Fino a partire dalla copertina, che ritrae un corpo nudo in bianco e nero, il lettore si confronta con quello che sarà il contenuto ferino e violento del secondo romanzo di Salvatore Falzone, pubblicato da 66thand2nd. Brutale, il cui titolo è una promessa e una dichiarazione d’intenti, racconta una storia che danza tra il piacere e dolore, tra l’elevazione e l’umiliazione, tra un estremo e l’altro. È la storia di una relazione che si radica in un passato lontano, e che riemerge nel presente dei protagonisti con un movimento di riflusso, di eruzione violenta.
Quando il passato bussa alla porta
Paolo ha venticinque anni, lavora come pizzaiolo, e condivide con la sua ragazza il garage della madre, trasformato in bilocale anni prima, quando i due hanno deciso di andare a convivere. La monotonia della sua vita si interrompe quando scopre che quello che era il migliore amico della ragazza che Paolo frequentava alle superiori è diventato una piccola celebrità su OnlyFans. Pochi giorni dopo, economicamente e sessualmente insoddisfatto, Paolo si infila un passamontagna e gira il suo primo video, in una stanza d’albergo, con Francesco. Il suo account si vede immediatamente sommerso dalle iscrizioni, dalle richieste, dalle parole degli uomini che da Paolo vorrebbero essere colpiti, calpestati, umiliati. Inizialmente, per lui, questo vuol dire semplicemente che potrà finalmente permettersi di portare la sua ragazza a cena in un ristorante come si deve.
È a una riunione dell’associazione LGBTQ+ di Vigevano che Giulio trova Paolo. Solo che non lo trova, lo ritrova. Quando altri membri propongono di chiamare come ballerini per il Pride alcuni ragazzi noti su OnlyFans, anche Giulio, curioso, svolge una veloce ricerca. Ci vuole poco perché, dalle inquadrature di qualità del video che paga per vedere sulla piattaforma, riesca a riconoscerlo. Paolo è una ferita infetta nel passato di Giulio, un livido testardo che è affondato fino all’osso. Gli bastano poche parole per riconoscerlo, pochi video per decidere di iniziare a scrivergli, anonimamente, poche conversazioni per iniziare a versare somme sempre più cospicue per chiedere a Paolo di mostrargli quello che, per anni, ha desiderato vedere.
La relazione di Paolo con Martina e quella di Giulio con Fabio, il ragazzo amorevole e rispettoso a cui ha sempre cautamente nascosto le sue tendenze masochiste, iniziano inevitabilmente a sgretolarsi sotto al peso dei segreti e dei desideri traboccanti. È solo questione di tempo prima che le cose sfuggano al controllo di entrambi, che si facciano enormi e pericolose oltre ogni aspettativa.
Avvertiva di essere di fronte a una grave deviazione dal tracciato della sua vita, una deviazione terribilmente sbagliata. Si sentiva al di qua di una rottura, di uno strappo che lo avrebbe cambiato per sempre.
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Dentro e fuori dal corpo
In Piacere, dolore, potere, al margine di un’analisi sociologica del sadomasochismo organizzato, Jean-Manuel Traimond accosta, seppur con la dovuta cautela, l’esperienza BDSM e le dinamiche sadomasochiste in generale alla pratica buddhista. In questo senso, molte delle esperienze sessuali di questo genere funzionano seguendo la stessa logica della ritualità in direzione di uno svuotamento mentale, come sapevano già il Marchese de Sade nel Settecento e il sociologo Georges Bataille nel Novecento. Sul blog Epedominion, in una conversazione con Sensuous Sadie, John Prometheus scrive: «Una scena di lunga durata è un’esperienza di meditazione, come lo Zen, durante la quale si dimentica la vita quotidiana e anche, fino a un certo punto, il proprio corpo».
Anche se la relazione tra i due personaggi principali non ha quasi nulla del BDSM organizzato e regolamentato, restano – anzi, si acuiscono – le dinamiche di potere che nascono e si sviluppano spontaneamente tra i due. In questa esperienza, la centralità del corpo è esasperata al punto da ribaltare la situazione: l’immersione totale nella carnalità finisce per diventare un metodo di trascendenza, di meditazione, di paradossale liberazione. Per Bataille, che pubblica L’erotismo nel 1957, le specifiche esperienze sessuali che potevano essere pensate sotto l’egida dell’erotismo avevano qualcosa a che fare con la religione, con la mistica e, soprattutto, con la guerra. Secondo questo genere di lettura, tramite la violenza – rituale, sessuale, bellica – il soggetto ha la possibilità di sganciarsi dal peso della propria individualità per accogliere il piacere di essere qualcosa in più. O qualcosa in meno.
Allo stesso modo, Brutale si avvicina così tanto ai corpi da silenziarne, negli atti sessuali, le vite quotidiane. È chiaro: solo nel segno del dolore, della dominazione e della sottomissione Paolo e Giulio riescono a respirare entro i loro corpi, annullando le proprie voci interiori per lasciare che sia la carne a parlare. I dialoghi, gli scambi propriamente verbali, passano allora in secondo piano, per fare spazio ad una relazione che è fatta di sguardi, colpi, contorsioni.
Nel messaggio Giulio faceva sapere a Paolo che per lui si sarebbe provocato ferite e sangue, che per lui avrebbe piegato gli arti ben oltre il punto massimo in cui potevano piegarsi, che avrebbe modificato chirurgicamente ogni dettaglio di sé a lui non gradito. Nel messaggio Giulio diceva a Paolo che era a sua completa disposizione; che era pronto a rivoltarsi come un calzino per mostrargli solo le parti di sé che l’altro desiderava vedere.
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La brutalità di Brutale
Brutale (acquista) lavora sul rimosso che ritorna, tormentando e scuotendo le certezze e le vite di chi si illude di avere tutto sotto controllo. I veri protagonisti sono i traumi che ritornano dal passato, i desideri feroci, le pulsioni che si svincolano violentemente dalla razionalità e dal buon senso. Salvatore Falzone si confronta la crudezza del suo secondo romanzo senza mezzi termini, senza freni, ma con una visibile e apprezzabile familiarità con i temi che tratta.
Il secondo romanzo di Falzone è coraggioso e sfacciato, un pugno nello stomaco del lettore, a cui viene richiesto di non ritrarsi davanti alla brutalità della sua narrazione. Anche se in alcuni punti la scelta lessicale traballa sotto al peso delle scene più violente, rischiando di non essere all’altezza delle sue immagini, i contenuti non possono lasciare il lettore indifferente.
Non avrebbe mai dovuto soccombere a quel grumo di ferinità che Paolo aveva depositato in lui, eppure lo aveva fatto; ora avrebbe dovuto pagarne le conseguenze.
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