Tre poesie estratte dall’opera Fasti diurni accompagnati da Fasti diurni, I, II, III, acquerelli su tela, 90x60cm, 2021
XXI
Vieni, vieni, vieni
ti chiamo e richiamo
nell’azzurro calmo urlo
nello svolgersi infinito
croce abisso indomito
battito della lingua verso
l’orizzonte ponte di sale
felice affonda della bocca
nel denso calice dai tuoi
occhi ubriaco vino nudo
sangue labbra a bere fra
il mio corpo cuore via
bottiglia versata lacrima
fiume umido appiccato
nella fior dell’ombelico
porto letto stanza
volge, volge, volge
il mare lenzuola di pelle
appiccicata infinità ghiaia
immerga nel futuro del giorno
luce nomi nubi rovesciata tra la
sabbia e la spuma dalla tua
voce movimento arco onda
nell’azzurro calmo urli
mi chiami e richiami
vieni, vieni, vieni
XXII
Fuoco convolvolo
stendendo il suo
clamore profumato
corpo soffito subito
d’ogni fremiti carezze
avvolta luce impronte
sulle strade della pelle
in sogno laddove le
mani dissodano fiutando
a quel suono il suo
odore di ambrato e
di polveri il lampo
degli occhi tondeggianti
conficcati nelle mascelle
del sole frantumato
la foga alla bocca
irruenza
totale
XXIII
Estivo il giorno passa,
passa come la nuvola
di schiuma rimasta sul
recesso dei miei condili,
fa glissare il lieto ozioso
sulla pelle abbeverata
di un respiro fiamma
lenta scivolosa sabbia
addormentata dell’aria
tardivo pomeridiano
tardando tra il incavo
delle tue mani pianissime
tra le mie dita leggerissime
lasciando cadere ogni
granello di suono
baccello dopo baccello
la cassa armonica dei
miei seni il tuo petto
rallentando densamente
risuonando il corpo
onomatopea del cuore
tremante cicale statica
estiva
«Tremante cicala statica». Sinestesie e microcosmi di Helena Barbagelata
a cura di Damiana De Gennaro
Per Helena Barbagelata, l’arte è «un discorso aperto nei confronti del mondo, dove l’altro lato dello specchio riflette una sfera di esperienze in cui fisicità e astrazione coesistono armoniosamente». Se in opere audiovisive come Ahava (2021) prevale la vocazione sociopolitica dell’esperienza artistica di Helena Barbagelata, le tre poesie qui proposte, tratte dall’opera Fasti diurni, fanno del corpo un’inesauribile sorgente di figure sinestetiche.
In un ritmo ipnotico e sospeso, che fa pensare a The Sensual World di Kate Bush, Helena Barbagelata mescola il manifestarsi dell’eros al microcosmo tattile, atmosferico che circonda gli amanti. Le poesie non trovano alcuna collocazione nel tempo e nello spazio reali, ma favoriscono piuttosto la dimensione semi-onirica di un qualsiasi «tardo pomeriggio».
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È così che il moto ondivago del sesso abbraccia e assorbe tutto ciò che lo circonda: «il soffitto», «la tremante cicala statica», «il giorno estivo che trascorre». Ad emergere è un ambiente unico di percezioni: il reale sfumato nel sogno, ciò che è vissuto in ciò che è immaginato. Ogni sfumatura, nella scrittura e nei dipinti di Helena Barbagelata, sembra rispondere al richiamo irresistibile di misteriose energie ctonie, traendo da esse l’imperativo dell’espressione.
L’autrice
Helena Barbagelata (1991). Modella, artista multidisciplinare, scrittrice e ricercatrice. PhD in Filosofia/Università di Salamanca / Università di Atene. Ha ricevuto numerosi premi artistiche dalla Fondazione Onassis, Università Autonoma di Barcellona, Università di Trieste e altri. Ha diverse pubblicazioni e mostre in Europa, Israel, Stati Uniti, Australia e America Latina. È curatrice e editorialista in diverse pubblicazioni letterarie. Fra le sue opere e pubblicazioni si ricordano Ahava, Carte marine, Cartografia per un futuro e Fasti diurni.
Acquarelli di Helena Barbagelata
Immagine in evidenza: Helena Barbagelata, Fasti diurni III
acquarello su tela, 90×60 cm
© Riproduzione riservata
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