«L’equazione del cuore»: se la matematica è poetica

La svolta intimista di Maurizio De Giovanni

10 minuti di lettura
L'equazione del cuore

A febbraio Maurizio De Giovanni è tornato in libreria, ma con un romanzo diverso dai noir a cui siamo abituati. L’equazione del cuore (Mondadori, 2022) è un libro che lo scrittore partenopeo sognava di scrivere da anni, ma che al contempo poteva rivelarsi un’arma a doppio taglio, visto il rischio di disorientare i lettori. Un rischio che però non si è concretizzato. Molti erano infatti curiosi di vedere De Giovanni districarsi in una storia diversa da quelle dei Bastardi di Pizzofalcone o di Sara. E l’autore, che ha incontrato alcuni blogger e giornalisti lo scorso 23 marzo, si è mostrato felice di essere uscito dalla sua «zona di comfort».

«L’equazione del cuore»: la trama

L’equazione del cuore narra la storia di Massimo De Gaudio, un professore di matematica in pensione, vedovo da anni, che intrattiene con la figlia Cristina, trasferitasi al Nord per amore, un rapporto basato esclusivamente sulle telefonate della domenica e su domande di circostanza. È un uomo razionale, che fatica a lasciarsi andare alle emozioni. La sua vita cambia quando gli viene comunicato che la figlia e il genero sono morti in un incidente d’auto e che il nipotino Francesco, di nove anni, lotta tra la vita e la morte in ospedale.

È per Massimo l’occasione di confrontarsi con il fantasma di una figlia che non ha mai conosciuto davvero – e che non avrà mai più modo di conoscere – e con un nipote per cui rischia di provare lo stesso rimpianto. Nella cittadina dove Francesco è ricoverato Massimo conosce Alba, la sua tata moldava, una donna che vive di emozioni, antitetica a lui. E conosce anche un poliziotto che gli confessa di essere convinto che ci sia qualcosa di strano nella dinamica dell’incidente in cui Cristina e il marito hanno perso la vita. Potrebbe non essere stata una semplice disgrazia.

Non il solito De Giovanni

Maurizio De Giovanni spiega di essersi allontanato dalla sua zona di comfort con L’equazione del cuore in due modi: il libro non è ambientato a Napoli e non si tratta di un romanzo corale. È infatti molto incentrato sul personaggio di Massimo De Gaudio – di cui lo scrittore condivide le iniziali – anche se in alcuni capitoli, resi in modo graficamente diverso, ci vengono presentati i punti di vista di altri personaggi. È proprio da questi capitoli che iniziamo a intuire che, malgrado l’ostilità che trapela dall’ambientazione, in realtà siamo di fronte a una storia senza cattivi. Perfino i personaggi dagli atteggiamenti più meschini si comportano così perché portano dentro un profondo dolore o una forte preoccupazione.

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Siamo comunque di fronte a una svolta intimista nella scrittura di De Giovanni, un autore abituato per sua stessa ammissione a raccontare le storie degli altri e presentare ai lettori prospettive molteplici. L’equazione del cuore condivide con i romanzi precedenti la presenza di un mistero da risolvere, ma stavolta manca un colpevole da arrestare; l’indagine ha totalmente luogo nell’interiorità di Massimo, che per la prima volta intuisce che non tutto si può spiegare in maniera razionale. Tentare il tutto per tutto per salvare un bambino che con tutta probabilità riporterà danni cerebrali permanenti può avere un suo senso, seppur irrazionale. Così come parlargli per aiutarlo a risvegliarsi dal coma.

Un’interpretazione matematica della realtà

Come è facile intuire dal titolo, nel romanzo ricopre un ruolo fondamentale la matematica. È per il protagonista un modo per spiegare la realtà, un tentativo eroico di trovare regole precise in quello che sembra un grande caos. L’«equazione del cuore» cui fa riferimento il titolo è quella formulata nel 1928 da Paul Dirac, tra le più importanti della fisica quantistica: (∂ + m) ψ = 0.

Perché l’equazione di Dirac, attraverso i simboli che la compongono, dice questo: se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possono più essere descritti come due sistemi distinti, ma diventano un unico sistema.
Mi senti, signor pesciolino? Se mi senti, capisci questo: due sistemi, come per esempio due persone, o due animali, o due mondi, se entrano in contatto, per sempre, finché esisteranno, risentiranno l’uno dell’altro. Potremmo dire che questa scoperta, fatta da un solitario ragazzo nel secolo scorso, sia l’equazione che ci racconta. Potremmo proprio dirlo.

È curioso che per la sua opera De Giovanni si ispiri proprio a un matematico all’apparenza lontanissimo dal mondo della letteratura. Celebre è una sua frase che recita: «Nella scienza uno prova a dire alla gente, in un modo che sia compreso da tutti, qualcosa che nessuno conosceva prima. Ma nella poesia è l’esatto opposto». Eppure lo scrittore si è sempre sentito affascinato dalla matematica e dalla straordinaria potenza narrativa delle sue leggi e dei suoi teoremi. Chi ama sia la letteratura che la matematica vedrà qualcosa di sensazionale nell’eleganza di un’equazione che, nella sua concisione, riesce a esprimere un concetto poetico come quello esposto sopra; e riconoscerà che questa sensazionalità meritava di essere raccontata e celebrata in un romanzo.

*SPOILER*: un finale solo apparentemente aperto

Se non vi piacciono gli spoiler, saltate a piè pari questo paragrafo e passate subito al successivo.

L’equazione del cuore si conclude con quello che sembra un finale aperto. Massimo è tornato in albergo, c’è Alba a vegliare su Francesco. E, nel cuore della notte, lei gli telefona piangendo e chiedendogli di raggiungerla.

Piangeva, la voce spezzata. Gioia. O dolore. Vieni, vieni subito. Ti prego. Subito.
Gioia o dolore. La linea era ormai muta.
Si alzò a sedere, il cuore in gola. Prese una scarpa e l’infilò.
La voce spezzata di Alba.
Gioia o dolore?

Massimo non riesce a capire se le sue lacrime sono di dolore o gioia; così si chiude il romanzo, senza che il lettore sappia se Francesco è morto o si è risvegliato dal coma (e, in quest’ultimo caso, se ha riportato danni irreversibili o no). Una strategia narrativa insolita per uno scrittore di polizieschi, in cui di solito la conclusione è ben definita: il mistero viene risolto, il colpevole arrestato. Durante l’incontro con i giornalisti abbiamo chiesto a Maurizio De Giovanni il perché di questa scelta, ricevendo una risposta che non ci aspettavamo.

L’autore ci ha spiegato che, ai fini di questo romanzo, non è importante conoscere la sorte di Francesco. Ha voluto chiudere il libro sul punto di non ritorno della vita di Massimo: qualunque sia il significato delle lacrime di Alba, la sua esistenza non sarà mai più la stessa, per un motivo o per un altro. Finisce qui la storia che doveva raccontarci questo romanzo, non la storia di Francesco, ma quella dell’indagine interiore di suo nonno Massimo. Che si conclude esattamente sulla cesura della sua vita.

Consigliato a…

L’equazione del cuore (acquista) è un romanzo che ci sentiamo di consigliare a chi è curioso di trovare Maurizio De Giovanni in una nuova veste, ma non solo. Lo consigliamo soprattutto a chi non amava la matematica, magari perché la trovava fredda, troppo rigida. Potrebbe rimanere sorpreso di fronte a una storia struggente che trae ispirazione proprio da un’equazione. La matematica non è mai stata così poetica.

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Francesca Cerutti

Classe 1997, laureata in Lingue per l’impresa e specializzata in Traduzione. Caporedattrice di Magma Magazine, sempre alla ricerca di storie che meritino di essere raccontate. Dopo aver esordito nel 2020 con il romanzo «Noi quattro nel mondo» (bookabook), ha pubblicato nel 2023 la raccolta di racconti «Pretendi un amore che non pretende niente» (AUGH! Edizioni).

4 Comments

  1. Analisi puntuale e profonda, che mi trova totalmente concorde. Trovo straordinario il modo di penetrare nel mondo dell’autore, cogliendo, al di là della trama, il senso del libro, soprattutto nel rapporto tra matematica e vita.

  2. Un libro denso di contenuti
    Commovente e sincero.
    Ho ritrovato in Esso la Mia vita,
    In modo particolare nella figura della figlia di Massimo: Cristina

  3. Romanzo stupendo…imprevedibile…con un finale aperto ad ogni interpretazione.
    Bravo De Giovanni!…..che si rinnova continuamente!

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