Si è conclusa lunedì un’edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino semplicemente da record, per un totale di 215.000 visitatori. E il dialogo tra autori e lettori lascerà un segno destinato a durare molto, molto a lungo. Vi raccontiamo qui i più significativi tra gli incontri a cui abbiamo assistito, tra non-fiction e nuovi esordi.
José Tolentino Mendonça e Massimo Recalcati
Edito da Vita e pensiero, Metamorfosi necessaria. Rileggere San Paolo è l’ultimo libro del cardinale José Tolentino Mendonça. In occasione della presentazione del libro al Salone, l’autore ha dialogato con lo psicanalista Massimo Recalcati. Un dialogo interessante e stimolante, in cui i due studiosi si sostenevano l’un l’altro cercando di analizzare senza stereotipi o pregiudizi la vita del Santo. Per molti, dopo il Cristo, San Paolo è la figura più importante del cattolicesimo, capace di seminare per primo valori come il rispetto della persona, della libertà e dell’uguaglianza.
Innanzitutto Recalcati, si discosta dalla sentenza di Freud sulla religione e sul cristianesimo: non si tratta infatti di delirio e tanto meno di rifugio dall’asperità dell’esistenza, ma di un passaggio che segna un cambiamento profondo. Paolo è il primo teologo, scrittore, capace di tradurre l’esperienza di Gesù in maniera incisiva tanto da influenzarci ancora oggi.
D’altronde Paolo ha un percorso travagliato, per cui tutto passa attraverso la sua biografia. Paolo il fariseo inizialmente faceva della legge il principio della costruzione della realtà. Quest’uomo che credeva soltanto nella legge, ma poi quando si converte passa parte della sua vita in prigionia. Quindi, quando Saulo diventa Paolo? Per un “contromano drammatico”, quando l’incontro con Cristo lo getta nella polvere. Si passa così dalla prima legge – versione antiquata e granita scritta nella pietra – alla legge scritta nel cuore. La legge prende così la forma della fede. La fede diventa perciò un’esposizione, che invita Paolo ad uscire e mettere in discussione le sue convinzioni. Un atto di fede, appunto: una speranza che viene prima della speranza stessa.
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Alessandro Piperno presenta Proust senza tempo, Mondadori
«Perché si scrive un libro? Che senso ha scrivere un libro?» È con queste domande che Alessandro Piperno introduce Proust senza tempo, il saggio edito da Mondadori. A questa domanda risponde utilizzando le parole scelte da Vladimir Nabokov durante un’intervista su Playboy: non c’è una risposta, non c’è un senso al “perché scrivere” se non il fatto stesso di scrivere.
E a questo punto – la domanda sorge spontanea – perché scrivere un romanzo su Proust? La bibliografia proustiana è infinita e cattura ogni possibile inclinazione dell’autore, cos’altro c’è da dire? Piperno non si limita ad analizzare l’opera e l’epoca di Marcel Proust, ma racconta una categoria umana: i proustiani, «figure vagamente ripugnanti e ossessive» la cui devozione collima con un atteggiamento religioso.
Nell’eterodossa famiglia di lettori (categoria umana non sempre simpaticissima), i proustiani si distinguono per una singolare inclinazione allo snobismo e all’idolatria. Se da un lato sono soliti guardare dall’alto in basso chiunque non abbia finito la Recherche, dall’altro considerano un dovere patriottico visitare almeno una volta nella vita i luoghi proustiani (case di campagna, alberghi di mare, cattedrali), con lo spirito del pellegrino che si reca in Terra Santa.
L’autore, dopo averci divertito e averci preso a braccetto, per svelarci gioie e confidenze della sua lunga frequentazione con Marcel, entra nel vivo della scrittura proustiana trovando una risposta impenetrabile alla domanda iniziale –perché Proust?– ed è perché ci incanta.
La storia di lettore della Recherche diventa un invito per il neofita a gettarsi nell’interminabile romanzo e nell’amore verso Proust, senza fine.
Jordan Ifueko esordisce con «Raybearer»
Durante il primo pomeriggio di sabato 20, è stato presentato per la casa editrice Fazi, il romanzo young adult Raybearer. Nato dalla penna di Jordan Ifueko, giovane autrice afroamericana, l’opera sta riscuotendo grandissimo successo anche in Italia: numerosi fan hanno accolto Ifueko alla conferenza in Area Bookstock con gran clamore, sostenendo numerosi minuti di coda sia per la conferenza che per il successivo firmacopie.
La presentazione è stata moderata da Megi Bulla, in arte @labibliotecadidaphne: anche grazie a lei e alla sua recensione su Tik Tok, molti lettori si sono avvicinati al libro di Ifueko. Un’opera che l’autrice stessa considera personale e spesso fondata su esperienze di vita vissuta: la lontananza dagli altri bambini durante l’infanzia è derivata dal suo studiare a casa e l’immagine di un Consiglio di ragazzini attorno ad un forte leader è sorta quando poi si è trasferita in collegio, circondata solo da adolescenti. Un’opera, infatti, che Ifueko scrive e ricama dalla sua stessa adolescenza e che ha modellato attraverso gli studi successivi. La volontà di esordire con un romanzo young adult – ricorda poi l’autrice – nasce dall’importanza che ripone nella formazione dei giovani e dal proporre un mondo diversificato, basato comunque su ambienti reali ma poco sfruttati nella letteratura.
Infine, Ifueko invoglia a mantenere alta l’attenzione sul libro – per quale è infinitamente grata – in attesa del successivo che terminerà la duologia, probabilmente sempre edito da Fazi. E, se tutto dovesse andare bene, esiste la possibilità che il mondo di Raybearer si espanda con spin-off e storie laterali a quella della protagonista. Rimaniamo quindi in attesa e consigliamo a tutti di leggere l’esordio letterario di Jodan Ifueko.
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