L’altra faccia del sogno californiano

«California» di Francesco Costa

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California

«Selvaggia, sudata, importante, la terra dove gli amanti solitari, esiliati ed eccentrici si radunavano come uccelli, la terra dove chissà come tutti sembravano attori del cinema malconci, belli e decadenti»: con queste parole Jack Kerouac ritrae la California tra le pagine di On the road.

Terra promessa d’America, rifugio di sogni ed illusioni, trampolino verso un futuro colmo di speranze. Cosa rimane oggi dello sfavillante California Dream? Francesco Costa, giornalista e vicedirettore del Post, nel suo ultimo libro California, edito da Mondadori, prova a dare una risposta, svelando per la prima volta l’altra faccia del sogno americano.

Sognando la California

«Gli Stati Uniti», scrive Costa, «sono costruiti sull’ambizione, sull’andare oltre: sul mito della frontiera.» Fin dai tempi dell’inesauribile Gold Rush, la California ha sempre incarnato la promessa di un’opportunità: uno stato in cui duro lavoro e fortuna assicuravano una possibilità. Eppure, quasi due secoli dopo, il Golden State si trasforma in vittima e ha bisogno di essere salvato dal suo stesso successo.

Lo spirito avventuriero e pionieristico dei cercatori d’oro è rimasto, ma senza la purezza dell’Ottocento: all’epoca era una competizione tra disperati pieni di speranze, oggi tra veri squali.

Gli irrequieti, audaci avventurieri in cerca della “terra promessa” stanno pian piano scomparendo, ritrovandosi ancora una volta in fuga verso un sogno rinnovato che, al giorno d’oggi, in California non trova più spazio. La vertiginosa crescita economica del passato non ha prodotto solo benessere, ma ha generato enormi disparità, voragini incolmabili.

Il sogno in frantumi

La violenta crisi immobiliare, l’esorbitante numero di senzatetto, le disuguaglianze sociali e generazionali, l’emergenza climatica, il radicalismo politico, le realtà metropolitane sempre più complesse. Tra le pagine del suo libro, Costa restituisce un reportage spietato, smascherando la cruda realtà della California odierna: uno stato contraddittorio, in cui gli aspetti più mirabili, si rivelano essere i più problematici. Per citare Joan Didion:

L’apparente semplicità della vita in California è un’illusione. Quelli che credono sia vera sono qui soltanto temporaneamente.

Al giorno d’oggi, le persone che lasciano la California sono molte di più di quelle che la scelgono: per la prima volta la popolazione dello stato americano risulta sorprendentemente diminuita. Il sogno si è ormai tramutato in incubo e non resta altro che affidarsi alla strada e scappare.

Nessuno sceglie dove nascere, e non c’è niente di meno americano dell’idea di affidare al caso quello che è forse il singolo fattore più importante nel determinare il proprio percorso di vita: dove vivere.

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Californication

Costa esplora a fondo l’identità del Golden State: ne restituisce un ritratto attento e dettagliato, tratteggiandone la vertiginosa ascesa e la dolorosa incrinatura. California (acquista) costringe i suoi lettori ad interrogarsi sul presente e a riflettere sul valore universale della crisi californiana: un’urgenza che, sempre più, incombe ben oltre i confini americani.

Le domande che aleggiano attorno a questa strana crisi suggeriscono che oltre le specificità locali il fenomeno potrebbe avere radici più profonde, e toccare anche luoghi molto lontani dalla California che dovessero sperimentare gli stessi successi, la stessa moltiplicazione delle possibilità, la stessa prosperità, la stessa crescita economica. Insomma, potrebbe capitare anche a noi: soprattutto se le cose dovessero andare come tutti speriamo che vadano.

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Costanza Valdina

23 anni, nata a Perugia, studia letteratura americana all’Università Ca’ Foscari di Venezia. La descrivono come un’instancabile lettrice, un’incurabile cinefila e una viaggiatrice curiosa. Negli anni si è innamorata della scrittura e del giornalismo, ispirata dall’ideale che “pensieri e parole possono cambiare il mondo.”

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