Sudafrica fra memoria e immaginazione

«Triangulum» di Masande Ntshanga

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Triangulum

Nelle letterature di paesi come Cina, Corea oppure gli stati africani, stiamo assistendo ultimamente all’uso della fantascienza per raccontare, attraverso un futuro immaginato, la contemporaneità di questi paesi e i loro problemi sociali. A proposito dell’Africa, lo scrittore di afrofuturismo – così si chiama la corrente letteraria che fonda immaginario africano alla fantascienza – Wole Talabi una volta ha affermato come i giovani scrittori debbano far proprio l’immaginario fantascientifico e lo sviluppo tecnologico per immaginare un futuro diverso rispetto a quello immaginato dall’Occidente.

Il futuro della letteratura post-coloniale futurista è sicuramente un futuro che guarda ai problemi sociali del passato e del presente. Restando in tema afrofuturismo, la scrittrice motswana Tlotlo Tsamaase ha scritto con Silenziosa sfiorisce la pelle (Zona42, 2022) un lavoro surreale e fantastico in cui lo sviluppo tecnologico in Africa non fa altro che aumentare il divario economico e sociale presente nei paesi africani. Alla letteratura post-coloniale ibridata a forme di distopia e fantascienza Pidgin Edizioni ha recentemente dedicato una collana dal nome «Mangrovie», e il primo titolo è Triangulum del sudafricano Masande Ntshanga.

La trama di «Triangulum»

Triangulum si apre nel 2043. A parlare è la Dottoressa Naomi Buthelezi, ricercatrice universitaria e rinomata scrittrice fantascientifica. La donna è stata incaricata dal Dottor Joseph Hessler dell’Agenzia Spaziale Nazionale Sudafricana di investigare su dei documenti che anticipano una previsione futura: la fine del mondo nel 2050.

La protagonista, allora, comincia a mettere ordine nei manoscritti e nelle registrazioni che Hessler ha ricevuto e che molto probabilmente sono legati all’attacco eco-terrorista alla Montagna della Tavola a Città del Capo del 2026. Da qui in poi, a narrare il tutto, una narratrice anonima, che fa salti temporali dal 1999 al 2002 passando per un futuro 2035 e che non solo passa in rassegna anni di storia sudafricana, ma immagina molto probabilmente un futuro fantastico che ha molto in comune con la storia della Nazione Arcobaleno.

Intreccio fra passato e futuro in Sudafrica

In una sua intervista per «The Johannesburg Review of Books», Masande Ntshanga ha spiegato come il rapporto fra presente e fantascienza sia per lui utile a raccontare il Sudafrica nel seguente modo:

Il futuro distopico del Sudafica si potrebbe facilmente immaginare attraverso il suo passato distopico, vale a dire che ci siamo già passati. Abbiamo già vissuto quel tipo di società tecnologica oppressiva a più livelli che è un tropo in molte narrazioni di fantascienza sul futuro, fra cui esperimenti umani e disastri ambientali su larga scala. Il presente è dove i due convergono, visto che la storia sudafricana avviene come un continuum (con l’apartheid che si sovrappone al momento post-apartheid e così via) invece che come capitoli separati e autoconclusivi. In altre parole, per immaginare cosa potrebbe essere, tutto ciò che dovevo fare era ricercare ciò che è stato e riportarlo.

Traduzione a cura dell’autore dell’articolo

Prima di Triangulum, Masande Ntshanga aveva già intentato questo continuum fra passato e presente in Il reattivo, anch’esso portato in Italia da Pidgin, dove in un futuro immaginario l’autore si è confrontato con l’epidemia di AIDS e HIV di cui nel 1999 l’allora Presidente sudafricano Thabo Mbeki aveva negato l’esistenza. Come in quest’ultimo, anche in Triangulum Ntshanga si confronta con il presente e passato del suo paese attraverso il futuro: l’apartheid, il problema delle township, la pesante eredità del colonialismo, le droghe e la crisi economica sono fra i motivi sudafricani che ricorrono spesso nel romanzo di Ntshanga.

Tutto ciò è narrato a livello metanarrativo su più livelli: la prefazione di Naomi, le memorie e le registrazioni della narratrice anonima e il manoscritto di autofiction. Su questi tre livelli, l’autore vuole comunicarci come ciò che avviene nel passato abbia ripercussioni sul futuro: se avvengono certi disastri come i cambiamenti climatici, è perché persistono ancora le disparità sociali alimentate dal progresso tecnologico.

Controstoria fantascientifica

L’aspetto interessante di Triangulum è proprio quello metanarrativo, in particolare l’espediente del manoscritto ritrovato, utile a dare una controstoria della storia ufficiale. Nella prefazione, Naomi svela fin dall’inizio la natura di questo testo:

Per amore della veridicità e del dettaglio – e a mio rischio personale – mi sono sottoposta a una terapia di regressione ipnotica per ricordare le informazioni che desideravo fornire a questo ufficio, ma sono ancora umana, o perlomeno lo sono stata, e per comprendermi è necessario comprendere la vita che ho vissuto, e chiedo che questa accompagni il testo.

Più avanti nel libro, si fa allusione a terapie mediche e all’ipnosi, elementi che tradiscono la natura fittizia del testo. Si può, quindi, azzardare a dire che tutto quello che leggiamo sia frutto dell’immaginazione di Naomi, che altro non fa che narrare quanto ha vissuto in forme diverse e immaginifiche, rendendo più forte il confine fra realtà e finzione da un lato, ma dall’altro dando forza all’autenticità di quanto raccontato nella finzione.

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Nelle memorie della narratrice si cela la chiave di volta di quanto leggiamo attraverso il mito della caverna di Platone: «”Come tutti noi, [i prigionieri] danno un nome alla realtà che hanno davanti, senza sapere che è l’ombra di un’altra realtà più concreta”». Quello che stiamo leggendo, alla fine, altro non è che l’ombra di qualcosa di reale, ovvero di un progresso tecnologico che, come in Silenziosa sfiorisce la pelle di Tsamaase, altro non fa che aumentare le disparità sociali.

L’ombra di una catastrofe concreta

Ed è qui allora che si comprende come le township, le droghe, le epidemie di virus come l’AIDS, l’apartheid e realtà come le Model C Schools, retaggio del sistema educativo nell’apartheid dove si insegnava solo inglese o afrikaans e si negava l’insegnamento delle lingue dei nativi, si riflettono nel futuro del 2026 e 2035 immaginato nei manoscritti trovati – ma forse scritti di proprio pugno – da Naomi.

“Bisogna immaginare che passato, presente e futuro siano tutti fissi, invece di essere sostituiti l’uno dall’altro. Che esistano tutti insieme, separatamente ma allo stesso tempo; e che ognuno di essi sia una destinazione possibile.

Le vicende dei Ritornanti e del loro attacco terroristico, delle ragazze rapite nel 1999, della Mano Sinistra e dell’hacker di colore M/A/R/K e della privatizzazione delle Zone – le township del futuro immaginario del 2035 – ci raccontano come «la storia nella metropoli era un cerchio» e come il Triangulum che dà il titolo al romanzo sia «un sistema di combinazione dove la memoria convergeva con l’immaginazione». Il ricordo degli errori del passato sudafricano ritorna nell’immaginazione e nel futuro, proprio perché le disparità sociali ed economiche sono destinate a continuare nel futuro, anzi, con il progresso tecnologico aumenteranno sempre più fino a portare a disastri di più larga scala come quelli ambientali.

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Alla fine di Triangulum, si ha la sensazione di risvegliarsi da un sogno che in realtà si sta già vivendo. Si ha la sensazione di aver vissuto un futuro che è già iniziato nel passato, e nel caso del Sudafrica un futuro in cui si ripeterà l’imposizione dei poteri forti a scapito dei deboli, la concentrazione del potere e della ricchezza nelle mani di pochi e nuova marginalizzazione sociale in cui i problemi sono relegati alla parte più povera del paese dove si concentrano le township, zone che mai il progresso tecnologico toccherà se non per espandersi arricchendo le già ricche aziende tecnologiche.

«Triangulum»: convergenza fra memoria e immaginazione

Triangulum (acquista) è la riprova di come ogni storia sia storia contemporanea, e la storia sudafricana ne è un esempio. Fondendo problemi sociali passati e presenti con un futuro fantascientifico e distopico, Masande Ntshanga racconta come sia necessario fare memoria del passato e raccontarlo alle generazioni future in ogni forma possibile, anche e soprattutto attraverso la narrazione di un’ipotesi di futuro. Ipotizzando il futuro si riesce a capire come in realtà quello che immaginiamo l’abbiamo già vissuto e continueremo a viverlo se non risvegliamo la nostra coscienza politica e sociale e non la mobilitiamo per creare i presupposti per un futuro migliore.

“La mente umana comprende l’esistenza attraverso tre dimensioni: il passato, il presente e il futuro. Questo non è il caso della nostra specie, poiché la nostra comprensione non è fissata a una forma. Tale discrepanza causa un’interruzione nel nostro segnale. Essa è il triangolo che vedi”.

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Alberto Paolo Palumbo

Insegnante di lingua inglese nella scuola elementare e media. A volte pure articolista: scuola permettendo.

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