#festlet: Mantova, città della letteratura

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FestivaLetteratura di Mantova

Da giovedì 7 a domenica 11 settembre è tornato a Mantova il FestivaLetteratura. Come redazione di Magma Magazine abbiamo deciso di partecipare a due giorni di Festival, cercando di spaziare tra autori e argomenti per cogliere al meglio l’essenza dell’iniziativa; tutto sotto l’insegna di #festlet, hashtag ufficiale del Festival.

Anche quest’anno Mantova si conferma una tappa obbligata per appassionati, giornalisti e semplici lettori. Il programma ricco e l’organizzazione impeccabile forniscono al visitatore un’esperienza unica fra presentazioni, eventi, omaggi e dibattiti. Centinaia di incontri con ospiti nazionali e internazionali.

Tuttavia, la letteratura viene vissuta non solo nella sua connotazione puramente speculativa, anzi; le tematiche politiche e sociali sono onnipresenti e il FestivaLetteratura si pone di certo l’obiettivo di alimentare un vivace dibattito culturale sulle più svariate tematiche. Negli incontri è chiaro come emerga non solo l’esigenza di leggere, ma di parlare dell’esperienza letteraria.

Per le colonie dell’ex Unione Sovietica e non solo

Quest’edizione del FestivaLetteratura di Mantova ha avuto la fortuna e il piacere di ospitare Erika Fatland, scrittrice e antropologa impostasi al grande pubblico grazie a libri come Soviestan, La frontiera e La vita in alto – tutti editi da Marsilio. Flatland è tra le prime ad analizzare in maniera lucida e semplice i paesi dell’Asia centrale a seguito della dissoluzione dell’Unione sovietica.

Attraverso avventurosi reportage geopolitici, l’autrice cerca di comprendere il punto di vista dell’altro donando dignità a certe nazioni ingiustamente dimenticate. Una riscoperta delle tradizioni locali senza però che manchino serie e profonde riflessioni sull’attualità. Un mondo in continuo mutamento che necessita di essere fotografato continuamente, cercando di coglierne i dettagli e i cambiamenti – più o meno impercettibili.

Flatland ha dimostrato interesse nel continuare a documentarsi su questi Paesi che, comunque, ricoprono un ruolo speciale nella propria vita. Tuttavia, ha svelato in anteprima come ora si stia dedicando a un progetto sulle ex colonie portoghesi. Tradotta ormai in più di venti lingue, l’autrice conclude il suo intervento svelando come il mondo, nonostante tutto, «sia molto meglio di quello che crediamo ed è abitato da persone meravigliose».

Il «Manifesto incerto» di Pajak fra disegno e narrativa

Un autore che negli ultimi anni ha fatto parlare molto di sé è sicuramente Frédéric Pajak con il suo Manifesto incerto. L’opera è stata definita come potenzialmente inesauribile, ma solo dopo una scelta arbitraria si è deciso di volerla interrompere al nono volume. In Italia, grazie a L’Orma Editore, si è giunti al terzo volume concludendo così la parabola del filosofo Walter Benjamin.

Pajak riesce a conciliare la letteratura e il disegno, tanto da unire in maniera originale due concetti di per sé ostili. Infatti, Manifesto incerto è un insieme di aforismi, racconti, accenni biografici e autobiografici, poesie in verso libero o in rima; il tutto ovviamente arricchito da suggestivi disegni dove l’uso delle ombre primeggia. Paesaggi spogli vengono incastonati in piccoli formati e l’uso del grigio conferisce al disegno degli eleganti giochi di luce, ricordando certe acqueforti. Già vincitore del Premio Goncourt per la biografia nel 2019, Pajak è un autore versatile influenzato da grandissimi intellettuali, fra tutti i moralisti francesi. Non manca però una profonda stima per scrittori del calibro di Nietzsche o Pavese, immortalati in un altro suo libro: L’immensa solitudine.

Da sempre interessato all’esistenza di artisti vissuti ai margini e non compresi, l’artista francese ha approfondito decine di biografie che sono andate a confluire inevitabilmente nei suoi lavori. Sicuramente una delle opere più apprezzate dell’ultimo periodo è il secondo volume di Manifesto incerto (acquista) che descrive gli anni Venti della Ville Lumière, fra tutti l’esegesi di Nadja di Breton. Un’acuta analisi di Parigi che rivede le credenze e gli stereotipi della capitale tramandati nei decenni.

L’utilità della letteratura per William T. Vollmann

William T. Vollmann, uno degli ospiti più attesi, ha presentato la riedizione del suo saggio sulla violenza Come un’onda che sale e che scende nella bellissima cornice della Basilica Palatina di Santa Barbara. Già negli ultimi anni Minimum Fax si sta operando per un’azione di recupero della sua opera, riproponendo al pubblico italiano lavori come Storie della farfalla e Storie dell’arcobaleno.

Vollmann

Definito da David Foster Wallace come «la sua nevrosi», William T. Vollmann è uno degli autori più rappresentativi e prolifici della sua generazione. Scrittore di numerosi romanzi e racconti, Vollmann si trova maggiormente a suo agio nella saggistica. Con la sua scrittura torrenziale è capace di incantare migliaia di lettori, fornendo chiavi inedite di letture.

In Come un’onda che sale e che scende (acquista) Vollmann presenta la versione ridotta di un’opera monumentale che integralmente consta di ben sette volumi (più di tremila pagine). A proposito si anticipa per gli appassionati come la versione originale sarà proposta nei prossimi mesi negli Stati Uniti in solo formato ebook per la casa editrice McSweeney’s.

L’autore delinea i canoni del calcolo morale al fine di evidenziare le differenze e le affinità fra le varie visioni apparentemente o meno contrastanti. Un ragionamento induttivo che spinge lo scrittore e il lettore a interrogarsi, ad esempio, quando la violenza sia più o meno giustificata. Con una varietà di centinaia di esempi, Vollmann cerca di instaurare un dialogo tramite un ragionamento induttivo.

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Altro sistema, invece, è adottato nella sua ultima opera composta di due volumi: un corposo saggio dedicato al cambiamento climatico, tematica a lui molto cara. Vollmann, però, come anticipato, non è solo saggista, ma anche romanziere. Grazie all’eccellente intervista di Claudia Durastanti, durante l’incontro si è riusciti anche ad approfondire i lavori che ha dedicato alla prostituzione. Uno sguardo profondamente umano ed empatico con cui si riesce a capire l’anima dei «fantasmi di carne», come vengono descritti in Storie della farfalla (acquista).

Temi di certo avvilenti, come li ha descritti il suo autore, che però gli permettono di capire le dinamiche del mondo odierno. Vollmann manifesta come in realtà sia scrittore anche del bello, citando fra le altre opere il suo saggio sul teatro No giapponese – ancora inedito in Italia.

Per una legge sulla lettura, con John Freeman e Daniele Aristarco

Uno degli incontri sicuramente più interrativi del FestivaLetteratura è stato Per una legge sulla lettura. Grazie alla conduzione coinvolgente e ironica di Simonetta Bitasi, numerosi gruppi di lettura composti prevalentemente da adolescenti hanno potuto dibattere sulla potenziale importanza di una proposta di legge popolare sulla lettura.

Un incontro che ha visto la partecipazione di autori del calibro di John Freeman e Daniele Aristarco che, grazie alle proprie esperienze e studi personali, hanno potuto alimentare ulteriormente il dialogo. Un momento di incontro, dove si è evidenziata la necessità di una politica del coinvolgimento e della conoscenza.

Gli adolescenti hanno potuto così proporre in maniera seria e informata alcune proposte basandosi su statistiche ufficiali e vecchie proposte di legge sul tema. Fondamentale la questione delle biblioteche e delle scuole, punti nevralgici e irrinunciabili in quanto luoghi di formazione e incontro. Un tema non più rimandabile, necessario per formare le generazioni d’oggi e quelle future.

Mantova, città della letteratura

Anche quest’anno Mantova diviene città di riferimento per gli amanti della letteratura. Occasione d’incontro fra scrittori, editori e lettori, per scambiarsi opinioni, pareri e idee. Eppure la letteratura – oggi in particolare – non fugge dal suo ruolo principe: parlare dei problemi dell’attualità. Nella maggior parte delle presentazioni aleggiava in maniera più o meno esplicita, ad esempio, il conflitto in Ucraina o il cambiamento climatico. Il mondo letterario, dunque, non avulso ma sempre attento al mondo circostante.

Mantova diviene così città del dibattito, un vivace luogo dove scoprire incessantemente cose nuove e approfondire argomenti già conosciuti. Una città in festa per insegnarci che la letteratura è questo e molto altro ancora.

Immagini: Foto di © Festivaletteratura Mantova

Lorenzo Gafforini e Roberta Marini

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Redazione MM

Che cos’è Magma Magazine?

Siamo una squadra di ragazze e ragazzi che prova una passione a dir poco travolgente per la letteratura. Come una dirompente eruzione vulcanica.

Troppo spesso, nell’immaginario collettivo, la letteratura viene percepita come elitaria, o associata solo alle noiose lezioni scolastiche – con ansia da interrogazione annessa.

Vogliamo ribaltare questa prospettiva. Vogliamo raccontare opere e autori con uno stile fresco e appassionato. Proprio come l’esplosione di un vulcano, vogliamo far risvegliare nei lettori l’amore dormiente per il meraviglioso mondo dei libri, in tutte le sue magmatiche forme.

«Questa è la parte più bella di tutta la letteratura: scoprire che i tuoi desideri sono desideri universali, che non sei solo o isolato da nessuno. Tu appartieni», diceva Francis Scott Fitzgerald. Noi crediamo che la letteratura sia appartenenza, che la letteratura sia di tutti. E con Magma Magazine vi accompagniamo in questo viaggio.

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