«Cattive strade»: una moderna epica rurale

Annie Proulx racconta autentici spaccati di vita del Wyoming

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«Cattive strade» recensione libro Annie Proulx

«Quando si erano trasferiti il Wyoming gli era sembrato un posto civilizzato, ma gradualmente furono costretti ad ammettere di vivere in un posto che la gente dell’Est avrebbe considerato una periferia del mondo reale», riflette tra sé un personaggio dei racconti di Annie Proulx. Una terra primitiva, brutale: anima ancestrale delle terre americane.

Viene dipinto così il Wyoming tra le pagine delle short stories di Proulx: la scrittrice americana originaria del Connecticut, vincitrice del Premio Pulitzer, che ha fatto di questo stato il suo nido adottivo. Nel 2019, Minimum Fax dà il via alla pubblicazione integrale delle sue «Storie del Wyoming». Di recente pubblicazione è Cattive strade, secondo volume della raccolta.

Storie ordinarie di persone comuni

Elk Tooth è un piccolo paese sperduto nel bad dirt roads del Wyoming. Lì, la vita della comunità ruota attorno ai polverosi saloon in cui svariati personaggi si ritrovano a scambiare storie di vita al bancone. Raccontano dello loro esistenze ordinarie da persone comuni: titani di solitudine costretti al continuo confronto con la ferocia della natura che li circonda.

Il Wyoming di Proulx non ha niente a che fare con il mito del West. Non vi sono cowboy della rettitudine assoluta, dalla forza prodigiosa e dallo spirito incorruttibile. Al contrario, l’umanità che popola le pagine di Cattive strade si presenta orfana di quel passato mitizzato e spoglia di qualsiasi idealismo. Non rimane altro che una «baracconata del Far West».

Voci essenziali abituate al silenzio

Negli undici racconti della raccolta, prendono voce personaggi abituati al silenzio e all’azione concreta. Attraverso scambi essenziali, emergono timide le loro personalità decise, ruvide, estranee alla riflessione. Raccontano la dura legge della campagna americana, gli insoliti momenti di svago, la crudele realtà delle riserve indiane, i rari momenti d’intimità pieni di goffa tenerezza, il legame totalizzante con la terra, che si radica, indissolubile, in ognuno di loro.

Il suo possessivo si posava sui denti pallidi delle montagne distanti, sui canaloni e sui fiumi in secca, le lunghe gole riarse dalle quali affioravano punte di freccia e scalpelli indiani. Il suo amore per il ranch era l’emozione più forte che avesse mai provato, un sentimento stritolante tatuato sul cuore. Il ranch era suo. Era come se avesse bevuto da una coppa magica colma dell’elisir del possesso.

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Una moderna epica rurale

L’autrice americana riconosce il Wyoming come cornice della sua moderna epica rurale. Dipinge l’affresco di un terra in cui necessità e amoralità degli eventi dominano sovrane: un mondo memore di un passato mitizzato, ma ormai svuotato di qualsiasi gloria nella sua realtà paralizzata e refrattaria al cambiamento.

Emersero prove disturbanti del fatto che il peso di un passato difficile esercitava ancora una forza massiccia. Di tanto in tanto succedeva qualcosa di inesplicabilmente rurale: in una stradina secondaria un uomo era stato ucciso con un fucile d’antiquariato appartenuto al bisnonno dell’assassino; un nuovo arrivato dall’Iowa era uscito per un’escursione pomeridiana, e tornando a valle dalla Wringer Mountain era caduto in un burrone (…) rancher che si distraevano alla guida per guardare le vacche, uscivano di strada e si cappottavano. Tutto sembrava finire nel sangue.

In Cattive strade (acquista), ogni personaggio rinuncia all’individualità e si fonde nella coralità della propria terra, madre tiranna, «periferia del mondo reale». Proulx dialoga, indaga e s’identifica con il Wyoming dei suoi racconti, dando vita ad un personalissimo realismo magico ed affidando al lettore un autentico spaccato di vita americana.

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Costanza Valdina

23 anni, nata a Perugia, laureata in letteratura americana all’Università Ca’ Foscari di Venezia. La descrivono come un’instancabile lettrice, un’incurabile cinefila e una viaggiatrice curiosa. Negli anni si è innamorata della scrittura e del giornalismo, ispirata dall’ideale che “pensieri e parole possono cambiare il mondo.”

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