cui gli abitanti vivono la loro anonima esistenza ma, chissà come, tutti sanno tutto. È il luogo dell’eterno passato, del perenne stato di noia che Allegra cerca di sopprimere in ogni modo possibile.

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La trama

Fare i conti con un’assenza sempre presente non porta mai a un bilancio esistenziale positivo. Tutto resta in rosso. Come il sangue, come il vino. 

Ed è dall’alcol che inizia questa storia (nel caso non si fosse capito), da una serata passata nel solito baretto del paese. Allegra incontra Sal, l’ex fidanzato. È un attimo di annebbiamento, si ritrova sul Ponte Giallo mentre Sal si strofina su di lei «come una cagnetta in calore.» Cerca di allontanarlo, di fermarlo, ma niente. Un barbone accorre in suo aiuto e la libera dalle sudicie mani di Sal. Chi è quel barbone? Non lo sa, eppure sente da subito una sorta di empatia nei suoi confronti.

Resta impresso nella sua memoria nei giorni a venire e, guardando una foto del fratello Libero, riconosce una cicatrice che il barbone ha nello stesso punto. Cicatrici, graffi che ci segnano e marchiano per sempre.

Quel barbone non può che essere Libero. Anni prima era scappato via, adesso si trova ancora una volta lì, ma nessuno lo sa.

La famiglia non è mai stata un luogo sicuro per Allegra, ma adesso hanno tutti bisogno di conoscere la verità. Ma… sono pronti a pagarne il prezzo? Sapranno affrontarla? 

Vivere è sopravvivere 

Questa faccenda della vita non è certo un viaggio in prima classe e, se ci mettessimo a sindacare su ogni stronzata, sarebbe anche peggio. Io credo nella profusione a ruota libera di arte illegittima. Non credo ai critici, credo solo ai poeti, ai rivoluzionari, a quelli che guardano una tela e la spaccano a testate, a quelli che vedono un piffero e lo suonano con il naso.

Con Allegra arriviamo a comprendere che “Vivere è sopravvivere” è, senza indorare la pillola, una delle più grandi cazzate mai sentite, eppure…

La sua è una sopravvivenza, è stare in equilibrio su un filo pronto a spezzarsi da un momento all’altro, è lasciarsi andare al proprio destino mentre i fantasmi del passato accendono un’altra sigaretta. 

Per raccontare brevemente i pensieri di Allegra non bastano queste poche righe, e neanche un libro è sufficiente. Apre la porta al suo mondo, alle sue quotidiane fatiche, tra una sbornia da smaltire e una bottiglia da finire; eppure c’è sempre qualcosa di non detto, qualcosa che non ci ha permesso di vedere o conoscere. 

Sorge spontaneo chiedersi… lei e la sua famiglia stanno davvero cercando una risposta? Hanno mai fatto qualcosa per cercare davvero Libero?

Il passato è tutto ciò che hanno, è una patina che oscura il presente. Eppure è come se fosse un segreto di cui tutti i personaggi preferiscono non parlare. Ogni dettaglio è un centesimo che rotola, rotola e rischia di cadere in un tombino.

E c’è un futuro di cui Allegra non parla, che non sogna. La sua personale sfida è il vivere il presente, giorno per giorno. Sopravvivere, in questo senso, sì. È la filosofia del tutto scorre

E, forse, è lo stesso per Libero. Da qualche parte, nel mondo – libero.

Perché leggere «Allegra»

Non si troveranno risposte, né tantomeno domande o comprensione. Allegra è un’amica che non sa bene come curare certe ferite ma ci prova, da circa una vita.

Allegra (acquista) è un romanzo consigliato a chi, in fin dei conti, si è sempre sentito un po’ un equilibrista sperduto, in una vita fatta di assenze e partenze, di sogni e pessime scelte.

Avvertenze: sentirsi un po’ sbronzi, tra le pagine di questo libro, è normale e altamente consigliato.

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Serena Votano

Serena Votano, classe 1996. Tendenzialmente irrequieta, da capire se è un pregio o un difetto. Trascorro il mio tempo libero tra le pagine di JD Salinger, di Raymond Carver, di Richard Yates o di Cesare Pavese, in sottofondo una canzone di Chet Baker, regia di Woody Allen.

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