È uscito lo scorso giugno Bestie affamate di Emanuele Ferretti, per i tipi di Caracò Editore. Il romanzo narra la storia di un giovane studente di arte, Mattia, che si invaghisce di un altro ragazzo, Pasquale detto Pascal, sviluppando nei suoi confronti una relazione morbosa.
«Bestie affamate»: la trama
È essenzialmente intorno a questo che ruota la storia raccontata in Bestie affamate: la dipendenza affettiva di Mattia nei confronti di Pascal, fin dal primo momento, nonostante la loro relazione duri in tutto appena un mesetto. Siamo di fronte alla storia di due persone che desiderano l’una dall’altra cose diverse, e per questo sono destinate a rimanere inappagate. Citando Jacques Lacan, «amare è dare ciò che non si ha a chi non lo vuole». Questa massima combacia alla perfezione con l’atteggiamento di Mattia nei confronti di Pascal. Convinto di avere finalmente trovato l’uomo della sua vita, pretende da lui una devozione e un attaccamento totali – ciò che lui non ha mai avuto da nessun altro e che sarebbe disposto a offrire a Pascal in eterno.
Pascal, però, prova tutt’altro sentimento. Per lui – in realtà bisessuale – Mattia è un’avventura, un diversivo che lo aiuta a lenire la nostalgia che prova per la sua compagna Elisa, partita in Erasmus. E forse anche a fare chiarezza sui reali sentimenti che prova… per lei. Emanuele Ferretti mette in scena una storia in fin dei conti dolorosa, in cui Mattia viene paragonato di continuo a Elisa e intuisce una verità che preferirebbe ignorare: non potrà mai competere davvero con lei. I suoi desideri e quelli di Pascal sono disallineati fin dal primo momento, e dovrà fare i conti con questa realtà scomoda.
Dialoghi e personaggi surreali
A dire il vero, dentro di sé Mattia è ben consapevole di questa realtà, anche se cerca in tutti i modi di ignorarla. La sua coscienza, però, trova un modo insolito di metterlo in guardia: d’un tratto i personaggi che disegna prendono vita – solo ai suoi occhi, si intende – e intavolano con lui dialoghi pungenti per aprirgli gli occhi. Il tutto in situazioni profondamente surreali, che a tratti ricordano il mondo immaginato da Lewis Carroll in Alice nel paese delle meraviglie.
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Sono una voce scomoda ma onesta, cui Mattia è obbligato a prestare ascolto. Per non sentire quel che non vuole sentirsi dire, nel periodo della relazione con Pascal tiene fuori dalla sua vita gli amici in carne e ossa, ma non può silenziare la sua coscienza. In un certo senso, queste colorite figure lasciano anche ai lettori un barlume di speranza per la situazione del protagonista: se una parte di lui, pur marginale e ignorata, sa che la storia con Pascal sarà fallimentare, allora non tutto è perduto. La sua storia non è già scritta, non è destinato ad annullarsi in nome di un amore che amore non è mai stato.
Un romanzo millennial in un mondo (ancora) offline
Bestie affamate è ambientato tra il 2006 e il 2007; i suoi personaggi, ventenni, sono dunque nati negli anni ’80 e appartengono alla cosiddetta generazione Y o millennial, di cui fa parte anche l’autore. Una generazione sentimentalmente precaria, che Emanuele Ferretti descrive alla perfezione. Mattia, Pascal, ma anche altri personaggi minori, forse vorrebbero una stabilità sentimentale, ma quello dell’Amore con la maiuscola sembra essere un mito da cui sono esclusi. Il massimo che possono fare è cercare un piacere fugace, consumare amplessi vacui con persone che, spesso, nulla contano nella loro vita. Sono, come dice il titolo del romanzo, bestie affamate che non riescono mai a saziarsi:
Il regno dei parassiti dell’amore prende da bere appeso a un collo di pelliccia, lontano dai graffi di chi cerca di difendersi, ma privato di qualunque evoluzione. Non ci resta che quello, e noi bestiacce affamate ce lo faremo bastare fino a capire che, sopra una gigante indifferenza, non siamo che il fastidio minuscolo e scabbioso, le affettuose inquiline ignorate, con la pretesa di una simbiosi teneramente unilaterale.
C’è poi un motivo in particolare che rende interessante la scelta di Ferretti di ambientare il libro negli anni ’00: ci riporta in un mondo offline. Certo, i cellulari esistevano già, ma erano ancora modelli con cui si poteva solo telefonare e inviare SMS. Soprattutto, non esistevano i social network. E ci resta una domanda: quanto sarebbe stata esacerbata la dipendenza affettiva di Mattia da Pascal nel nostro mondo iperconnesso, fatto di ghosting e ansia da spunte blu?
Diario di un’educazione sentimentale
Emanuele Ferretti costruisce il libro come un diario, mettendo una data precisa all’inizio di ogni capitolo. E in effetti questo è il diario della sua educazione sentimentale, che si compie con una serie di persone inevitabilmente sbagliate. Non ci è dato di sapere se, prima o poi, ne arriverà almeno una giusta. Degna di nota è l’appendice, intitolata «Bonus: apologia del difetto», in cui il narratore elenca le caratteristiche che apprezza in un uomo, tutte considerate di solito difetti. Ma, ormai dovrebbe essere chiaro, Bestie affamate (acquista) è la storia di un amore difettoso per definizione, destinato a non condurre da nessuna parte.
Lasciano invece perplessi molte delle scene erotiche descritte nel libro, che troppo spesso hanno ben poco di sensuale e lasciano trasparire solo un voyeurismo fine a sé stesso, che nulla aggiunge e nulla toglie alla storia. Forse l’intento era di dare una vena comica al libro, ma si sortisce l’effetto opposto, lasciando più che altro interdetti i lettori. In un romanzo incentrato su una storia d’amore, raccontare anche la vita sessuale dei protagonisti può essere una buona scelta. Ma calibrare bene le descrizioni, caricandole di sensualità e non di voyeurismo, sarebbe una scelta anche migliore.
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