Per Fazi Editore da questo ottobre si può trovare in libreria l’esordio di A.K. Blakemore, Le streghe di Manningtree. Come celebrare Halloween – o apprezzarne l’estetica anche per il resto dell’anno – nel migliore dei modi, se non con un romanzo sulla caccia alle streghe? Un libro degno di arrivare nelle personali librerie di tutti i lettori, ma cerchiamo di capirne il motivo.
«Le streghe di Manningtree»: romanzo storico
L’esodio di Blakemore si propone come un romanzo storico scritto in prima persona da una delle donne che vennero condannate per stregoneria durante la caccia del 1643. La protagonista, Rebecca West, è una ragazza sui sedici anni, povera e poco ammirata dagli uomini. L’arrivo in città di Matthew Hopkins, però, cambia le carte in tavola. Dopo alcune – secondo lui – prove schiaccianti, la accusa insieme alla madre e altre sue povere concittadine di praticare stregoneria.
Il libro riporta citazioni di reperti giudiziari dei vari personaggi che troviamo nella storia, facendo seguire in parallela la Storia e il racconto che ci viene narrato. Si cerca di rimanere fedele ai fatti reali, come riportato nella postfazione finale, per donare un po’ di giustizia – e imperitura memoria – a chi è stata ingiustamente accusata e ammazzata.
Uomo e donna, ciascuno dispone di un solo corpo. Spesso vorremmo dimenticare dov’è stato, cos’ha fatto e chi ha amato. Ed è esattamente quel che desidero io.
Le streghe
Tutto si svolge durante la guerra civile tra il re inglese (in accordo con la Chiesa e nobiltà) e Parlamento (alleato con mercanti e artigiani). Dopo un anno dal suo scoppio, nel 1643 le terre e i piccoli borghi sono devastati dalla carestia e gli uomini sono tutti rilegati al fronte. Le donne, lasciate sole nei villaggi, sono alla mercé dei pastori, per lo più puritani, che viaggiano di borgo in borgo.
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La nostra storia, pertanto, inizia con l’arrivo di Matthew Hopkins, giovane inquisitore che passerà alla Storia per aver “stanato” il maggior numero di streghe in Inghilterra. Di fatto, il suo arrivo preannuncia fin da subito un cambiamento nell’aria. Le donne povere e bistrattate cominciano a guardarlo con attenzione, mentre le più ricche cercano di entrare nelle sue grazie, anche accusando le prime.
E così la strada di Rebecca s’incrocia con quella di Matthew, soprattutto a causa di sua madre, la Beldam Anna West. Una donna che ora definiremmo forte e decisa, che non si lascia abbattere dal potere maschile fino alla fine, ma che al tempo venne subito inquadrata come strega, iraconda e amante del Diavolo e per questo punita in pubblica piazza. E ovviamente, se la madre era una così potente strega, la figlia Rebecca non poteva essere certo innocente.
Il suo nome di battesimo è Anne, ma tutti la chiamano “la Beldam West”. Le si addice, poiché è un appellativo ingombrante e malvagio; sembra il nome di un deserto biblico su cui Dio ha fatto cadere una pioggia di meteoriti.
«Le streghe di Manningtree»: lo stile
Blakemore ha uno stile evocativo che porta i lettori all’interno della storia, mostrando visivamente ogni singolo aspetto della storia e della narrazione. Entriamo a Manningtree, notiamo la povertà dei piccoli cottage, la fatica delle donne e la paura che Hopkins emana. Quell’uomo che malgrado la giovinezza – che appassirà in fretta, possiamo dire fortunatamente – porta con sé una scia maligna e viscida.
Sostenete di odiare il Demonio, ma in fondo siete come lui. Arrivate di notte con il vostro cappello nero e le vostre insinuazioni. Tutte quelle anime in vostro potere… fate di loro il vostro trastullo.
Un esordio che lascia senza fiato, che promette grandi lavori successivi. Un romanzo storico che non annoia ma che tiene sulle spine: vogliamo sapere, nel bene o nel male, come andrà a finire. Qualcosa che, al giorno d’oggi, appare così lontano ma che è tema attuale: fino a che punto può spingersi la donna contro le autorità, prima di venire accusata di pazzia o di stregoneria?
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Nel mondo di oggi forse parlare di streghe pare assurdo e lontano, ma ci sono tanti modi di essere “streghe moderne” e tante accuse che possono portare alle stesse conseguenze: isolamento, condanna, pubblica umiliazione.
Questo libro ci riporta indietro nel tempo con grazia ma anche forza, per spingerci in avanti e comprendere meglio il presente. Se una Beldam West muore sul rogo, forse una Rebecca, figlia e sorella di tutte noi, si può salvare.
La critica
L’opera di Blakemore ha affascinato lettori e critica, portando a casa il Desmond Elliott Prize per il miglior esordio del Regno Unito. Il libro, all’apparenza poco puntuale nel mercato attuale, vanta invece una grande forza narrativa e di attualità.
Le streghe di Manningtree (acquista) affascina la critica per il suo linguaggio, per il suo stile visivo, nato dalla precedete esperienza dell’autrice nella poesia. Un libro che promette un grande inizio di carriera nella narrativa e che ci porta a sperare in altri seguiti di alto valore. E che merita, certamente, un posto nella vostra libreria.
Tuttavia, il relativo eccesso di prodigalità o di avarizia di ciascun dono ci concede qualcos’altro di cui sparlare. Frumento per lo spietato mulino di Manningtree, la reputazione.
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