«Colmo se posso con altre anime, ma tu sei la mia» canta Madame in Respirare, uno dei brani più belli (e probabilmente più sottovalutati) del suo ultimo album, L’amore. E forse basterebbe questa frase semplice ma potentissima per raccontare il cuore della storia narrata in Come fosse successo, graphic novel di Lorenzo Coltellacci e Tamara Tantalo edito in Italia da Tunué dopo essere uscito originariamente lo scorso settembre in Francia per le Éditions Sarbacane con il titolo Comme si c’était arrivé.
«Come fosse successo»: la trama
Come fosse successo è un vero e proprio viaggio nei ricordi dell’anziano protagonista, Francesco, che ha inizio quando lui scopre per caso della morte di Sophie, una famosa fumettista francese. Per lui, però, Sophie non è stata solo una celebre autrice ammirata da tutti, ma anche (e soprattutto) un amore rincorso per tutta la vita e mai davvero afferrato.
Si sono incontrati tanti anni prima, quando ancora dovevano laurearsi entrambi, e tra loro c’è stata da subito una forte attrazione fisica e spirituale, che però non si è mai concretizzata in una relazione con tutti i crismi. Non sono mancate, nel corso degli anni, le occasioni di avvicinamento, ma fondamentalmente i due hanno vissuto esistenze separate. E, adesso che Sophie non c’è più, Francesco parte senza dire nulla a nessuno per un viaggio sulle sue tracce, in quella Costa Azzurra in cui una vita prima erano stati felici e tutto poteva ancora accadere.
Non aversi per non perdersi
Nella tavola riportata sopra scopriamo il patto che Sophie propone a Francesco – che, pur faticando a comprenderne il senso, accetta. La loro storia, eternamente cristallizzata nell’idillio di un weekend nel sud della Francia, non si trasformerà mai in una relazione sentimentale nel senso più comune del termine. Non sarà mai logorata dalla routine; Francesco e Sophie non arriveranno mai a sentirsi stufi l’uno dell’altra. Se non si sono mai avuti, non possono perdersi, spiega lei. Afferma di provare per Francesco un sentimento non incasellabile, da non corrompere trasformandolo in una storia “normale”.
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Citando la canzone di Madame, potremmo dire che Francesco colma questa mancanza con un’altra anima, quella di Giulia, che diventerà sua moglie e gli darà un figlio. E che però porta con sé un difetto irrimediabile: non è Sophie. Nessuna donna è Sophie. Il suo pensiero si trasforma col tempo in una sorta di rumore di fondo, fisso, con cui Francesco impara a convivere. Negli anni Sophie ricompare, a intermittenza, nei momenti più imprevedibili, e ogni volta il cuore di Francesco torna inevitabilmente all’unica persona verso cui, nonostante tutto, è sempre stato rivolto. In qualche modo, i movimenti delle anime di Francesco e Sophie ricalcano la vicenda narrata in questa poesia di Michele Mari, tratta dalla silloge Cento poesie d’amore a Ladyhawke:
Ti cercherò sempre
sperando di non trovarti mai
mi hai detto all’ultimo congedo
Non ti cercherò mai
sperando sempre di trovarti
ti ho risposto
Al momento l’arguzia speculare
fu sublime
ma ogni giorno che passa
si rinsalda in me
un unico commento
ed il commento dice
due imbecilli
«Due imbecilli», sentenzia lapidario Mari nell’ultimo verso della sua poesia. E in effetti il patto di “non aversi per non perdersi” presenta a Sophie e Francesco un conto salato: la condanna a una vita di rimpianti. Benché non si siano mai davvero avuti, non si sono mai nemmeno dimenticati. Sorge spontanea una domanda: l’amore sghembo dei protagonisti di questa storia meritava almeno un tentativo? Forse. Loro lo intuiscono quando ormai è troppo tardi per tornare sui propri passi, e in questo Lorenzo Coltellacci e Tamara Tantalo sembrano lasciare un monito ai lettori: a non vivere per inerzia una vita in cui non si riconoscono, a non perdersi dietro elucubrazioni e patti scellerati, a non lasciarsi sfuggire la felicità (per vigliaccheria o imbecillità che dir si voglia).
L’uso dei colori
Molto particolare è l’uso che gli autori di Come fosse successo fanno dei colori, che in qualche modo ricorda quello della regista Greta Gerwig nel suo Piccole donne. Tutte le sequenze ambientate nel presente di Francesco sono caratterizzate da una palette fredda, mentre i numerosi flashback si riconoscono a colpo d’occhio grazie alle loro tinte calde. Una scelta non casuale, che permette di intuire all’istante le emozioni dei personaggi e di distinguere un passato in cui tutto sembrava ancora possibile da un presente in cui Francesco deve fare i conti con i suoi fallimenti.
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Come fosse successo è, in generale, un’opera in cui si nota una preponderanza degli elementi visivi su quelli verbali. Sono molte le sequenze interamente disegnate, in cui i personaggi restano muti e sono solo i disegni – delicati, a tinte pastello, quasi evanescenti – a parlare. Il libro potrebbe prestarsi a due letture: la prima per scoprire la storia, la seconda per volgere l’attenzione ai più piccoli dettagli che gli autori hanno disseminato tra le tavole.
Consigliato a…
Consigliamo Come fosse successo (acquista) a chi ogni tanto immagina universi paralleli in cui ai bivi cruciali della propria vita ha imboccato l’altra strada. Ma anche a chi cerca il coraggio di prendere una decisione che gli scompigli l’esistenza – d’altronde, citando Mark Twain, «tra vent’anni sarete più delusi per le cose che non avete fatto che per quelle che avete fatto».
Una lettura da accompagnare magari a un sottofondo musicale dalla vena malinconica, come la già citata Respirare di Madame oppure la struggente Chiamami quando la magia finisce di Tropico: «quando poi vorrai di più, chiama e corro da te».
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