Il caleidoscopio di Giovanni Mariotti

«I manoscritti dei morti viventi» di Giovanni Mariotti

8 minuti di lettura
I manoscritti dei morti viventi

Dipende dalle interpretazioni, ma compito dello scrittore è sicuramente quello di stupire. L’obiettivo e l’ambizione è che l’opera possa rimanere, essere ricordata, annoverarsi fra i capolavori della letteratura. Letteratura che assume al tempo stesso un concetto di per sé universale e troppo vago. La letteratura come antidoto e/o placebo alla mortalità.

Vite inghiottite dal quotidiano che cercano un proprio spazio nel mondo artistico, sognando l’arrivo di un’epifania. L’autore è così un novello Giovanni Drogo, in perpetua attesa di un riconoscimento, di una scoperta.

«I manoscritti dei morti viventi», un’opera non catalogabile

È anche questo I manoscritti dei morti viventi, ultima fatica di Giovanni Mariotti, edita dalla Nave di Teseo. Un libro difficilmente catalogabile, che costringe il critico a riconoscere nell’autore una delle voci più originali del panorama letterario contemporaneo.

La sua approfondita conoscenza in molteplici ambiti gli consente di muoversi in più meandri – anche contemporaneamente – senza trovare esplicite difficoltà. All’età di ottantasette anni riesce a sorprendere costruendo un intricato giochi di specchi dove il vero e il falso si intrecciano, fino a confondersi.

Questa sciarada, però, parte dal rapporto imperscrutabile fra autore e lettore. Per citare un passaggio de Il tempo ritrovato di Proust:

Ogni lettore è nell’atto di leggere il lettore di se stesso. L’opera dello scrittore è una sorta di strumento ottico che viene offerto al lettore perché possa discernere dentro di sé cose che senza il libro non avrebbe mai visto.

La casa editrice genera mostri

I manoscritti dei morti viventi è “cangiante”, proprio come il Libro (rigorosamente maiuscolo) che una responsabile editoriale trova fra le migliaia di faldoni che contengono altrettante opere ancora in attesa di giudizio. Un caleidoscopio di storie, in cui ogni lettore è potenzialmente in grado di trovare intere parti della propria vita nero su bianco.

L’autore del prodigioso volume è anonimo e il Libro diventa ben presto un caso editoriale. La gente si immedesima, tanto che alcuni fanno addirittura causa alla casa editrice per aver illecitamente trattato dati personali. Ma se questa riscoperta fosse in realtà il pretesto per una resurrezione?

Rabbrividendo di piacere al pensiero di una gloria postuma di scrittori inediti, autori di manoscritti mai letti o rifiutati, uscirono in forma di corpi fangosi dalla terra che le piogge torrenziali avevano trasformato in melma cedevole.

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La satira orrorifica dei «Manoscritti dei morti viventi»

Tra Spettri e Zombie si struttura così la satira, l’elemento orrorifico che, come ricorda l’autore, «tollera un accenno», senza che ne consegua una minuziosa descrizione. Dunque sì, ironia per gli aspiranti scrittori di tutta Italia ma anche per case editrici guidate dal solo profitto che hanno perso la bussola per la letteratura.

Il tutto sotto l’occhio tanto analitico quanto instabile di una giovane donna che, per controllare certe ansie, segue una terapia specifica basata anche su psicofarmaci. Così, all’improvviso, i dati architettonici dell’edificio che ospita la casa editrice diventano sempre più instabili e grotteschi. Gli spazi diventano sia alienanti e vasti come ospedali sia farsescamente e deformi come scenografie espressioniste. Custodi cannibali vivono prolificamente nei sotterranei, mentre presenze cimiteriali si aggirano nelle zone limitrofe all’edificio.

Nei Manoscritti dei morti viventi tutto è senza nome e anche le storie che si narrano lo sono. Tutto rimane in sospeso, senza soluzione apparente. E i percorsi, in questo caustico labirinto, si intrecciano e nell’incontro nascono le storie. Le storie della letteratura esse siano reali o immaginate, ma dove emerge comunque un bisogno:

Pensai: ‘Era lui; è il suo manoscritto. L’atmosfera di tregenda e finimondo che regnava questa notte gli avrà fatto apparire l’instaurazione di un rapporto tra Opera e Lettore un’urgenza non rinviabile. Ci tiene, anche se, per com’è fatto, non sarebbe disposto ad ammetterlo neanche sotto tortura.’

L’omaggio come specchio

Tuttavia, I manoscritti dei morti viventi è anche la storia di un’amicizia. Un omaggio all’amicizia decennale instauratasi tra Mariotti e il “compagno di banco” Fabrizio Puccinelli. Entrambi originari della Versilia, sviluppano una passione per la letteratura che li porterà a seguire percorsi paralleli contraddistinti da forti differenze – già di sé esemplificate dai due autori in Gabbie.

Con questa nuova uscita Mariotti si riavvicina all’amico scomparso, autore de Il supplente, e crea un resoconto, un racconto di loro due in veste di spiriti evanescenti. In questo gioco fra il fantastico e il reale, quindi, si incontrano nuovamente i destini e si scambiano i reciproci ruoli anche per il tramite dell’editor.

Il Principio e la Fine

I manoscritti dei morti viventi (acquista) è un romanzo decisamente moderno, con intere parti permeate da un lirismo lieve da commediante ispirato ed elegante. Una testimonianza viva del mondo editoriale, condotta con una satira arguta mai fine a se stessa. Mariotti ancora una volta sorprende con un romanzo inedito, senza che esso sia nemmeno vagamente simile ai suoi lavori precedenti.

Ancora una volta l’autore trova nella letteratura il Principio e – in un certo senso – la Fine di noi stessi:

In cerca di argomenti per mitigare la stupefazione non ebbi difficoltà a trovarli: per quel che ne sapevo l’individuo che aveva scritto quelle pagine non aveva amici, a parte me.
Certo era strano trovare là dentro aspetti della mia vita di cui non avevo mai parlato e di cui io stesso ero solo in parte cosciente, ma inclinazioni, fantasie, complicazioni potevano far parte del mio modo di essere e lui le aveva intuite frugando tra le pieghe degli anni passati insieme.

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Lorenzo Gafforini

Classe 1996. Nel 2020 si laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Brescia. Ha pubblicato otto raccolte di poesie e due racconti.

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