Leggere è ancora di moda? I libri nell’era digitale

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Per secoli, leggere è stato uno dei passatempi preferiti in molte culture. In Italia, soprattutto nel Novecento, libri e giornali rappresentavano la principale porta verso il sapere, l’immaginazione e il dibattito pubblico. Oggi, però, il panorama dell’intrattenimento è radicalmente cambiato: piattaforme di streaming, social network, videogiochi e contenuti digitali on demand competono costantemente per la nostra attenzione. Il quesito sorge spontaneo: leggere è ancora il passatempo principale?

La situazione in Italia

Secondo i dati ISTAT, in Italia il numero di lettori abituali di libri si mantiene stabile ma non cresce. Negli ultimi anni, circa il 40% della popolazione dichiara di aver letto almeno un libro all’anno, ma solo una parte consistente – attorno al 15% – può essere definita “lettrice forte” (ovvero, legge più di 12 libri all’anno). Le biblioteche, un tempo centri vitali di socialità culturale, hanno visto una diminuzione delle presenze fisiche, mentre le librerie si sono adattate, organizzando eventi, incontri con gli autori e presentazioni per attrarre un pubblico che oggi vive in un contesto dominato da stimoli rapidi e multimediali.

La lettura in formato digitale – ebook e audiolibri – ha guadagnato terreno, specialmente durante e dopo la pandemia. Se nel 2019 l’ebook rappresentava una nicchia, oggi è un’opzione usata regolarmente da una parte dei lettori, soprattutto per la comodità di avere centinaia di titoli in un dispositivo portatile. Anche gli audiolibri, grazie a piattaforme come Audible o Storytel, stanno cambiando il modo di “leggere”, permettendo di fruire dei contenuti mentre si è in movimento.

Il confronto con l’estero

Se guardiamo oltre i confini, la situazione varia sensibilmente. In Paesi come la Svezia e la Norvegia, il tasso di lettori abituali è molto più alto: oltre il 70% della popolazione legge regolarmente libri. In Francia e Germania, le percentuali si avvicinano al 60%, con una forte tradizione di festival letterari e fiere editoriali.
Negli Stati Uniti, invece, la lettura è fortemente influenzata dal marketing editoriale e dai fenomeni virali, come dimostra il successo di saghe fantasy o romance promosse da community online e social come TikTok, dove l’hashtag #BookTok ha riportato in vetta classifiche romanzi pubblicati anni fa.

Il divario rispetto all’Italia può essere spiegato con diversi fattori: il livello medio di istruzione, la disponibilità economica per l’acquisto di libri, la presenza capillare di librerie e biblioteche, ma anche il valore culturale attribuito alla lettura all’interno del sistema educativo.

Chi legge di più?

L’analisi per fasce d’età mostra un quadro interessante. In Italia, a leggere di più sono le donne tra i 15 e i 44 anni, seguite dagli over 60 che hanno conservato l’abitudine alla lettura come attività quotidiana. I più giovani, in particolare nella fascia 11-14 anni, leggono spesso grazie alla scuola, ma la percentuale cala nettamente durante l’adolescenza e la prima età adulta, quando subentrano altri interessi e forme di intrattenimento.
Nei Paesi nordici e in Germania, invece, la continuità di lettura tra infanzia e età adulta è più marcata, segno di un’abitudine radicata e sostenuta da politiche culturali efficaci.

I generi preferiti oggi

In Italia, i generi narrativi che vanno per la maggiore sono il thriller, il giallo e la narrativa contemporanea, seguiti dalla saggistica divulgativa (in particolare, psicologia, crescita personale e attualità). La letteratura romance, grazie anche al fenomeno editoriale nato sui social, sta guadagnando sempre più spazio. A livello internazionale, il fantasy e la fantascienza restano pilastri forti, soprattutto nei mercati anglosassoni, mentre in Asia il manga e la narrativa illustrata dominano le vendite. Gli audiolibri stanno trainando generi come il true crime e le biografie, che si prestano bene alla fruizione in formato audio.

Le nuove forme di intrattenimento

Non si può analizzare la lettura senza considerare la concorrenza. Negli ultimi dieci anni, il tempo libero è stato frammentato in mille possibilità: social media, piattaforme video come Netflix e YouTube, podcast, sport, eventi dal vivo e, naturalmente, videogiochi.
In particolare, il settore dei giochi online è cresciuto a ritmi impressionanti, offrendo esperienze interattive sempre più immersive. Non si parla più solo di videogiochi tradizionali, ma anche di app, portali di intrattenimento in streaming e giochi multiplayer che creano comunità globali. Per un esempio di portale attualmente usato clicca qui, dove l’offerta è vasta e include sia giochi competitivi sia esperienze più sociali.

La competizione tra lettura e intrattenimento digitale non è solo una questione di tempo, ma anche di stimoli: i contenuti visivi e interattivi catturano l’attenzione in pochi secondi, mentre leggere richiede concentrazione e un impegno mentale più costante. Per molti, soprattutto tra i più giovani, la lettura appare meno “immediata” rispetto a un video o a una sessione di gioco online con gli amici.

Lettura e digitale: nemici o alleati?

Se da un lato i nuovi media riducono lo spazio mentale dedicato alla lettura, dall’altro il digitale ha anche creato nuove opportunità per il libro. Community online, recensioni su YouTube e TikTok, piattaforme di self-publishing come Amazon Kindle Direct Publishing hanno dato vita a un ecosistema dove lettori e autori possono interagire senza mediazioni.
Anche in Italia, iniziative come i club del libro online o i gruppi Facebook dedicati alla lettura stanno contribuendo a mantenere viva la passione per i libri, seppure in una forma diversa da quella tradizionale.

La sfida del futuro

Il futuro della lettura non sarà probabilmente quello di un monopolio dell’intrattenimento, come poteva essere fino a qualche decennio fa. Piuttosto, si assisterà a una convivenza tra libri e altri media, con un ruolo centrale per i formati ibridi (come i romanzi interattivi o le esperienze narrative in realtà virtuale).
La sfida per il mondo editoriale sarà quella di valorizzare ciò che la lettura può dare e che altri media non offrono: profondità, sviluppo del pensiero critico, stimolo dell’immaginazione. Parallelamente, sarà necessario avvicinare i giovani con linguaggi e formati che non percepiscano come “vecchi” o scollegati dal loro mondo.

Un equilibrio è possibile?

Leggere, oggi, non è più il passatempo principale per la maggior parte delle persone, almeno in termini di tempo totale dedicato. Tuttavia, resta un’attività fondamentale per una parte consistente della popolazione, e soprattutto mantiene un valore culturale ed educativo insostituibile. Il contesto italiano mostra segnali di stabilità, ma senza interventi mirati e una promozione costante della lettura fin dall’infanzia, il rischio è che questa abitudine resti confinata a una minoranza motivata. Nel frattempo, l’intrattenimento digitale, dai social ai giochi online, continuerà a crescere. La sfida non sarà fermare questa evoluzione, ma capire come integrare la lettura in un ecosistema di tempo libero sempre più variegato, mantenendola non solo viva, ma attraente per le nuove generazioni.

Redazione MM

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