Le risposte di Michela Murgia alle domande più difficili

«Tre ciotole» di Michela Murgia

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«Tre ciotole» di Michela Murgia

A pochi giorni dalla dalla dichiarazione della sua malattia sul Corriere della Sera, Michela Murgia è uscita lo scorso 16 maggio con la sua raccolta di racconti Tre ciotole – Rituali per un anno di crisi (2023) nella collana Strade Blu di Mondadori.

Un libro agile (poco più di 100 pagine) dove i protagonisti dei vari racconti si sono già incontrati anche se magari non si conoscevano tra di loro; e dove la scrittrice di origine sarda cerca di dare una risposta a tutti quegli enigmi inequivocabili che ognuno di noi si trova a dover affrontare nella sua quotidianità.

Le voci di queste pagine

In queste pagine c’è chi è malato e ha subìto una perdita e l’unico modo per tornare a nutrirsi è quello dell’utilizzo di tre ciotole, c’è un medico che nonostante mille precauzioni vede il Covid scivolare tra le mura di casa, c’è chi ha lasciato e sta affrontando la sofferenza di un distacco comunque cercato da sé, c’è chi non vuole figli ma pensa di regalare una gravidanza a una coppia che non può averne, c’è chi ama la compagnia di un cartonato gigante, ci sono funerali organizzati in modo alternativo. Sono voci senza un nome proprio, quasi a voler richiamare l’universalità del messaggio portato. La diversità che abita i vari personaggi di questi racconti ben si sposa con l’intenzione dell’autrice: quella di voler probabilmente far personificare il lettore con i protagonisti di queste pagine.

L’autrice ci consegna quindi una miscellanea di voci che si traduce in un’altrettanta varietà di temi connotati di una grande attualità.

La malattia, la morte, la famiglia, la genitorialità

Apice di molti dei racconti è proprio il tema della malattia e del confronto con la morte, o con l’infelicità. Il primo racconto, Espressione intraducibile, si apre proprio con la storia di una donna malata di un tumore ai reni, quasi a voler creare un’analogia autobiografica; analogia che viene però spezzata perché Murgia in questo libro incarna diverse voci, di differenti età e genere.

Nelle scelte dei personaggi Murgia inserisce probabilmente anche i temi che le stanno a cuore, come quelli legati alla genitorialità e alla famiglia. Attivista a supporto delle famiglie queer, l’autrice non ha mai nascosto il suo pensiero a riguardo e anche in queste pagine ce lo accenna, per esempio nel racconto Utero in affido. Protagonista di questo intermezzo è una donna lesbica che pur di regalare un figlio a una coppia di suoi amici decide di portare a termine lei stessa la gravidanza, rinunciando alla potestà genitoriale una volta partorito. Un escamotage che purtroppo è reso necessario dalla legislazione e burocrazia presenti oggi nel nostro Paese. Un patto stretto con un amico, l’unico vincolo è la parola data.

La vita è ingiusta. Io posso generare, ma non mi interessa. Loro vorrebbero e non ci riescono. L’unica fortuna è che ci vogliamo abbastanza bene da prestarci i desideri a vicenda.

La pandemia, presenza intraducibile

Altro tema importante per Michela è quello legato alla pandemia. Che sia solo accennato o trattato nei suoi racconti, lo possiamo trovare spesso tra le pagine di Tre ciotole. Come lei stessa ha dichiarato infatti, le interessava scandagliare la capacità dei vari personaggi di rapportarsi con il virus.

Questa intenzione viene ben rappresentata nel racconto Volto non riconosciuto, dove un medico che continua a lavorare in ospedale nei giorni dilaganti del virus, crea un triage casalingo pur di non infettare moglie e figlio che lo aspettano a casa ogni sera. Dotato di intuito e mente scientifica il medico è convinto che il virus non potrà valicare le barriere da lui imposte; fin quando purtroppo il virus riesce a inficiare le mura di casa e a entrare, gettandolo in uno sconforto che rasenta la schizofrenia.

Ognuno dei protagonisti dei 12 racconti ha il proprio rapporto con la pandemia. Murgia crea così quasi un’opera corale, dove la pluralità delle voci dispiega una diversità che ci permette di capire come ognuno di noi abbia avuto una sua personale reazione a questo periodo: nessuna sbagliata o giusta, semplicemente la propria.

La sicurezza sanitaria era una scienza esatta e il virus era invisibile e subdolo, ma non onnipotente. Non poteva, per esempio, varcare muri, vincere su filtri efficaci o sopravvivere a soluzioni disinfettanti. Bastava solo sapersi organizzare.

Le non risposte

In questo libro però non troverete delle risposte. I fatti vengono interpretati e vissuti dai personaggi secondo la loro personale e unica visione delle cose e del mondo ed è questa la grandezza che ci consegna la scrittrice, della quale probabilmente questa sarà l’ultima opera scritta.

Non ci sono rimedi o consigli sulla via giusta per intraprendere un percorso doloroso come la morte di una sorella, la diagnosi di una malattia o la delusione di relazioni che credevamo in un certo modo e si sono rivelate tutt’altro. L’autrice ci dice che ha portato in Tre ciotole (acquista) il frutto del suo percorso, di quello che ha capito ma che soprattutto di quello che ancora non ha capito. Ecco perché ognuno potrà leggerlo e sentirlo suo nell’unico modo che conosce: quello personale e unico che ci caratterizza come lettori.

L’autrice

Michela Murgia è nata a Cabras (Oristano) nel 1972. Ha esordito come scrittrice nel 2006 con Il mondo deve sapere. Tra le sue opere, tradotte in più di trenta paesi, ricordiamo Accabadora (Premio Campiello 2010), Ave Mary (2011), Chirù (2015), Istruzioni per diventare fascisti (2018), Stai zitta (2021) e God Save the Queer. Catechismo femminista (2022). Insieme a Chiara Tagliaferri è autrice di Morgana. Storie di ragazze che tua madre non approverebbe (Mondadori, 2019) e Morgana. L’uomo ricco sono io (Mondadori, 2021), ispirati dall’omonimo podcast della piattaforma Storielibere.fm.

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Ester Franzin

Lettrice incallita, amante della letteratura e della lingua italiana in tutte le sue declinazioni. Classe 1989, è nata in un paesino della Pianura Padana. Si è laureata in Storia dell’Arte a Venezia e poi si è trasferita a Rimini, nel cuore della Romagna. Ha frequentato la scuola Holden di Torino e pubblicato il suo primo romanzo «Il bagno di mezzanotte».

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