Aneddoti letterari. Da Petrarca a Scheiwiller è l’elegante titolo del volume pubblicato da Edizioni di Storia e Letteratura (2024) per la cura di Antonio Ciaralli e Carlo Pulsoni. Rispettivamente docenti di Paleografia latina e Filologia romanza all’Università di Perugia, gli autori raccolgono qui alcuni dei loro più significativi lavori, distribuendo lungo l’arco di cinque capitoli riflessioni e ‘spigolature’ sul senso ultimo della filologia. Non solo una disciplina volta a ricostruire e interpretare i documenti, a editare testi di cui non si possiedono gli originali o a intrattenersi sullo studio/critica delle varianti, ma un insieme di saperi che interseca la letteratura, la biblioteconomia, la linguistica, la paleografia.
Dinamismo della filologia
Rigettando un’esplicita e schematica ripartizione cronologica, gli studiosi tessono una trama di relazioni e motivi atta a evidenziare quanto la genesi di un testo – la sua autenticità, il lavoro di cesello e limatura – sia tanto fondamentale quanto il risultato finale. Siamo, per intenderci, dalle parti del «modo dinamico» con cui si può vedere un’opera, quella «perenne approssimazione al “valore”» di continiana memoria che ben illumina le ricadute estetiche del testo. Non sorprenderà allora l’ironico rimando, nel titolo Aneddoti letterari, a Benedetto Croce, che i due autori chiamano in causa nella presentazione ricordandone la nota avversione per la filologia, rea di spegnere la ‘fiammella’ dell’ispirazione, di raffreddare la potenza di un’opera nella ricostruzioni delle sue fasi.
Da Petrarca a Scheiwiller
I cinque capitoli di Aneddoti letterari permettono di viaggiare nel tempo e sondare le vicende relative al riconoscimento del manoscritto Vaticano latino 3195 (testimone dei Rerum vulgarium fragmenta), parziale autografo di Francesco Petrarca, o ancora di immergersi nella biblioteca di Mario Praz tra Montale e Pasolini. Nel mezzo ci sono Leopardi e Ungaretti – un illuminante studio sulle varianti di Gridasti… soffoco – ma la parte più gustosa è quella dedicata a Vanni Scheiwiller, al panorama editoriale milanese e alla “riconciliazione ideologica” tra Pasolini ed Ezra Pound.
Il saggio scritto da Pulsoni, studioso e amatore del critico-giornalista, (sua è tra l’altro la cura di Vanni Scheiwiller editore europeo, Volumnia 2011), «si suddivide in due paragrafi: il primo si occupa del ruolo svolto dall’editore milanese […] nell’apprezzamento di Pound da parte di Pasolini. Il secondo affronta le relazioni tra Scheiwiller, Marin e lo stesso Pasolini», sicché il lettore appare trasportato in un mondo di relazioni delicate e intensissime, le cui suggestioni ‘emotive’ risultano sempre ancorate al dato testuale.
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Scheiwiller, Pasolini, Pound
Il rapporto tra il poeta di Casarsa, Pound e Scheiwiller è ricostruito a partire dalle carte conservate presso il Centro Apice di Milano e si snoda a partire da precise coordinate spazio-temporali (26 ottobre 1967 a Venezia, data e luogo dell’incontro di ‘chiarificatore’), che svelano un percorso segnato da un’iniziale diffidenza e un progressivo, pieno sostegno di Pasolini alla causa intellettuale e umana di Pound. Sarà proprio l’intellettuale friulano a presentare a Scheiwiller la poesia dell’ormai anziano Biagio Marin, il cui talento stentava a varcare i confini regionali e che nell’illuminato editore milanese troverà un promotore attento e indefesso.
«Aneddoti letterari»: filologia e valore del testo
Tutto, in quest’antologia di saggi che contiene altri spunti, porte laterali su testi che restituiscono lo spirito di una certa epoca, i mutamenti nello studio, nelle procedure, negli sguardi, svela la passione di Ciaralli e Pulsoni per la visione dinamica delle opere. Il valore di queste, così, può riscontrarsi nel testo e nel suo movimento, nell’approssimarsi ad esso come affermava Dante Isella. Lo ribadiscono i due studiosi, il cui lavoro in Aneddoti letterari. Da Petrarca a Scheiwiller (acquista) è un autentico inno alla filologia.
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