Un lieve, lievissimo disordine

«Grave disordine con delitto e fuga» di Ezio Sinigaglia

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«Grave disordine con delitto e fuga» di Ezio Sinigaglia

In Sillabario all’incontrario, Ezio Sinigaglia definisce il rapporto amoroso fra il suo io autofinzionale e Marcello «amore pirata», un amore «dove si è in due, ma protetti dal segreto». In una società fatta ancora di ruoli prestabiliti, un amore libero vero e proprio è ancora difficile da raggiungere, e spesso si prova timore e paura a denudarsi – sia in senso letterale che in senso lato – verso l’altro, soprattutto se si prova attrazione verso lo stesso sesso ma, come dei novelli Thomas Mann o Pëtr Čajkovskij, siamo costretti a reprimerla a causa del nostro ruolo all’interno della società.

Sinigaglia sembra riprendere questo concetto dell’«amore pirata» nella sua ultima fatica Grave disordine con delitto e fuga, pubblicato da TerraRossa Edizioni, che in maniera lungimirante ha fatto dell’autore milanese il proprio cavallo da battaglia. Proposto al Premio Strega 2024 da Paolo Ruffilli, anche questo romanzo breve mostra l’ironia e l’intelligenza della prosa di Sinigaglia, ormai diventato un autore di culto dell’editoria indipendente italiana.

La trama di «Grave disordine con delitto e fuga»

La storia di Grave disordine con delitto e fuga si svolge a Milano. Il protagonista è il giovane ingegnere De Rossi, proveniente da una famiglia facoltosa e direttore della Termolux s.p.a. Il protagonista sembra il prototipo dell’uomo perfetto: formazione all’estero, sposato con un figlio di tre anni, Ruggero – affettuosamente chiamato Gegè –, un animale domestico, il gatto Semien – che in questa storia avrà un ruolo cruciale –, una villa in città e la presidenza di una grande ditta.

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Questa vita ricca, ma allo stesso tempo monotona, subisce un «lieve, lievissimo disordine» nel momento in cui entra nella vita dell’ingegnere De Rossi Michelangelo detto Jimmy, uno studente che nel mentre è stato assunto dalla Termolux come fattorino. Jimmy suscita nel protagonista un’attrazione fatale e senza fine che darà alla storia un tono di noir, ma anche di commedia grottesca.

L’amore pirata dell’ingegnere De Rossi

Sinigaglia è noto per essere uno scrittore funambolico, uno di quelli che ama giocare e sperimentare forme diverse per raccontare il quotidiano. Se in L’imitazion del vero riprende la narrativa cinquecentesca emulando un linguaggio arcaico, ma non per questo complesso, e in Sillabario all’incontrario rimodella il concetto di autobiografia scegliendo uno stile che scardina la linearità, qui in Grave disordine con delitto e fuga fonde il noir – che già nel Sillabario non aveva nascosto di adorare – con la tragicommedia, quest’ultima, però, simile alla Commedia all’Italiana di Marco Ferreri, che fa dell’ironia e del grottesco un modo per scandagliare i vizi e le apparenze della società italiana.

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Nel binomio De Rossi–Jimmy ritroviamo molto del rapporto fra Nerino e Mastro Landone oppure fra Fifì e Aram o Ezio e Marcello, che a loro volta si rifanno a una grande narrativa di stampo omoerotica. Per esempio si ritrova molto del rapporto fra Gustav von Aschenbach e Tadzio di La morte a Venezia, ma anche del rapporto fra Dorian Gray, Basil Howard e Lord Henry Wotton, ovvero un rapporto basato sulla ricerca di un ideale alto di bellezza e perfezione che porta inevitabilmente alla rovina oppure alla repressione delle pulsioni per mantenere le apparenze.

De Rossi e il suo doppio

Se ci manteniamo sulla costellazione di personaggi nominata prima, potremmo dire che Jimmy è il doppio dell’ingegner De Rossi, ovvero il disordine e l’ideale di bellezza e perfezione a cui il protagonista aspira, ma a cui non è detto che arrivi. Lo si nota sin da subito dalla descrizione che ci viene proposta del fattorino:

La bellezza di Jimmy era una di quelle bellezze, invero rarissime, che non dipendono da nessuna condizione e che non presentano nessun limite, debolezza o difetto. Jimmy era bello fermo e in movimento, in piedi e seduto, di fronte e di profilo, con i capelli lunghi e con i capelli appena tagliati, di giorno e di sera, d’estate e d’inverno, e di qualsiasi dozzinale e scadente capo d’abbigliamento indossasse, di qualunque colore e di qualunque tessuto. […] Jimmy emanava una carica di attrazione animale che generava intorno al suo corpo un turbine di perpetua inquietudine.

Questa descrizione, inoltre, diventa sempre più esagerata nel momento in cui il protagonista afferma che «si poteva fantasticare, guardandolo, di un albero genealogico e meravigliosamente frusciante». Il disordine che Jimmy introduce in De Rossi è molto grande al punto da portare quest’ultimo a paragonare la bellezza del giovane al mondo intero, una bellezza che potrebbe, però, comportare una catena di disordini senza fine.

Jimmy può essere considerato un doppio di De Rossi, come il compagno segreto dell’omonimo racconto di Joseph Conrad. Il giovane è, difatti, il lato oscuro dell’ingegnere, quello che esprime la sua libertà di amare senza vincoli, ma che, se realizzato, «comporta la scelta di strategie la cui applicazione avrebbe di per sé liberato una catena di maggiori e potenzialmente fatali disordini».

Jimmy felice

Il lettore ben attento avrà notato la somiglianza fra la copertina del libro di Sinigaglia e la locandina del film Lazzaro felice di Alice Rohrwacher. Non è un caso che sia stata fatta questa scelta per la copertina, in quanto Jimmy assomiglia molto al Lazzaro di Rohrwacher, specie per via dei suoi occhi di «arcana emozione» e «il bianco assoluto della sua immacolata maglietta». Jimmy è un personaggio che nel suo immobilismo, candore e innocenza mette in moto una serie di meccanismi di potere nell’ingegnere De Rossi.

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Come l’ospite del film Teorema di Pier Paolo Pasolini, Jimmy ha fatto riemergere nell’ingegnere delle vecchie pulsioni rimosse, che il protagonista decide di reprimere definitivamente con la scusa di una «battaglia fra gatti» del vicinato – fra cui quelli dell’ingegnere – che il ragazzo non ha saputo reprimere.

Questa scusa ridicola e sotto certi aspetti grottesca causa un disordine molto più grande di quello causato dall’arrivo di Jimmy, in quanto minaccia l’equilibrio familiare che serve a De Rossi per tenere in piedi la sua apparenza di famiglia perfetta. A rimetterci, allora, sarà Jimmy, punito perché vuole, a parere dell’ingegnere, distruggere la sua maschera, cosa che l’ingegnere non può permettere, anche a costo di rinunciare alle passioni.

Resistere a tutto, tranne alle tentazioni

«Posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni», recitava un vecchio aforisma di Oscar Wilde. Così si può riassumere la storia dell’ingegnere De Rossi raccontata in Grave disordine con delitto e fuga (acquista), un libro che dimostra ancora una volta quanto Ezio Sinigaglia sia il best kept secret of Italian Literature, il segreto meglio custodito della nostra letteratura, quello che nasconde la sua qualità letteraria nei meandri dell’editoria indipendente. L’autore ci racconta come, alla fine, l’amore non sia che un pirata, qualcosa che va vissuto in segreto per paura di far crollare il proprio castello di certezze e apparenze che ci permette di mantenere il proprio ruolo nella società.

L’ingegnere De Rossi aveva sognato di far l’amore con Jimmy almeno due volte, e questo fatto appariva ai suoi occhi come la prova più probante e provata del lieve disordine introdotto da Jimmy nella sua vita ordinata: poiché sognare lo stesso sogno due volte è indizio ad un tempo di insistenza e inconsistenza. Insistenza nel desiderare, inconsistenza nel mettere in atto. E questa era in certo qual modo la miglior definizione di disordine che l’ingegnere de Rossi avesse mai escogitato. L’ordine è il movimento che consente di sovrapporre la realtà al desiderio, il disordine la fissità che li fa permanere divisi.

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Alberto Paolo Palumbo

Insegnante di lingua inglese nella scuola elementare e media. A volte pure articolista: scuola permettendo.

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