Un libro a più mani, un grido collettivo, un caleidoscopio di opinioni, punti di vista ed intersezioni.
Più mani, più voci
Combattere una battaglia non è mai facile. E quando c’è di mezzo la parità di genere le cose si complicano ulteriormente. Quando si vogliono mettere in crisi le convinzioni su cui la società è stata fondata per anni, bisogna armarsi di pazienza. Eugenia Nicolosi – giornalista, scrittrice e attivista femminista del movimento LGBTQIA+ – si inserisce nella saggistica femminista con un libro corale, Patriarcato for dummies unisce le convinzioni alle esperienze, vissuti diversi a servizio di un fine comune.
«Premesso che non tutte le femministe la pensano alla stessa maniera su tutto; c’è un punto di partenza che accomuna ogni lotta: la consapevolezza di vivere in una civiltà che ha al centro l’uomo» scrive Nicolosi nella prefazione. Ed è da questo assioma condiviso che inizia il viaggio nelle lotte delle femministe nella giungla della società, dove farsi strada tra tigri, leoni e altri predatori è sempre più difficile.
Per fortuna esistono anche i social, una «piazza democratica, pubblica e accessibile» dove il privilegio di accesso al dibattito che solitamente appartiene alle istituzioni viene meno. Si tratta di una vera e propria democrazia digitale. Qui si abbattono le distanze per fare luce su situazioni e condizioni lontane dalle nostre esperienze quotidiane, per una lotta universale, dove i confini geografici o le possibilità economiche perdono la loro rilevanza.
Marina Cuollo ne è l’esempio. Spesso i luoghi fisici le sono irraggiungibili a causa della loro inaccessibilità. Una sedia a rotelle trova ancora troppe barriere, sia fisiche che mentali. Muoversi nel web permette di superarle. «Ho conosciuto la sorellanza, che è la cosa più bella che mi ha dato il femminismo».
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Campi di battaglia
I corpi delle donne sono campi di battaglia. Tutto ciò che le riguarda lo è. «Chi esce dal recinto installato da una determinata cultura sa che rischia di subire forme di violenza psicologica o fisica. E sappiamo che può accadere anche per i motivi più banali».
In Patriarcato for dummies (acquista) si sottolinea come sia sufficiente questa consapevolezza perché la donna abbia costantemente paura di uscire dal proprio perimetro, di sollevare la testa e di ignorare gli ordini. Un sistema in cui tout se tient, insomma. E anche la narrazione che viene fatta della violenza, è ancora troppo spesso sbilanciata. Quante volte la stampa così come l’opinione pubblica cerca scusanti per stupratori o assassini? I crimini vengono trasformati in amore malato, quando non c’è niente di sentimentale in chi violenta o uccide. «Lo stupratore non è malato, è il figlio sano del patriarcato».
I numeri dei casi di violenza domestica non sembrano intenzionati a diminuire e per ogni donna che denuncia c’è una persona – giudice, carabiniere, giornalista, amico o parente che sia – che fa la domanda di rito: «Ne è sicura? E lei cosa ha fatto per provocarlo?». Alle parole delle donne non si crede mai.
Sappiamo bene quanto i corpi vengano prima delle donne stesse. «L’utero è tuo, ma lo gestisce Giorgia» scrive Nicolosi nella sezione dedicata alla maternità. Meloni, infatti, vorrebbe rendere la Gestazione Per Altri (GPA) un reato universale, non tenendo in considerazione che in molti Paesi è legale e per questo sicura per le donne che la praticano. La GPA è un argomento ancora divisivo, in fase di elaborazione, ma la riflessione è ben più ampia e si situa al centro della questione sui corpi, sui ruoli e sui generi. «Le donne si collocano secondo le variabili di bellezza, virtù e fertilità. La donna saggia non esiste. Quando pensiamo ai saggi pensiamo a uomini con capelli bianchi, pensiamo a Sergio Mattarella». Le donne devono essere ornamenti, contenitori senza contenuto, vuoti e lisci.
Resistenza
La lotta è infinita ma loro sono instancabili. Le femministe continuano ogni giorno a combattere per un mondo meno misogino. «Lotto marzo ma anche lotto maggio», scrive Nicolosi riprendendo l’hashtag diffuso sui social in occasione della giornata internazionale della donna e della festa della mamma che in Patriarcato for dummies prende il nome di «festa del patriarcato».
In una società che minaccia il diritto di scelta rispetto alla libertà di abortire, che sacrifica le donne in nome della crescita economica perché affida interamente a loro il lavoro di cura dei figli, della casa e dei genitori anziani, che non attiva programmi che possano sgravare le donne dalle incombenze che culturalmente toccano a loro per aiutarle a fare carriera, cos’è la festa della mamma? Chiamatela festa di chi ha messo da parte ogni sogno per assolvere al compito che il patriarcato le ha dato duemila anni fa.
La maternità è uno dei temi sempre caldi, tra chi la considera un obbligo morale e chi un elemento essenziale per riconoscere alla donna il giusto valore. E chi madre per un motivo o per l’altro non vuole esserlo, chi vuole abortire, deve scontrarsi con un sistema che fa acqua da tutte le parti, tra obiettori di coscienza e movimenti pro-vita. Vita di chi, poi. Non della donna, poco ma sicuro. Eugenia Nicolosi lo sottolinea nel proprio libro, dell’interruzione volontaria di gravidanza se ne stanno occupando delle associazioni, quando sarebbe un compito dello stato.
Che fare, allora, se il panorama in cui ci troviamo è questo e non ha niente di incoraggiante? Si prende un sorso d’acqua e ci si prepara a combattere ancora. «Altri mostri saranno uccisi e altri castelli espugnati, ma noi in game over non andremo mai».
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