Paesaggio in rovina e parole-santuario

«Perdutamente», di Fosca Navarra

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La raccolta poetica di esordio di Fosca Navarra, intitolata Perdutamente (Ensemble, 2023), è un’opera acerba, ma che rivela la determinazione di un’autrice nel compiere il primo passo di un percorso niente affatto semplice, e dunque meritevole di attenzione e rispetto.

È forse in quanto narratrice di racconti brevi – penso a Ritratto dell’uomo che guardava le macchine apparso su Altri animali o Le parti sane, recentemente pubblicato su minima&moralia – che dà il meglio di sé, ma non si esclude che in futuro Fosca Navarra possa arrivare a comporre poesie memorabili, avendo, con questa raccolta, mosso i primi passi nel percorso lacerante e oscuro della parola poetica.

Una raccolta “sfacciatamente giovane”

Il libro, come accennato, è acerbo, ma è probabilmente proprio a partire da questa condizione che trae il proprio slancio. Acerbo, infatti, è da intendersi in una connotazione tutt’altro che negativa, come – d’altronde – il suo contenuto “sfacciatamente giovane”.

Perdutamente è dunque “acerbo”, ovvero “sfacciatamente giovane”, e, tuttavia, rimane sempre consapevole dell’ineluttabile corsa del tempo, degli incontri e degli agguati di un destino inospitale. Il lessico che emerge, in filigrana alla stragrande maggioranza dei testi presenti nella raccolta, è infatti legato all’immaginario della lotta: «Vedo negli amanti esaltazione / e sfregio all’abbandono».

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Il tramite della mitologia

Due sono le figure mitologiche, baroccamente chiamate in causa nella prima sezione, a far emergere i temi che si potranno rintracciare durante tutto il percorso delineato dall’autrice. Si tratta dell’abbandono da una parte, e della violenza dall’altra, allegorizzati nelle figure di Arianna e Creusa. Le loro storie, intrise di sangue e di perdita, sono le madri mitologiche evocate nel momento in cui l’autrice decide di intraprendere la catabasi nei propri traumi e nelle ferite annidate non solo nell’infanzia, ma nel cuore della propria quotidianità domestica.

Perdutamente (acquista qui), dunque, svolge un ruolo prezioso nella vita di chi l’ha scritto, e potrà svolgerlo anche nella vita di un lettore che attraversi simili condizioni esistenziali. La poesia diventa infatti uno strumento di resistenza rispetto alla fenomenologia del male, della quale non si può fare a meno di essere testimoni. Fosca Navarra non si limita a descrivere atti violenti, tracciare una linea di separazione fra vittime e carnefici, ma prescrive la necessità vitale di muoversi e reagire:

Il tuo dramma è una vergine
nuda e gentile
mi spiegano loro
la vergine va deflorata e finita
vergine è sì il nostro dramma,
ma dramma significa azione
senza una vergine e un dramma
non c’è poi riposo
né casa.

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Il significato dell’avverbio

Un ulteriore elemento su cui è opportuno porre l’attenzione di chi legge è il titolo della raccolta di poesie. È piuttosto raro, e probabilmente abbastanza fuori moda, usare per titolo di un libro un avverbio di modo. Perdutamente è un titolo-modalità. La sua pomposità ricorda certe chiese decorate nello stile barocco-napoletano, orgogliosamente in rovina, nel bel mezzo delle macerie del paesaggio urbano.

Perdutamente, dunque, allude a una perdita, ma rende questa perdita una modalità, forse addirittura una condizione dell’essere. Non, dunque, la perdita “di questo” o “di quell’altro”, ma la realtà permanente di uno stato di corruzione, il cui unico spazio di resistenza si avverte nel santuario delle parole.

Strascichi sfreccianti di marina,
il vento impietosito mi intontisce.
Siamo a casa,
casa sua…
ti prego,
non toccarmi le parole.

Biografia

Fosca Navarra nasce nel 2000 a Napoli, dove vive e studia lettere classiche all’Università Federico II. Ha pubblicato racconti su diverse riviste online, tra cui Micorrize, Narrandom, Altri Animali e minima&moralia. Suoi testi poetici sono apparsi su Suite Italiana e Interno Poesia. Nel 2023 ha pubblicato la sua raccolta poetica d’esordio Perdutamente (Edizioni Ensemble).

Damiana De Gennaro

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Redazione MM

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