Se fossimo ciò che vogliamo far credere, non avremmo così tante definizioni di noi. Le nostre azioni parlerebbero per noi. Alla fine siamo poverissimi di spirito, […] menzogneri che vogliono far credere che le pietre siano castelli…
Quanti stereotipi esistono sul siciliano medio e sulla sicilianità, intesa come modo di vivere? Innumerevoli, la maggior parte appaiono pure denigratori. Ciò è dovuto, probabilmente, a un retaggio culturale che non ha visto un allargamento dei propri orizzonti di senso. Tuttavia, con questo non si vuole fare un j’accuse. Anzi, nel nuovo romanzo di Jim Tatano Trame del ’27 (Kalòs Edizioni) si cerca di mostrare, con spirito critico e con un sapiente uso della satira, il ritratto di una Sicilia degli anni ’20 del Novecento attraverso le espressioni e i comportanti degli abitanti di Sciacca e Agrigento (ai tempi “Girgenti”), sfruttando l’occhio estraneo, ma protagonista, del dottore genovese Salvatore Costa.
Sinossi
La storia inizia con la decisione improvvisa del protagonista di lasciare la Liguria, dove viveva stabilmente. La motivazione è quasi assurda: fuggire da una situazione amorosa tormentata, da quel Cupido che lo perseguita, condannandolo a una vita da inetto. Si ritrova quindi in Sicilia, precisamente a Sciacca. Nel disperato tentativo di dimenticare la sua condizione, si dedica con forte impegno alla sua professione di medico lasciandosi coinvolgere, pur nella riservatezza che lo contraddistingue, dalle “trame” che si dipanano in questo 1927. Queste si riveleranno, nel corso della narrazione, una serie di micro-storie che rifletteranno l’animo dei personaggi su più punti di vista, toccando con ironia alcuni momenti del contesto storico dell’epoca.
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Una commedia romantica e assurda
Il romanzo, che si afferma come un omaggio alla Sicilia, si sviluppa lungo un arco narrativo che rimane stabile, alternando un registro semplice con inflessioni dialettali per fornire al lettore una evocazione chiara dell’immaginario dei protagonisti. In virtù di ciò, l’ambientazione della storia è la chiave di volta per interpretare i fatti che si susseguono e, guardando ai personaggi, la condizione assurda dentro il quale si ritrovano. L’espediente dell’amore, in particolare, è probabilmente il mezzo più accattivante poiché, come dichiarato dall’autore:
Il piacere maggiore è stato quello di usare Cupido come “emissario” del malizioso Autore-Demiurgo, nel tentare, tormentare (bonariamente) il protagonista, Salvatore Costa, per condurlo verso avventure che tutto sommato mi sembrano molto piacevoli. Insomma, come nella vita, spesso ci struggiamo per cose che col passare del tempo ci fanno ridere o addirittura ci danno piacere.
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L’amore, seppur parrebbe che sia il principale fautore delle vicende del protagonista, nelle pagine cede spazio ad altri temi particolarmente rilevanti, ossia i vezzi dei personaggi secondari che fanno da cornice alla narrazione. Questi, come se vivessero dentro una condizione assurda dettata da un copione, indossano diverse maschere e ruoli che condizionano, per tutta la vicenda, sia le decisioni del dottor Costa, sia la conflittualità che si pone tra una volubile leggerezza e un’ironia tagliente, senza mai assumere un tono sprezzante.
L’autore di Trame del ’27 (acquista) ci consegna, dunque, la sua personale visione di una terra che, nonostante le dicerie, resta un territorio storico di grande importanza. Se solo si andasse oltre gli stereotipi e si lasciasse più adito alla curiosità, le “trame” potrebbero diventare il pretesto per guardare le cose con una prospettiva diversa, magari più consapevole.
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