Nel mese di settembre 2021 la casa editrice indipendente Alter Ego ha pubblicato E tutt’intorno il mare di Dominique Fortier. Il romanzo, uscito in Canada nel 2015, si era aggiudicato in patria il prestigioso Prix littéraire du Gouverneur général e finalmente, grazie alla traduzione di Camilla Diez, abbiamo modo di apprezzarlo anche in Italia.
La trama di «E tutt’intorno il mare»
Il libro è costruito su due diversi piani narrativi. Alcuni capitoli sono ambientati ai giorni nostri e vedono protagonista una scrittrice che, dopo la nascita della figlia, si trova a riflettere sul suo rapporto con la scrittura e sull’importanza che questa ricopre nella sua vita, nel tentativo di scrivere un nuovo libro. Altri capitoli, invece, sono ambientati nel XV secolo e raccontano la storia di Éloi, un pittore che si rifugia nell’abbazia di Mont-Saint-Michel dopo la morte di Anna, la donna di cui era innamorato. Si tratta di un romanzo nel romanzo, visto che è proprio quello a cui lavorava la scrittrice. Per sua stessa ammissione, le due storie si fondono fino a diventare una, complice un temporale:
Mi sedevo su una panchina all’ombra di un albero, tiravo fuori dal portaoggetti del passeggino un piccolo Moleskine e un pennino e inseguivo come in sogno quell’uomo vecchio di più di cinque secoli che viveva tra le pietre di Mont-Saint-Michel. […] Quel taccuino era per metà romanzo e per metà quaderno di appunti, promemoria. Spesso, di sera, non avevo le forze di portare dentro casa il passeggino prima di andare a dormire. Una notte c’è stato un forte temporale che ha infradiciato tutto. Al mattino il taccuino era diventato il doppio e somigliava a una spugna intrisa d’acqua. […] È stato forse così, mischiando il loro inchiostro, che la mia storia si è fusa con quella del Monte. Ormai non sarei più in grado di districarle.
Il leitmotiv di E tutt’intorno il mare è la celebre abbazia di Mont-Saint-Michel, in Normandia, costruita su un promontorio roccioso collegato alla terraferma con una sottile striscia di terra e che di notte, per via dell’alta marea, diventa una vera e propria isola. Un luogo non solo suggestivo, ma anche un tesoro per la letteratura. Il monastero, infatti, conserva un’imponente biblioteca, ricca di libri pazientemente copiati nel corso dei secoli dagli amanuensi.
Una storia di rivoluzioni
C’è un sottile filo rosso che attraversa E tutt’intorno il mare: il tema della rivoluzione, intesa non tanto come fatto violento, ma come un evento in grado di segnare una cesura nella vita di un individuo, se non dell’umanità intera. Non a caso, la storia di Éloi è ambientata a metà del XV secolo, un’epoca di scoperte che corrispondono convenzionalmente alla fine del Medioevo e all’inizio dell’Età Moderna: l’invenzione della stampa, le prime confutazioni della teoria tolemaica, fino ad arrivare alla scoperta dell’America nel 1492. Tutti avvenimenti che hanno cambiato in misura notevole il corso della Storia.
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Dalla macrostoria alla microstoria: anche la vita della narratrice è stata sconvolta da una rivoluzione, che forse non cambierà le sorti del mondo, ma senz’altro le sue. Ha dato alla luce a una bambina, è diventata in concreto una madre. È ancora una scrittrice, o la nuova identità di madre si è sostituita con prepotenza alla persona che era stata fino a quel momento?
Così come nel XV secolo gli uomini dovettero confrontarsi con l’idea che non era il Sole a ruotare intorno alla Terra, allo stesso modo la narratrice si accorge che il nuovo centro della sua vita, fino a quel momento votata alla scrittura, è la figlia. Scrivere la storia di Éloi non è per lei solo un modo di omaggiare la letteratura. Significa anche capire che, seppur decentrata, la scrittura è ancora nell’orbita della sua esistenza.
I libri sono tutti diversi
Éloi, analfabeta, ha conosciuto i libri solo grazie alla lettura ad alta voce da parte di Anna, e rifiuta di imparare a leggere per timore di spezzare l’unico legame rimasto con lei. È però affascinato dalla biblioteca dell’abbazia, da quei libri «tutti diversi» perché vergati da mani diverse, in epoche spesso distanti. Rimane così sconcertato quando gli viene raccontato di un tale Johannes Gutenberg che avrebbe inventato un sistema prodigioso, a caratteri mobili, in grado di creare in poco tempo copie identiche di uno stesso libro. Percepisce la portata rivoluzionaria dell’invenzione della stampa, dopo la quale il mondo dei libri non sarà più lo stesso.
Eppure, gli spiega un monaco, anche due libri esteriormente identici resteranno diversi:
Quello che più di ogni altra cosa fa sì che non siano tutti uguali è che vengono letti da persone diverse in momenti diversi.
Ancora una volta, il mondo reale, quello del lettore, incontra quello immaginario della letteratura, e insieme creano una storia unica. In entrambe le accezioni di questo termine.
Il paradosso della letteratura
Allo stesso modo, ogni scrittore porta sempre parte della propria storia in quello che scrive, anche quando è alle prese con vicende totalmente inventate. Ma ciò che rende davvero tale uno scrittore è la sua capacità di mettersi al posto di qualcun altro:
Per rispondere a quella domanda avrei dovuto mettermi al posto di qualcun altro, vedere il mondo attraverso i suoi occhi. Dimenticare ciò che sapevo per ritrovare un’ignoranza che non avevo mai potuto avere. […] Per comprendere il passato guardavo naturalmente indietro, quando invece avrei dovuto volgere gli occhi (i miei, i loro) in avanti.
È qui il paradosso della letteratura, sembra dirci Dominique Fortier: scrivere significa al contempo donare al lettore il proprio vissuto e rinnegarlo. Ogni opera letteraria nasce da queste due azioni, all’apparenza contrapposte e inconciliabili.
Consigliato a…
E tutt’intorno il mare (acquista) è un romanzo consigliato a chi ama i libri con diversi piani narrativi che si richiamano, e a chi va sempre alla ricerca della propria storia in quelle che legge – o ne dona un pezzetto in quelle che scrive. E, ça va sans dire, è più che consigliato a chi sogna di visitare l’abbazia di Mont-Saint-Michel o ci ha lasciato il cuore.
L’autrice di «E tutt’intorno il mare»
Nata nel 1972, Dominique Fortier è una scrittrice e traduttrice canadese. I suoi libri si caratterizzano per uno stile classico, estremamente curato. È stata la prima autrice quebecchese a essere insignita, nel 2020, del Prix Renaudot per la saggistica con Le città di carta, biografia di Emily Dickinson.
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