Sulla strada in cerca di fortuna

«La fortuna dei Beede» di Suzan-Lori Parks

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La fortuna dei Beede

«Il linguaggio è un atto fisico. Danzo, danzo, danzo, e solo allora capisco cosa sta cercando di dirmi un personaggio». Suzan-Lori Parks non ha dubbi: «le parole nascono dal movimento». Per avvicinarsi ai protagonisti di una storia bisogna assecondarne «l’esperienza corporea»: sincronizzare il respiro, osservare i gesti, ascoltare la parole. E Parks li lascia esprimersi liberamente. Ha una certa familiarità con quelle conversazione pigre, tipiche di quelle cittadine di provincia in cui per sapere che ore sono basta alzare il naso verso il sole. Tra le pagine del suo romanzo La fortuna dei Beede, le voci si alternano in un coro incessante. Si abbandonano a fiumi di pensieri, alzano i toni, intonano blues per schiarirsi le idee o esorcizzare emozioni che fanno paura.

Drammaturga e scrittrice statunitense, Parks ha collaborato con il regista Spike Lee alla sceneggiatura di Girl 6. Con la commedia Topdog/Underdog si aggiudica il Premio Pulitzer per il teatro nel 2002. Un anno dopo, pubblica il suo primo romanzo Getting Mother’s Body, che arriva per la prima volta tra gli scaffali italiani con il titolo La fortuna dei Beede, pubblicato da Edizioni Sur nella traduzione di Andreina Lombardi Bom.

Una bizzarra comitiva

Texas, 1963. Billy Beede ha sedici anni ed è rimasta incinta di un certo Snipes. Lei lo chiama Clifton, ma in realtà si chiama Clifford. Lui si limita a sbatterla sul sedile della macchina, ma lei è convinta che la sposerà. Snipes non ci pensa neanche lontanamente: ha già una donna, dei marmocchi, ed è fin troppo preso dal suo lavoro di venditore ambulante di bare su misura. Billy è alla ricerca disperata di soldi. Vive con gli zii e dorme su un pagliericcio sotto il bancone della stazione di servizio che gestiscono lungo un’autostrada a Lincoln. Zio Roosevelt è un ex predicatore che ha perso la chiesa e la vocazione e zia June è rimasta senza una gamba. I Beede sono poveri sia di reputazione che di fortuna.

Willa Mae, la madre defunta di Billy, era una cantante di blues, ma sopratutto «la più grossa bugiarda del Texas». Tradita dal suo ultimo «ricchissimo uomo», si porta nella tomba tutto ciò che le rimane dalla relazione: una collana di perle e un anello di diamanti. Non appena sua figlia, incinta al quinto mese e senza anello al dito, capisce che Snipes non la sposerà mai, decide di partire per recuperare il tesoro sepolto della madre nella sperduta LaJunta, in Arizona. 

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Una strampalata caccia al tesoro

Inizia uno strampalato viaggio corale on the road tre le pianure polverose del Sud. Il cadavere di Willa Mae non è certo ingombrante e maleodorante come quello di Addie Bundren, protagonista defunta di Mentre morivo di William Faulkner. Nella storia di Parks non ci sono toni cupi e neppure una famiglia che lotta strenuamente ad ogni passo per offrire degna sepoltura alla madre. I Beede non sono spettrali, ma bizzarri ed imprevedibili. Con tentativi più o meno goffi, cercano di non soccombere agli scherzi del destino, «perché non c’è nulla che non possano sopportare».

Ci sono un sacco di famiglie in cui potevo nascere, famiglie più fortunate, o più ricche, ma essere un Beede vuol dire essere capace di sopportare l’insopportabile, perciò mi sa che preferisco essere un Beede piuttosto che chiunque altro al mondo.

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L’arte di cavarsela

Mamma diceva che era capace di vedere il Buco nelle persone. Un punto debole, un punto sensibile, una breccia, un punto cieco, un Prurito, un Vuoto, chiamatelo come volete, io lo chiamo Buco. Per avere la meglio in una situazione devi capire qual è il Buco di una persona. Tutti ne hanno uno, solo che non tutti ce l’hanno nello stesso posto. Un uomo può avere un Buco da qualunque parte: in testa, nel portafoglio (vale a dire che butta via i soldi), in tasca (vale a dire che non ha soldi da buttar via ma gli piacerebbe averne un po’), nei pantaloni, nelle budella, nella pancia, nel cuore.

Forse non ci si salva con qualche bigliettone verde e neppure con perle o diamanti. Forse la vera Fortuna dei Beede (acquista) non è sepolta, ma scintilla in piena vista sotto il sole. Come insegna Willa Mae a Billy, tutti hanno un Buco, un punto debole, da qualche parte. Se uno è pronto a individuarlo e capire «per che verso pigliarlo», alla fine può darsi che «riesce a cavarsela bene».

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Costanza Valdina

23 anni, nata a Perugia, laureata in letteratura americana all’Università Ca’ Foscari di Venezia. La descrivono come un’instancabile lettrice, un’incurabile cinefila e una viaggiatrice curiosa. Negli anni si è innamorata della scrittura e del giornalismo, ispirata dall’ideale che “pensieri e parole possono cambiare il mondo.”

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