Come siamo arrivati a questo punto?

«Qualcosa di bello» di Roberto Pellico

4 minuti di lettura

Amarsi da molto tempo vuol dire farlo in modo confuso, imperfetto, vuol dire non lasciare che il silenzio o il tempo rovinino quel qualcosa di bello che è il sentimento. 

Come l’amore tra Andrea e Paolo, che stanno insieme da anni e che adesso sono in crisi. Impigliati nei loro silenzi, nelle loro fragilità, scoprono che non basta amarsi per impedirsi di soffrire. Qualcosa di bello di Roberto Pellico (Augh! Edizioni, 2022) è un romanzo moderno sui legami, sull’incomunicabilità dei sentimenti, sul senso della perdita di sé o di chi amiamo.

Andrea pensa che sarebbe più facile se le cose si spezzassero nel mezzo. Dividersi tutto. Le colpe e i dolori. Perché se la corda si rompe solo da una parte, succede che non si riesce più a venirne fuori. Gli sembra un copione già scritto, di frasi fatte, di cose che si considerano banali quando riguardano gli altri ma, in realtà, riguardano tutti. E chissà poi, in quanti se lo chiedono tutti i giorni. In quanti si fanno la stessa domanda che si sta facendo lui.

Come ci siamo arrivati a questo punto?

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Non è solo l’amore a fare da fulcro a questo romanzo, c’è Manuele – il migliore amico di Paolo – che cura un irriverente blog che spezza la narrazione concedendo una pausa al lettore, uno spazio in cui raccontare le disavventure con un amore non corrisposto da cui trae spunto per dare consigli profondi e sensibili ad altri ragazzi che si trovano in difficoltà. 

E poi c’è Giulia, legata a Paolo da un segreto, che dopo la perdita dei genitori decide di fare volontariato nel carcere di Padova.

Un invito ad abbattere i pregiudizi

È da stupidi credere che andrà sempre tutto bene, due persone che si amano sono un insieme di troppe cose e perdersi, da qualche parte, è inevitabile. Allegrie, traguardi condivisi. Poi dispiaceri, tristezze, magari tradimenti, magari perdoni. Per me, due persone che si amano sono come due foglie abbandonate nel vento che non smettono di cercarsi. Sono qualcosa di bello, dunque. Oggi credo che la vera conquista non sia smettere di soffrire, anzi. È non permettere al dolore di offuscare la bellezza delle cose che verranno.

L’esordio di Roberto Pellico è una storia intima sulle relazioni umane, sul bisogno di amare e sulla capacità di sapersi risollevare dalla voragine del passato e ricercare una nuova possibile salvezza. 

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In Qualcosa di bello (acquista) Pellico ha saputo mettere nero su bianco alcuni aspetti della nostra società che spesso non riusciamo a cambiare: l’omofobia, i pregiudizi che abbiamo verso ogni cosa, in particolare nei confronti dei carcerati di cui non si conosce la storia e condannati come colpevoli senza possibilità di recupero in nessun ambito della vita, la facilità con cui si può cadere nella monotonia di una vita insieme. Un grido alla società moderna e alle nuove generazioni, un invito ad abbattere tutti gli inutili pregiudizi.

Qualcosa di bello è un romanzo dedicato alle persone «fragili, indifese, combattive, autentiche» che in passato hanno commesso errori, fallito, ma non per questo rinunciano a vivere. 

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Serena Votano

Serena Votano, classe 1996. Tendenzialmente irrequieta, da capire se è un pregio o un difetto. Trascorro il mio tempo libero tra le pagine di JD Salinger, di Raymond Carver, di Richard Yates o di Cesare Pavese, in sottofondo una canzone di Chet Baker, regia di Woody Allen.

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