«I Greenwood». Tra i rami di un albero genealogico

L'identità familiare racchiusa in un tronco

8 minuti di lettura
i greenwood

Michael Christie, autore ed ex falegname canadese, cala il lettore in una saga familiare di carattere ecologico grazie al suo secondo romanzo I Greenwood. Edito da Marsilio Editore, pubblicato nel 2021 e tradotto da Fabio Zucchella, questo libro racconta le avventure – e disavventure – dei vari componenti della famiglia Greenwood.

Un successo editoriale che riporta in scena i temi della storia familiare e del tema ecologico, capaci di coinvolgerci emotivamente durante tutta la durata dell’opera. Ma perché questo libro riesce a colpirci così tanto?

Un pezzo di legno, dopo che lui l’ha tagliato e posizionato correttamente terminando il suo lavoro, continua a vivere, assorbe umidità, si torce, si incurva, si altera, assumendo forme indesiderate. La vita non è diversa.

Gli anelli dei Greenwood

I Greenwood (acquista) si struttura in diverse annate, caratterizzate ognuna da un punto di vista differente: ogni sezione porta con sé la storia di un Greenwood diverso. Come si potrebbe osservare nel tronco di un albero, anche quest’opera dispone gli anni in anelli concentrici.

Se potessimo tagliare il dorso del libro e studiarne le annate, vedremmo che il 1908 – l’inizio della famiglia – sta al centro. È l’anello che riporta il punto di vista della cittadina in cui i fratelli Harris ed Everett vengono adottati. Qui, in gioventù, i compaesani li rinominano “i Greenwood” per il loro lavoro di giovani falegnami.

Leggi anche:
Richard Powers racconta lo «Smarrimento» del mondo di oggi

Il secondo anello, riguardante il 1934, è lungo e dettagliato. Siamo immersi nella storia di Everett Greenwood e lo seguiamo nelle sue disavventure. È il punto di vista più affascinante ed esplicativo, che permette di ricollegare tutti gli eventi dell’intero libro. Lo conosciamo egoista e vagabondo mentre trova una neonata nel bosco, desideroso di liberarsene in fretta, e lo salutiamo come un padre adottivo premuroso e condannato alla galera pur di salvare la vita della piccola.

Il terzo anello racconta la vita di Willow Greenwood nel 1974, hippie ribelle e attivista contro le multinazionali che abbattono gli alberi. Qui viene fortemente ripreso il conflitto generazionale tra lei e suo padre Harris, un conflitto che poi affronterà di nuovo come madre con suo figlio Liam.

Liam Greenwood è il protagonista del brevissimo quarto anello, risalente al 2008. In un mondo ormai devastato dalla siccità e dal cambiamento climatico, Liam riprende la professione di falegname del nonno ma trae insegnamento dalla morale della madre, usando solo legname di riciclo. Nelle brevi pagine in cui è protagonista, Liam ripercorre il suo strano legame con la madre e il suo intenso – per quanto breve – amore con Meena.

L’anello più esterno, invece, è dedicato a Jacinda – Jake – Greenwood e al 2038. Dendrologa presso la Cattedrale di Greenwood Island, unica terra ancora rigogliosa di alberi e non ancora annientata dalla tosse spaccacostole, Jake lavora per ripagare i debiti universitari. Non del tutto a conoscenza della storia della sua famiglia – di cui all’inizio è completamente ignara – ha un’unica missione: salvare, per come può, gli alberi che la circondano.

L’importanza degli alberi

Si può ben comprendere come gli alberi siano una costante nel libro e nella storia. Di grande impatto è, principalmente, l’abete di Douglas, una conifera sempreverde diffusa soprattutto in Canada. Questo albero diventa quasi un simbolo per i Greenwood, che ne siano coscienti o meno. Tutti i protagonisti della storia sono legati in qualche modo a questa pianta e ne traggono ispirazione o insegnamento.

Leggi anche:
«Non pensarci due volte»: perdersi e ritrovarsi

Gli alberi sono ciò che uniscono i Greenwood, malgrado le loro divergenze e la distanza che intercorre fra loro, che sia fisica o temporale. Non sono una famiglia di carattere prettamente biologico, ma come una foresta, i Greenwood sono uniti dalla loro estrema vicinanza al mondo arboreo.

Cosa sono le famiglie, se non opere di finzione? Storie che per ragioni particolari raccontano un insieme particolare di persone? Come le storie, le famiglie non nascono, vengono inventate e ricomposte con l’amore e con le menzogne.

L’amore per gli alberi li portano a compiere determinate azioni, a conoscere specifiche persone, a proteggere chi sta loro più a cuore e seguire la giusta – almeno per loro – morale. I Greenwood non sono “Greenwood” perché ereditano quel cognome, ma perché costituiti da una passione verso gli alberi. Come Everett ed Harris che acquistano il loro cognome perché epiteto del loro lavoro, chi viene dopo di loro accetta a suo modo il suo essere un Greenwood non per nascita ma per legame identitario.

«I Greenwood»: la critica ambientalista

Man mano che i decenni passano si può vedere come il mondo descritto da Christie venga colpito da un’emergenza climatica estremamente problematica. Già dal 1934 possiamo vedere i primi effetti devastanti della siccità e dei forti venti che distruggono i campi e non permettono più l’allevamento.

Tutto ruota intorno al Grande Avvizzimento. Un’estrema condizione climatica ha portato all’estinzione di gran parte degli animali e l’abbattimento di tutte le forme vegetali – eccezion fatta per la Cattedrale di Greenwood Island. Questo ha portato all’inizio di condizioni di vita inumane e il proliferare di nuove malattie, come la tosse spaccacostole che colpisce soprattutto i bambini.

L’anno scelto per l’apoteosi di questa condizione è il 2038. È indicativo se pensiamo alla nuova Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile istituita dall’ONU e dalle nozioni scientifiche riguardo una più che probabile emergenza climatica intorno a quegli anni. Un motivo – forse – per far comprende l’importanza più che reale di mettersi in gioco e fare qualcosa, anche andando contro i potenti. Essere come Jacinda e cercare di seguire la strada giusta e non la strada più facile: proteggere gli alberi e la natura.

Uno si compra la terra su cui ha messo radici una creatura del genere e automaticamente si ritrova autorizzato a distruggerla per sempre. E ancora più strano è che non esiste un potere in grado di fermarlo.

Segui Magma Magazine anche su Facebook e Instagram!

Greta Mezzalira

Classe 1995, laureata in Filologia Moderna. Innamorata del teatro fin dalla prima visione di "Sogno di una notte di mezza estate" durante una gita scolastica. Amante di musical e di letteratura.

Lascia un commento

Your email address will not be published.