«Cyrano de Bergerac» da Rostand a Wright

Le differenze e le similitudini fra il nuovo adattamento cinematografico e l'opera originale

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La tragica storia d’amore di Cyrano nasce per la prima volta dalla penna del poeta francese Edmond Rostand e viene rappresentata per la prima volta il 28 dicembre 1897. Parecchi decenni dopo, il 31 dicembre 2021, esce negli Stati Uniti d’America il nuovo adattamento di Joe Wright.

Andiamo a scoprire in questo articolo quali sono state le differenze o le forti similitudini che hanno portato alla luce il musical Cyrano, disponibile al cinema in Italia dal 3 marzo 2022.

Cyrano: le macro-differenze dell’adattamento

Facili da individuare, sono principalmente due le differenze che intercorrono fra l’opera teatrale dal nuovo adattamento cinematografico: il difetto fisico di Cyrano e la messa in scena sotto forma di musical.

Il Cyrano di Peter Dinklage, di fatto, non ha più un naso «che mi precede di un quarto d’ora», ma è affetto da nanismo. Abile comunque nell’arte della spada, continua ad ammaliare tutti con la sua poetica parlantina.

Questo cambiamento non risulta sgradevole a chi conosce e apprezza l’opera, anzi dona ancora più spessore al personaggio di Cyrano. Pensare di non essere meritevole d’amore per colpa di una condizione clinica staturale è di gran lunga più credibile di un mero naso lungo, almeno per i giorni nostri. Risulta credibile anche la sua bravura con la spada – e meno con il fucile, come si vede verso la fine – che viene mostrata nelle prime scene della pellicola durante la presentazione del personaggio di Cyrano nella canzone When I was born.

E qui arriviamo al secondo punto: il musical. Anche in questo caso è difficile storcere il naso per questa scelta. Mentre si legge l’opera originale – completamente in rima – si può immagine come tutto possa essere facilmente accompagnato dalla musica. Le canzoni, in ogni caso, rimangono relegate a pochi momenti della pellicola, rispetto a tutta la durata del film, rispetto ad un musical tradizionale.

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Ben calibrate e ben scritte, le canzoni proposte danno spessore ai pensieri dei personaggi. In Every Letter l’intenzione di riunire armoniosamente i diversi punti di vista dei tre protagonisti in una canzone corale è perfettamente riuscita. Il tutto riesce a donare una visione fluida dei personaggi, dando la giusta importanza ad ognuno di loro.

Le micro-differenze rispetto al «Cyrano de Bergerac»

Passiamo ora al dettaglio. Da principio, il film diretto da Wright non inizia con la messa in scena di Montfleury interrotta da Cyrano, ma dalla vestizione di Rossana per la serata a teatro. Il suo punto di vista viene, in piccole scene aggiunte durante tutta la pellicola, presentato meglio allo spettatore. Non è soltanto una donna ammirata e desiderosa di parole poetiche. Rossana diventa anche una ragazza minacciata da un duca impertinente e intenzionata a cercare solo l’amore vero e non di convenienza.

Ridimensionato, invece, è il personaggio di Le Bret, fedele compagno di Cyrano, che rimane ai margini della scena. Parte dello spazio dedicato a Le Bret è dato, invece, al rapporto fra Cyrano e Cristiano, sviluppato con cura e attenzione seguendo l’opera originale.

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Una piccola scena mancata che potrebbe far storcere il naso è il tentativo di Cyrano di ritardare l’arrivo del duca De Guiche e permettere il matrimonio clandestino di Rossana e Cristiano. Ovviamente le tempistiche non permettevano la realizzazione del lungo racconto dell’uomo arrivato dalla luna di Cyrano, ma sarebbe stato bello poterne inserire anche una breve citazione quando i due si ritrovano faccia a faccia, prima che il duca scopra l’inganno.

Un adattamento degno di nota

In ogni caso, l’opera di Joe Wright risulta un successo. L’adattamento, visto nel complesso generale, non manca di rispetto ma anzi esalta il famosissimo triangolo amoroso tra Rossana, Cristiano e Cyrano. Le ambientazioni ci permettono di entrare nella storia, le citazioni precise dell’opera originale ci fanno innamorare come la prima volta.

Era una grande scommessa che, in fin dei conti, si ritrova ad essere vinta. I personaggi sono ben sviluppati e ricalcano con maestria la loro controparte letteraria, lasciando sia al lettore che allo spettatore un bel ricordo. La trama è sviluppata con cura e attenzione di ogni sua parte, ricalcando quasi fedelmente – anzi aggiungendo in alcuni casi – quella originale. L’adattamento non deve mai essere una perfetta replica, deve anche dare una propria visione dell’opera a cui fa riferimento e Cyrano riesce nell’impresa di accostarsi abilmente a Cyrano de Bergerac (acquista).

Un bel modo per celebrare un «astronomo, filosofo eccellente. Musico, spadaccino, rimatore, del Ciel viaggiatore, gran maestro di tic-tac, amante – non per sé – molto eloquente […] Cirano Ercole Saviniano, signor de Bergerac, che in vita sua fu tutto e non fu niente».

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Greta Mezzalira

Classe 1995, laureata in Filologia Moderna. Innamorata del teatro fin dalla prima visione di "Sogno di una notte di mezza estate" durante una gita scolastica. Amante di musical e di letteratura.

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