«Stati di desiderio», un dono amaro

Una storia tanto reale quanto dissacrante

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stati di desiderio

La storia di un dono portato addosso come un amuleto e tenuto nascosto come un peccato. È Stati di desiderio, il romanzo d’esordio di Marilena Votta, pubblicato da D Editore.

Daniella, la protagonista, ha ricevuto questo dono in eredità dalla famiglia paterna, di origine giamaicana: riuscire a percepire i più profondi desideri di una persona, a sentire quelle che saranno le conseguenze delle sue scelte. La sua è una vita atipica ma, a differenza di quanto si potrebbe pensare, non a causa di questo suo potere. È una ragazza che ha imparato a farsi grande per tre, per sopperire all’invisibilità delle figure genitoriali. Ma procediamo per gradi.

«Stati di desiderio», la trama

Daniella ha sedici anni. Padre giamaicano, madre italiana. Dylan, il padre, fugge spesso dal nido familiare e la madre, Linda, vive solo per l’amore che nutre nei suoi confronti e, durante i suoi continui allontanamenti, non fa altro che aspettarlo crogiolandosi nella sua asfissiante depressione. Linda non è in grado di prendersi cura di se stessa, figuriamoci della figlia.

Con Dylan, invece, Dani sviluppa un rapporto di amore e odio, un potere in grado di creare un’affinità tra i due che va oltre il legame paterno.

Se da un lato conduce la (neanche tanto) normale vita di un’adolescente, tra scuola e amicizie, dall’altro ha imparato troppo in fretta a essere autonoma, rifugiandosi nel suo dono che è un po’ un tormento e un po’ un mistero.

Per molto tempo mi sono chiesta se le immagini delle vite degli altri fossero solo ricordi o futuri sospesi, oppure soltanto mie sensazioni dovute alle deduzioni, non dissimili da quelle che può fare qualunque persona dotata di un acuto spirito di osservazione.

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I suoi pensieri e il suo modo di relazionarsi con il prossimo la fanno apparire come una donna matura. Tuttavia Dani è impulsiva, come una ragazza della sua età sa essere. Si lascia andare alla passione, al desiderio che prova nei confronti di Mauro. Lui, il vicino, è un uomo infelicemente sposato che, nel tempo, diventa uno spazio in cui nascondersi. La droga che annebbia ciò che nella sua vita non va. 

«Per essere così giovane sai un sacco di cose.»
«Boh. Non è che avere sedici anni significhi essere giovani. Dipende dalla vita che fai.»

Il ritorno del padre sembra riportarla alla realtà, a capire che il futuro che vede non può essere cambiato. Comprende che Dylan ha bisogno delle sue continue fughe perché non sa amare come Linda ama lui, anche se segretamente si lascia andare a passioni sfrenate. Dani si sente irrequieta, velenosa. Quella vita in provincia la lascia inorridita e il suo dono assume sempre più i tratti di una maledizione.

Il momento in cui sto ferma e vedo cose che potrebbero essere accadute, o che potrebbero accadere.
Il mio dono.

La logica amarezza di una favola 

La situazione familiare si riflette nella vita sentimentale di Dani, nella sua non-storia con Mauro che non può e non vuole lasciare la moglie, la sua unica certezza in una vita di fallimenti. In modo analogo, ha a che fare con due coppie che non riescono a separarsi, per motivi diversi. E lei di quell’amore, di quel genere di amore non sa che farsene. Perché fa male e brucia sottopelle fino all’anima. Ma il dolore che sente dentro deve in ogni modo possibile vedersi anche da fuori.

Se, in generale, la lettura non deve essere concepita come un’attività sedentaria, ecco che D Editore, un progetto culturale che propone titoli in grado di rompere la parete dell’incomunicabilità, propone un romanzo che segue l’insegnamento del realismo magico mescolandosi a una storia a tratti di formazione, a tratti di una favola, nuda e cruda.

Lasciarsi guidare dai propri desideri è un vizio che solo chi è in grado di rischiare può comprendere, e per Dani questi desideri si suddividono in diversi stati della sua vita: la famiglia, gli amici, l’amore, il futuro. Quel futuro a cui assiste, inerte.

La logica amarezza di una storia malinconica, tanto reale quanto dissacrante. Stati di desiderio (acquista) è consigliato ai lettori alla ricerca di una narrazione fluida, lenta, pronti a farsi prendere per mano durante la lettura per orientarsi oltre ogni stato di desiderio e lasciarsi guidare verso la scoperta della passione.

Penso che le persone dicono tante cose che non significano niente, e poi dicono una cosa sola e quella significa tutto.

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Serena Votano

Serena Votano, classe 1996. Tendenzialmente irrequieta, da capire se è un pregio o un difetto. Trascorro il mio tempo libero tra le pagine di JD Salinger, di Raymond Carver, di Richard Yates o di Cesare Pavese, in sottofondo una canzone di Chet Baker, regia di Woody Allen.

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