«Morsi», diventare grandi è un incubo

Il ferroso gusto dell’infanzia

6 minuti di lettura

Morsi di Marco Peano (Bompiani, 2022), secondo romanzo per l’autore, è la storia di una crescita, un incubo che assume le forme della realtà e lascia in bocca il retrogusto ferroso dell’infanzia.

È il 1996, l’indimenticabile anno dell’incidente. La neve ha isolato Lanzo, un paesino di montagna in Piemonte. Il tempo sembra essersi fermato, tutto brilla nel biancore del silenzio più assoluto, ma la piccola Sonia ha una paura ben più grande del freddo.

Nata settimina, trascorre le sue giornate nella casa della nonna. Nella Valle, la realtà sembra non essere mai andata avanti, come se il boom economico si fosse fermato un paesino più in là, proprio dove lei si è rifiutata di andare a vivere con i genitori, con la madre impegnata a lavorare per la famiglia e il padre fedele all’alcol. In quel paesino, tutti si conoscono e tutti sanno che la nonna di Sonia, Ada, è la guaritrice della zona. Una masca, in dialetto.

Quotidianamente la donna riceve visite in uno stanzino apposito e attraverso erbe, massaggi e chissà cos’altro, guarisce chi ne ha bisogno. Le sue pratiche sono un mistero per Sonia, ma intende scoprirlo.

La scuola ha chiuso prima del previsto a causa di quello che tutti definiscono “l’incidente”. È la grande nevicata? No, affatto.

Una nuova paura: i morsi

Sonia scopre da Teo che la professoressa Cardone, l’insegnante d’italiano dagli occhi assassini, durante una lezione ha fatto qualcosa di indicibile

Sonia e Teo sono stati compagni di scuola. Lui lavora nella cascina del padre, per molto tempo si è portato appresso l’odore della campagna e quel senso di non appartenenza alla sua generazione, ma da qualche anno studia altrove. Eppure è a conoscenza di quelle ore d’orrore, difficili anche solo da immaginare, di cui Sonia non sa nulla perché era a casa con la febbre. 

Mentre tutti erano intenti nella scrittura del compito la professoressa tira su le maniche della maglietta. Nessuno se ne accorge, troppo impegnati a concentrarsi sui fogli. Di scatto, la professoressa Cardone si morde il braccio e strappa via un consistente pezzo di carne

Fuori dalle finestre dell’aula il sole freddo continuava a spargere incurante i suoi raggi; i giardinetti erano deserti, gli stessi dove nelle giornate primaverili, durante l’intervallo, si riversavano i bambini. E deserti erano i cortili, le strade, i sentieri: sembrava fossero spariti tutti gli abitanti di Lanzo. Ovunque regnava la pace.

Ovunque, ma non in quell’aula dove ha inizio questa sanguinaria forma di autocannibalismo

Se il passaggio dall’infanzia all’età adulta è una fase traumatica, per Sonia e Teo attraversa forme terrificanti e dolorose. E se prima Sonia era ossessionata dalle parole che «le facevano visita di frequente», in particolare nei sogni, adesso scopre una nuova paura: i morsi.

Prometti di non mordermi.

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Un insolito romanzo sulla formazione

Quello che, nelle prime pagine, sembra assumere la forma di un romanzo di formazione, si rivela essere quasi una storia horror, uno splatter in perfetto stile King. Un romanzo fuori dal comune, impressionante e disturbante, che scardina le basilari regole dei classici romanzi italiani, dove i turbamenti infantili si trasformano in emozioni che restano dentro e spiazzano. Diventare adulti non è stato facile per nessuno, è proprio questo che Peano, in queste pagine, desidera raccontare in modo insolito.

Per quanto si possa tentare di dimenticarli, alcuni momenti della vita emotiva di ciascuno di noi risultano indelebili. Che sia un episodio tremendo o piacevole, un evento gioioso o qualcosa che si vorrebbe cancellare per sempre, il tempo agisce sulla memoria lasciando un segno. Una cicatrice, per costringerci a ricordare – ogni volta che ci si passa sopra il dito – che qualcosa è accaduto.

Una macchia rossa

Dopo L’invenzione della madre (Minimum fax, 2015), un romanzo in cui il protagonista Mattia, pur sapendo che non si è mai pronti abbastanza, impara a dire addio alla madre malata, Peano ritorna a scrivere affrontando ancora una volta la difficile lezione dell’addio.

Per concludere, Morsi (acquista) è una macchia rossa in un bianco deserto di libri-specchio che raccontano, attraverso uno stile sempre in evoluzione, i pensieri di un adolescente. Peano segue lo stesso obiettivo ma lo fa prendendo un sentiero disturbante, e non lo fa per il semplice gusto di scandalizzare il lettore, semmai tenta di sciogliere la certezza della quotidianità.

Un romanzo consigliato a chi desidera scoprire come è ancora possibile rimescolare i pezzi di una storia irreale che ha tutte le carte in regola per essere reale. E un po’ ci pensi, a questa cosa.

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Serena Votano

Serena Votano, classe 1996. Tendenzialmente irrequieta, da capire se è un pregio o un difetto. Trascorro il mio tempo libero tra le pagine di JD Salinger, di Raymond Carver, di Richard Yates o di Cesare Pavese, in sottofondo una canzone di Chet Baker, regia di Woody Allen.

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