Innamorati di Italo Calvino

Tre opere per festeggiare il centenario

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Maggio 1983. Italo Calvino, circondato da giovani studenti nel Teatro Sperimentale Giansanti di Pesaro, è impegnato in un vivace dibattito letterario. Alla “bella domanda” sul senso della scrittura, l’autore riconosce nella sua arte lo «strumento di qualcosa che è certamente più grande di me e che è il modo in cui gli uomini guardano, commentano, giudicano, esprimono il mondo: farlo passare attraverso di me e rimetterlo in circolazione».

La scrittura, per Calvino, ha sempre rappresentato un’inesauribile avventura culturale e conoscitiva: «uno dei tanti modi con cui una civiltà vive assimilando esperienze e rimettendole in circolazione». La sua ricerca incessante ha fatto del pensiero su carta uno strumento d’indagine per esplorare e descrivere la complessità del reale. Nella sua avventura letteraria, lo scrittore non hai mai rinunciato al continuo sperimentalismo di forme narrative, temi e generi di ogni sorta. Oggi, a cento anni dalla sua nascita, le sue parole continuano a sfidare il lettore a guardare alla realtà ogni volta da una prospettiva differente.

Per iniziare: «Il sentiero dei nidi di ragno»

Nell’ottobre del 1947, Cesare Pavese pubblicava sull’Unità la sua recensione de Il sentiero dei nidi di ragno, definendolo come «il più bel racconto che abbiamo sinora sull’esperienza partigiana»:

Diremo allora che l’astuzia di Calvino, scoiattolo della penna, è stata questa, di arrampicarsi sulle piante, più per gioco che per paura, e osservare la vita partigiana come una favola di bosco, clamorosa, variopinta, «diversa».

Il romanzo (acquista) narra la storia del piccolo Pin, un bambino ligure costretto a confrontarsi con il mondo dei grandi e con la cruda realtà storica che lo circonda: la lotta partigiana. Il ragazzino, troppo grande rispetto ai coetanei, ma anche troppo piccolo per stare con gli adulti, cerca di farsi scudo nella quotidianità con l’unica arma a sua disposizione: la strafottenza, una corazza apparente, che sfodera per non soccombere alla violenza che lo circonda. Pin riesce a sfuggire alla realtà solo nel suo nascondiglio “magico”, il sentiero dei nidi di ragno, un rifugio lontano e protetto da quegli incomprensibili problemi dei grandi, troppo presi dalle donne e dalle armi. Tuttavia, questa tana non è destinata a rimanere segreta e il bambino dovrà fare i conti con la verità. Ma forse, in mezzo a tutti quegli indecifrabili adulti, c’è qualcuno degno della sua amicizia, un «Grande Amico» pronto a proteggerlo nella sua calda e sicura mano.

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Per proseguire: «Gli amori difficili»

La raccolta di racconti Gli amori difficili si apre con un’imprescindibile nota dell’autore:

Se queste sono, per la più parte, storie di come una coppia non s’incontra, nel loro non incontrarsi l’autore sembra far consistere non solo una ragione di disperazione ma pure un elemento fondamentale – se non addirittura l’essenza stessa – del rapporto amoroso.

Queste parole racchiudono la condizione essenziale delle storie narrate da Calvino: l’esperienza di amare nell’assenza. Lo scrittore dà vita a una collezione (acquista) in cui è protagonista lo scontro tra il sentimento, frutto di un esperimento combinatorio, e l’incomunicabilità dei rapporti umani. Le avventure dei personaggi non possiedono niente di singolare o straordinario: ruotano attorno ad un’apparente stasi, interrotta dal solo movimento interiore. Sono storie di esistenze ordinarie, fatte di piccoli dettagli e gesti quotidiani, che celano lo sforzo del confronto con il vuoto e il silenzio su cui si costruisce un amore difficile.

M’accorgo che correndo verso Y ciò che più desidero non è trovare Y al termine della mia corsa: voglio che sia Y a correre verso di me, è questa la risposta di cui ho bisogno, cioè ho bisogno che lei sappia che io sto correndo verso di lei ma nello stesso tempo ho bisogno di sapere che lei sta correndo verso di me. L’unico pensiero che mi conforta è pure quello che mi tormenta di più: il pensiero che se in questo momento Y sta correndo in direzione di A, anche lei ogni volta che vedrà i fari di un’auto in corsa verso B si domanderà se sono io che corro verso di lei, e desidererà che sia io, e non potrà mai esserne sicura.

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Innamorati di Italo Calvino: «Lezioni americane»

Nell’autunno del 1985 Calvino era atteso all’università di Harvard per un un ciclo di sei poetry lectures. La sua morte improvvisa, avvenuta in quello stesso stesso anno, non gli ha dato mai più modo di partecipare. Eppure, cinque delle sue sei “proposte per il prossimo millennio” sono state preservate e lasciate in eredità ai lettori sotto il titolo di Lezioni americane (acquista).

Nel ciclo di conferenze mai discusse, Calvino costruisce una riflessione aperta sul continuo rincorrersi tra vita e scrittura, presentando, in ordine gerarchico decrescente, i pilastri del testo letterario e della comunicazione in senso più ampio: leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità e coerenza (rimasta incompleta). Tra le pagine di questo singolare manuale per orientarsi nelle continue trasformazioni della modernità, lo scrittore affida ai lettori un’intuizione personalissima: non dimenticarsi mai di guardare al reale attraverso modelli di pensiero individuali e collettivi sempre rinnovati.

Chi siamo noi, chi è ciascuno di noi se non una combinatoria d’esperienze, d’informazioni, di letture, d’immaginazioni? Ogni vita è un’enciclopedia, una biblioteca, un inventario d’oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili.

In copertina:
Artwork by Lara Carretta
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Costanza Valdina

23 anni, nata a Perugia, studia letteratura americana all’Università Ca’ Foscari di Venezia. La descrivono come un’instancabile lettrice, un’incurabile cinefila e una viaggiatrice curiosa. Negli anni si è innamorata della scrittura e del giornalismo, ispirata dall’ideale che “pensieri e parole possono cambiare il mondo.”

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