Diabolik, da 60 anni il re indiscusso del terrore

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Diabolik

È uscito il 16 dicembre Diabolik dei Manetti Bros., ispirato all’omonimo personaggio nato dalla penna delle sorelle Angela e Luciana Giussani. Nel ruolo del protagonista troviamo Luca Marinelli, mentre è Miriam Leone a interpretare la sua compagna di crimini e di vita Eva Kant. A vestire i panni del nemico storico di Diabolik, l’ispettore Ginko, è invece Valerio Mastandrea.

Non è la prima trasposizione cinematografica delle avventure del re del terrore. La versione dei Manetti Bros. segue quella di Mario Bava, del 1968, conosciuta all’estero come Danger: Diabolik.

Diabolik, un criminale inafferrabile

I fumetti di Diabolik esordiscono nel 1962 per i tipi della casa editrice milanese Astorina. Angela e Luciana Giussani fanno una scelta molto controcorrente per due donne della Milano bene dell’epoca, creando una serie di storie a fumetti in cui il protagonista è un criminale. Che la fa puntualmente franca. Come per una maledizione, infatti, nonostante gli enormi sforzi profusi, l’ispettore Ginko arriva sempre a un passo dall’incastrare Diabolik, senza riuscire mai a catturarlo.

Per dare vita al personaggio di Diabolik le sorelle Giussani si ispirano a un fatto di cronaca nera realmente accaduto: nel gennaio del 1958, a Torino, un uomo era stato assassinato da un misterioso criminale che si era firmato Diabolich e aveva sfidato la polizia con lettere e indovinelli. Da qui l’idea di creare l’iconico malvivente dagli occhi di ghiaccio, così scaltro da riuscire sempre a sfuggire alle forze dell’ordine. Un antieroe in piena regola a cui era inevitabile che i lettori si affezionassero.

L’arrivo di Eva

Nell’immaginario collettivo Diabolik si accompagna sempre a Eva Kant, sua compagna e complice nei colpi che mettono a segno. Una femminista ante litteram, come è stata definita da Miriam Leone, che la interpreta sul grande schermo. Il rapporto tra i due è infatti totalmente paritario: una situazione ben lontana dall’essere la norma nell’Italia degli anni Sessanta.

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Non tutti sanno, però, che il personaggio di Eva non compare fin dai primi fumetti, ma arriva solo nella terza storia pubblicata, L’arresto di Diabolik, proprio quella a cui si sono ispirati i Manetti Bros. per il loro film.

Diabolik scopre che la ricca vedova Eva Kant possiede un prezioso diamante rosa e decide di derubarla, sostituendosi a un cameriere dell’albergo dove lei alloggia. Eppure qualcosa non va secondo i piani: quando si incontrano, Diabolik ed Eva si innamorano perdutamente l’uno dell’altra. Diabolik, però, sotto le mentite spoglie di Walter Dorian, aveva una relazione con una donna di nome Elizabeth Gay, che scopre per caso il suo rifugio e, una volta capito che il suo Walter è proprio il criminale di cui parlano tutti, lo denuncia all’ispettore Ginko. Sembra ormai finita per Diabolik. Ma Ginko ignora che il re del terrore non è più solo: ha al suo fianco una complice scaltra e, per il momento, ancora al di sopra di ogni sospetto. Sarà proprio Eva a far evadere Diabolik – con un ingegnoso stratagemma che non riveleremo – e salvarlo dalla ghigliottina.

Un criminale gentiluomo

È solo l’inizio di una lunga avventura, che continua ancora oggi, tra colpi messi a segno con tecniche geniali, inseguimenti per le strade dell’immaginaria Clerville e cocenti delusioni per il povero ispettore Ginko. Ma, pur essendo il re del terrore, Diabolik ha una sua morale. Alcuni crimini, come per esempio la violenza contro le donne, lo sfruttamento della prostituzione o lo spaccio di droga, gli sono particolarmente odiosi, e lui ed Eva non mancano di punire chi se ne macchia. Negli anni Diabolik è stato anche protagonista di una campagna di sensibilizzazione contro l’abbandono degli animali, in cui chi compiva un simile gesto veniva definito un potenziale assassino – con tanto di chiosa del noto criminale: «ve lo dice uno che se ne intende». In un fumetto del 2019, Violenza di classe, è Eva Kant a scendere in campo, stavolta contro il bullismo. Criminali, sì, ma pronti ad aiutare i più indifesi.

La riscossa dei fumetti

I fumetti di Diabolik sono un vero e proprio cult della letteratura di evasione. Di formato tascabile, erano rivolti a una precisa fascia di pubblico: i pendolari, che avevano bisogno di leggere storie avvincenti ma abbastanza brevi da essere terminate nel tragitto casa-lavoro. Le sorelle Giussani danno vita con Diabolik a un genere a sé, quello del fumetto nero italiano, creando un personaggio entrato a pieno diritto nell’immaginario pop. A questo proposito segnaliamo un volume da collezione, Diabolik. Fuori dagli schemi, uscito nel 2018 per Mondadori: un’opera celebrativa, con introduzione e copertina di Milo Manara, contenente storie illustrate da diversi artisti che, ognuno con il proprio stile, hanno voluto rendere omaggio al re del terrore.

Nel corso degli anni il pubblico di appassionati si è ampliato in misura notevole, a maggior ragione oggi che assistiamo a un crescente interesse per il mondo dei fumetti anche da parte degli adulti – complice il successo che ha registrato un altro fumettista, Zerocalcare, con la sua serie Strappare lungo i bordi, approdata su Netflix il mese scorso.

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Non resta a questo punto che andare al cinema e lasciarsi trasportare a Clerville dai Manetti Bros. E chissà: magari, lasciando la sala, qualcuno avrà voglia di fare un salto in edicola e comprare l’ultimo numero di Diabolik.

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Francesca Cerutti

Classe 1997, laureata in Lingue per l’impresa e specializzata in Traduzione. Caporedattrice di Magma Magazine, sempre alla ricerca di storie che meritino di essere raccontate. Dopo aver esordito nel 2020 con il romanzo «Noi quattro nel mondo» (bookabook), ha pubblicato nel 2023 la raccolta di racconti «Pretendi un amore che non pretende niente» (AUGH! Edizioni).

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