Sicuramente una delle uscite editoriali più attese di questo 2021 è Solenoide di Mircea Cărtărescu, edito da Il Saggiatore. Autore diventato ormai di culto, si è fatto conoscere e apprezzare dal pubblico italiano grazie soprattutto alla missione editoriale della Voland. In particolare, si ricordano Travesti, Il Levante e la trilogia Abbacinante – quest’ultima composta da L’ala sinistra, Il corpo e L’ala destra. Nato nel 1956, Cărtărescu vive fin da subito tutte le ipocrisie della dittatura di Nicolae Ceaușescu. La sua volontà di uscire dagli schemi, di sperimentare e di rifuggire le logiche politiche dell’epoca lo porta a divenire il massimo esponente della cosiddetta “Blue Jeans Generation”. Contro il regime, si impone già negli anni Ottanta come giovane talentuoso destinato a una vita di successi letterari. La Romania, poi, rivestirà un ruolo fondamentale nelle opere dell’autore, tanto che lo stesso Solenoide – da molti considerato il suo capolavoro – è ambientato proprio a Bucarest. Come avrà a dire in un’intervista rilasciata a Il Giornale nel 2016:
Un grande scrittore romeno diceva: Il poeta, come il soldato, non ha una sua vita privata. Ognuno di noi sente di essere il centro dell’universo, sicché io non credo che la vita privata di uno scrittore sia rilevante per la sua opera. Se ho un ricordo di me, è con un libro in mano. Io di diverso dagli altri non ho tratti personali, ma uno stile. Con il quale voglio restituire un’immagine del mondo come l’ho conosciuto.
«Solenoide»: un’opera monumentale
Elementi biografici o meno, i suoi libri sono stati insigniti di prestigiosi premi fra cui l’Internationaler Literaturpreis, lo Spycher, il premio di Stato per la Letteratura europea conferito dalla Repubblica austriaca e il Prix Formentor. Cărtărescu, già noto per le sue opere titaniche – la trilogia Abbacinante vanta più di 1600 pagine –, con Solenoide sorprende il pubblico mondiale. Con le sue mille pagine l’opera si dimostra completa, pionieristica e destinata a condizionare il lavoro artistico delle prossime generazioni; come d’altronde hanno già fatto alcune celebri opere moderne. In merito, basti pensare a L’arcobaleno della gravità di Thomas Pynchon o a Infinte Jest di David Foster Wallace, oppure ancora a 2666 di Roberto Bolaño. Libri certamente impegnativi che richiedono necessariamente uno sforzo propositivo del lettore.
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Il Saggiatore – grazie al traduttore Bruno Mazzoni – decide di cimentarsi in un progetto davvero eccezionale, confezionando un libro di grandissimo pregio. Consapevole che l’opera non sia immediata e necessiti anche di opportune spiegazioni oppure – anche semplicemente – di un confronto, la casa editrice ha pensato di organizzare delle letture pubbliche telematiche per incentivare il pubblico. Dunque, si leggono insieme interi capitoli dell’opera in modo da farla divenire una sorta di patrimonio condiviso e ammirabile da una vasta cerchia di persone. Il lettore, quindi, accetta tacitamente questa sfida che – seppur ardua e impervia – è in grado di fornire gioie, soddisfazioni e regalare una prosa limpida e al contempo estremamente colta.
Il solenoide dell’eccentrico Nicolae Borina di Cărtărescu
Il protagonista – probabilmente un alter ego dell’autore – è un insegnante che non ha raggiunto il successo letterario sperato. Un uomo, dunque, insoddisfatto della propria condizione, che però si trova coinvolto in una situazione del tutto eccezionale. L’ambientazione è quella della capitale romena negli anni Ottanta e la vicenda verte sulla scoperta del tutto inusuale dell’eccentrico Nicolae Borina. Uomo dagli studi incostanti e dalla vita picaresca, nelle sue peregrinazioni negli Stati Uniti incontra lo scienziato Nikola Tesla. Sviluppando le ricerche in campo elettromagnetico, l’inventore si specializza sempre più sull’utilizzo delle bobine fino a diventarne ossessionato.
Il vecchio […] sembrava credere in una rete energetica della Terra che aveva, qua e là, punti di grande intensità (nodi) e, all’opposto, punti inerti (alvei). La sua casa andava collocata in un nodo, il più prossimo sulla carta topografica. Era possibile scoprire questi punti mediante una sensibilità da geomante o tramite complicati calcoli numerologici. […] Aveva comprato un terreno di circa cinquecento metri quadrati, in maniera che il nodo fosse incluso completamente nel suo perimetro. Aveva scavato una fossa ampia e profonda per le fondamenta della casa, e con questa occasione aveva trovato delle vecchissime rovine, che conducevano nell’abisso della storia. Lì, nella fossa di argilla fresca, Nicolae Borina aveva collocato il suo solenoide.
Senza averne conoscenza, l’insegnante acquista l’abitazione ad un prezzo bassissimo. Constato che non si tratta di farneticazioni, il protagonista diviene proprietario di un immobile capace di creare un campo gravitazionale e comincia a scrivere le proprie memorie surreali.
La lirica di Mircea Cărtărescu in «Solenoide»
Nonostante il romanzo – o meglio, l’iper-romanzo (acquista) – sia intriso di episodi degni della migliore letteratura postmoderna, non mancano momenti di grandissimo senso lirico. La bravura dell’autore consiste nella sua totale versatilità, dimostrandosi in grado di scrivere su qualunque argomento sia che tratti la sfera privata sia quella collettiva. La relazione altalenante che intrattiene con la collega Irina consegna al lettore alcuni dei momenti più felici di tutta la lettura.
Non voglio scrivere ora della sessualità di Irina, ma lo farò più in là, in questo manoscritto che ne ha bisogno, poiché non ho mai avuto un’esperienza più tenebrosa e più fantastica, più carnale e più tormentosamente dolce, e credo che non ci sia una droga più forte in questo mondo in cui viviamo avviluppati dentro una carne sensitiva.
Un affascinante rompicampo
Con il suo progredire la narrazione si ripiega su se stessa giocando in maniera intelligente con lo spazio e il tempo, costruendo così un prezioso rompicapo estremamente affascinante. Un romanzo che assume tutte le connotazioni della confessione fiume, ma con una singolare e particolarissima metodicità.
In un’intervista a Vanni Santoni per L’indiscreto, Cărtărescu commenta:
Solenoide è scritto a mano, in quattro quadernoni. Sempre senza alcuna modifica: senza cancellazioni, pagine strappate, inversioni di paragrafi. È scritto tutto d’un fiato dalla prima all’ultima lettera. Non ho pensato a cosa avrebbe contenuto il romanzo: un giorno ho semplicemente iniziato a scrivere, senza alcun piano, scrivere da una pagina all’altra, come si dice che “si vive da un giorno all’altro”. Scrivere è una questione di fede, quando inizi devi solo sapere che puoi fare il libro, e che puoi farlo bene.
Un’opera immensa che consacra ulteriormente un genio del calibro di Cărtărescu, capace – con il suo talento inconfondibile – di plasmare libri come pochi autori contemporanei.
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