Paolo senza Vittorio Taviani è un corpo dimidiato. Un’anima scissa, che avverte il peso dell’assenza e al tempo ne colma i vuoti. Leonora addio – premio Fipresci e unico film italiano in concorso alla Berlinale 2022 – si configura, in questo senso, come il diario di un addio; lo svela la dedica, vero atto d’amore, e ancor più l’omaggio a Pirandello, già adattato dai fratelli nel memorabile Kaos (1984) e in Tu ridi (1998). “Ho sentito il suo spirito dietro di me” dichiara il regista, “e ancora lo sento”.
Vittorio è il nucleo dell’opera, quella presenza-assenza che sgocciola nelle sequenze di Leonora addio a partire dalla “stravagante vicenda delle ceneri di Pirandello”, con funerali ripetuti e saluti dolenti. Un lento addio, dunque, che non risparmia il grottesco nell’estrema tenerezza, a confermare la vocazione letteraria dei fratelli (che avrebbero voluto inserire il tema in Kaos, come rivela Paolo a Il Mattino di Napoli) e il gusto per […]
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