«Il Francese»: il Veneto e le sue contraddizioni

La cultura dell'arricchimento a tutti i costi

6 minuti di lettura

Debutta nella sezione Giallo Mondadori uno degli autori più rappresentativi del noir italiano come Massimo Carlotto; che entra a far parte della storica collana con Il Francese (2022), un romanzo che ha lo scopo di mettere sotto i riflettori le contraddizioni sociali della provincia veneta.

Il protagonista

Lontano dallo stereotipo dell’investigatore giusto che opera in onore dei deboli, Toni Zanchetta è noto a tutti come “il Francese”, un macrò che gestisce un giro di prostituzione nelle zone periferiche di Padova. I suoi clienti abituali sono borghesi, una fascia medio-alta di annoiati paroni che vogliono passare qualche ora di svago con i prodotti della “maison”: dodici donne chiamate mademoiselle, ognuna delle quali recita un personaggio creato con cura da Toni.

Come tutti i criminali che si rispettino, anche il Francese sfodera le sue abilità manipolatorie e d’inganno per raggiungere i suoi scopi, nonostante lui sia convinto di aver creato un ambiente eticamente sano per le sue protette.

L’illusione del “falso giusto”

Entrato appena quattordicenne nel mondo della prostituzione e nonostante il ripudio consequenziale da parte dalla famiglia, Toni si crogiola nel mero autocompiacimento e nella convinzione del “falso giusto“. Si proclama infatti attento alle esigenze delle proprie protette: pretende da loro “solo” il 50%. Inoltre ha a cuore il loro tempo libero, occupandosi anche del loro secondo lavoro e talvolta della famiglia che le accompagna. Come contrappeso però, il prezzo per abbandonare la maison è molto alto da pagare.

Carlotto ci consegna così un archetipo insolito di criminale. Sembra quasi che cerchi di riscattarlo facendoci entrare nella viscosità dei suoi pensieri e accompagnandoci passo passo nelle sue giornate: molte pagine del romanzo vengono dedicate a mostrare quanto in realtà il protagonista sia convinto che il suo modello di gestione sia corretto.

Leggi anche:
«Spatriati»: l’altrove e le mille possibilità del sé

La fragilità dei tasselli

Per il Francese dunque gli affari vanno a gonfie vele, fino a quando una delle mademoiselle sparisce. La fragilità dei tasselli faticosamente messi insieme in così tanti anni a un certo punto compare con tutta la sua forza ed emerge come una bolla malsana in superficie.

Toni parte alla ricerca della sua protetta, attraverso una goffa collaborazione con la polizia ricostruisce gli eventi, scava, sembra quasi riconoscere le fondamenta cedevoli dell’impalcatura su cui poggiava la sua azienda e il suo stile di vita. Per un attimo il lettore sente persino di apprezzarlo, complice l’autocompiacimento che regna costantemente tra le pagine del romanzo.  

Eppure non si riesce mai davvero ad empatizzare con il Francese, la gogna sociale è qualcosa che aleggia costantemente tra le pagine del romanzo; e la descrizione di ambienti malsani, protetti dalla patina e dalla cartina tornasole di un’apparenza fasulla, non aiuta.

Non aiuta neanche la risoluzione del libro, con un forzato deus ex machina sempre funzionale al riscatto dell’idea che ormai, quasi inevitabilmente, ci siamo fatti del protagonista.

La cultura dell’arricchimento a tutti i costi

Il libro ci mostra tuttavia come sia radicato l’ideale collettivo dell’arricchimento sconsiderato che è avvenuto celermente negli ultimi decenni del Novecento in alcune zone periferiche del Veneto Orientale. Veneto, terra di chimere, di magie e di mafie: i soldi vengono sempre consegnati rigorosamente in nero, nessuno si muove per fare un favore a meno che non sia pagato.

Carlotto prova ad affrontare questo tema delicato attraverso la formula del noir; ma non indaga le origini e ce lo consegna come un dato di fatto. Toni Zanchetta crede di essere nel giusto, lo pensa fermamente, e questo perché intorno a lui il mondo che vede lo spinge a farlo.

Lo stile diretto tipico di Carlotto

La fluidità dei vari avvenimenti comunque è trattata in maniera magistrale dall’autore. Lo stile è asciutto, veloce e lineare, con un linguaggio semplice ma diretto e che arriva subito al punto. Il protagonista è trascinato dagli eventi che lo sovrastano e questo andamento è rispecchiato anche nel linguaggio. Il lettore dunque non vede l’ora di arrivare al finale, e per questo il libro si divora.

Leggi anche:
«Consolazione». Il mito new weird di Roccasa

L’autore

Massimo Carlotto è nato a Padova nel 1956 e vive a Cagliari. Ha esordito nel 1995 con il romanzo Il fuggiasco. Ha inoltre scritto altri undici romanzi: La verità dell’AlligatoreIl Mistero di MangiabarcheLe IrregolariNessuna cortesia all’uscita (premio Dessì 1999 e menzione speciale della giuria premio Scerbanenco 1999), Il corriere colombianoArrivederci amore, ciao. È uno maggiori portavoce del genere noir in Italia. Anche conosciuto per la serie televisiva L’Alligatore, è ritornato quest’anno con Il Francese (acquista), appoggiato da Giallo Mondadori

Segui Magma Magazine anche su Facebook e Instagram!

Ester Franzin

Lettrice incallita, amante della letteratura e della lingua italiana in tutte le sue declinazioni. Classe 1989, è nata in un paesino della Pianura Padana. Si è laureata in Storia dell’Arte a Venezia e poi si è trasferita a Rimini, nel cuore della Romagna. Ha frequentato la scuola Holden di Torino e pubblicato il suo primo romanzo «Il bagno di mezzanotte».

Lascia un commento

Your email address will not be published.