La musica elettronica che sognavamo

«Non nella Enne non nella A ma nella Esse» di Mariana Branca

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«Non nella Enne non nella A ma nella Esse» di Mariana Branca

Non nella Enne non nella A ma nella Esse, l’esordio di Mariana Branca per Wojtek Edizioni, finalista alla XXXIV edizione del premio Italo Calvino, si presenta come un titolo indagatorio, complicato, difficile da definire ma pur sempre provocatorio per un lettore sperimentale.

La centrale elettrica di quegli anni era la musica elettronica che ascoltavamo, la musica elettronica che ballavamo, la musica elettronica che giocavamo, la musica elettronica che sognavamo.

«Non nella Enne non nella A ma nella Esse», pagine fatte di suoni

Il romanzo racconta la musica elettronica tra la fine del secolo scorso e oggi, attraverso uno dei suoi esponenti più geniali: Nicolàs Jaar. Una narrazione totalizzante della brillante musica che lui è in grado di produrre e donare agli ascoltatori, raccontata attraverso gli occhi del suo migliore amico, Andrés F. Rodriguez. Tra una citazione musicale e un club sotterraneo, tra i ghetti di New York e i locali psichedelici di Londra o Berlino, ma c’è anche un’altra storia. C’è un’amicizia, l’amore per la musica e una comunità di amanti della musica elettronica pronta a unirsi, pronta a viaggiare attraverso i continenti seguendo gli artisti. C’è un’epoca. Una scena musicale. C’è il suono.

Battiti, battute, battenti, pulsazione misurata in radianti. Angoli, angoli smussati, angolature uditive, rotonde, rotanti; rotelle, ruote foniche, fotoni e fluidi in vettori, rotori nella stanza a ruotare…

La musica elettronica che rilascia ossitocina

Quella che in apparenza può sembrare una biografia romanzata, si rivela essere un libro che ripercorre la storia musicale attraverso l’amore fraterno tra Nicolas e Andrés, dai primi ascolti adolescenziali alla consapevolezza di una musica che si misura nello spazio e nel suono.

Leggendo questo libro si ha come l’impressione di ballare musica elettronica. L’autrice Mariana Branca riesce consapevolmente a inventare un nuovo dizionario, a utilizzare uno stile di scrittura sincopata e musicale per ricreare le immagini-sensazioni di mille esperienze vissute in quei luoghi urbani dove le note musicali creano una lingua internazionale che tutti possono capire, un’energia che dalle pagine rilascia ossitocina. Ogni lettera, ogni accento, ogni allitterazione, non sta mai lì per caso. È proprio dalla fusione di questi elementi che nasce questo romanzo breve, un lungo concerto in cui il suono e le parole si fondono alla perfezione. «In ottanta bpm, non uno di più».

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Nicolás e Andrés non saranno nella Enne, non saranno nella A, si ritroveranno invece in una Esse che il finale rivela.

Mariana Branca non ha paura di osare e, attraverso una ritmata scrittura sperimentale, compone un’opera dall’identità mista e ossessiva. Non nella Enne non nella A ma nella Esse (acquista) non è un romanzo consigliato a chiunque. È un esordio che è un romanzo-saggio più suonato che scritto, consigliato a chi ha il coraggio di lasciarsi guidare dalla pioggia di suoni, dalle vibrazioni della musica, elettronica e non. Un libro che costringe occhi, cuore e orecchie a una concentrazione stordente, che ipnotizza e percuote come una nottata in discoteca.

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Serena Votano

Serena Votano, classe 1996. Tendenzialmente irrequieta, da capire se è un pregio o un difetto. Trascorro il mio tempo libero tra le pagine di JD Salinger, di Raymond Carver, di Richard Yates o di Cesare Pavese, in sottofondo una canzone di Chet Baker, regia di Woody Allen.

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