Esseri umani e animali nel nuovo romanzo di Alessio Forgione

«Anni felini» di Alessio Forgione

7 minuti di lettura

Uscito per La Nave di Teseo il 4 ottobre, Anni felini è il nuovo romanzo di Alessio Forgione. Dopo l’esordio con Napoli mon amour (2018) e la vittoria del premio Giuseppe Berto, lo scrittore napoletano aveva poi pubblicato Giovanissimi (2020), selezionato nella dozzina del premio Strega dello stesso anno. Con La Nave di Teseo ha pubblicato anche Il nostro meglio (2021).

«Anni felini»: la trama

Anni felini è sicuramente un testo particolare, che intreccia l’esistenza di individui umani e animali. La storia è quella di un gatto, Giorgino, che sopravvive a un incidente d’auto e vive con Daniele, nel romanzo denominato Papà Gattone. Daniele abita nella casa degli ulivi per lavorare all’uscita del suo nuovo disco e ben presto a trovarlo arriva anche il protagonista della storia, uno scrittore che sta uscendo da una lunga relazione con la ragazza dalla pelle trasparente.

Sin dai primi capitoli intuiamo che Forgione vuole dare voce ai gatti, facendoli interagire con gli esseri umani. Allo stesso modo il protagonista interagisce con Daniele, facendo scontrare o incontrare spesso i due mondi (quello felino e quello umano) e rendendo il lettore onnisciente nei confronti della storia. 

Tra Napoli, Parigi e Londra (seppur la prima non venga mai menzionata direttamente ma chiamata solo “la città delle chiese abbandonate“), i personaggi conducono un viaggio che li indurrà a fare i conti con sé stessi e con i propri pensieri, in un mondo dove sembra non esserci né il tempo, né il modo per dare delle risposte certe al lettore. Il testo è pervaso da una tensione costante dove il vagabondare del protagonista si alterna alla convivenza dei protagonisti felini della casa degli ulivi.

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Un’educazione sentimentale

A colpire nel romanzo di Forgione sono soprattutto le voci feline, dotate di una grande consapevolezza, quasi al limite del realistico. Le loro riflessioni spaziano parlando di amore, vita, morte, destino; e tutto sembra tendere a una presa di consapevolezza sempre più grande su questi temi.

Ciò che gli animali esperiscono sembra un invito alla riflessione, al volersi fermare, quasi come se queste parti fossero un contraltare alla vita nella città delle chiese abbandonate dove il protagonista lavora freneticamente per chiudere il proprio romanzo. Nonostante i gatti siano guidati da comportamenti istintivi, le riflessioni sono le stesse che coinvolgono anche la sfera umana e da qui possiamo coglierne le idiosincrasie, come se l’uomo partisse in un certo qual senso svantaggiato.

Giunge alla conclusione che i sentimenti non procedono dritti ma sbandano, invertono la rotta e si muovono tanto velocemente ch’è impossibile esser certi della loro esistenza. 

La fine di un amore

Nel testo viene dato molto spazio anche alla fine di una lunga relazione che il protagonista del libro intesse con la ragazza dalla pelle trasparente perché «[…] da un certo punto in poi è diventato impossibile ignorare il fatto che né io né lei siamo le persone che conoscevamo».

Questa presa di consapevolezza del mutare e dell’impossibilità di stare insieme porta l’autore da una parte a navigare nei ricordi, costellando il testo di rievocazioni che hanno la vena nostalgica dell’epifania, dall’altra a porsi inconsciamente delle domande sulla vita e sul proprio futuro che però non trovano risposta.

Che gli anni che io e la ragazza dalla pelle trasparente abbiamo trascorso assieme si sono ridotti in nulla perché negli ultimi, come il mare che scavalca gli scogli, hanno portato via tutto. 

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Un testo che parla di luoghi non-luoghi

I due principali luoghi citati dall’autore in Anni felini (acquista) sono la casa degli ulivi e la città delle chiese abbandonate (che deduciamo essere Napoli, ma che potrebbe anche non esserlo). E questo non voler nomenclare riporta in un certo senso il lettore a considerare gli spazi non-luoghi, o luoghi di chiunque, dove tutti possono vivere le stesse cose percepite dal nostro protagonista. Forgione non riconosce Napoli dunque, e nel descrivere la città delle chiese abbandonate sembra esserci decadimento e sfiducia verso il mondo.

E poi abbiamo Londra, una Londra che «è l’angoscia che t’angoscia la vita e qua è la vita che t’angoscia la vita». I luoghi quindi non sono portatori di pace o assoluzione, ma sono l’occasione di osservare come il mondo si presenta agli occhi del nostro protagonista. Specialmente nella casa degli ulivi c’è l’inviolabilità delle cose che si guardano sotto la luce del sole, i rapporti che si creano tra i gatti sono sinonimo di una verità che induce alla riflessione.

E ai due amanti tutto questo non sembra altro che la conferma dell’esistenza di Dio o di qualcuno che tiene il mondo in equilibrio. […] E se pur sembra più forte di sempre, questa grazia, la luce che emana ha incominciato a brillare più forte proprio dal pomeriggio, dopo che si sono vicendevolmente fatti l’amore. 

L’intervista con l’autore

Abbiamo chiacchierato con Alessio Forgione sul suo romanzo: trovi l’intervista qui.

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Ester Franzin

Lettrice incallita, amante della letteratura e della lingua italiana in tutte le sue declinazioni. Classe 1989, è nata in un paesino della Pianura Padana. Si è laureata in Storia dell’Arte a Venezia e poi si è trasferita a Rimini, nel cuore della Romagna. Ha frequentato la scuola Holden di Torino e pubblicato il suo primo romanzo «Il bagno di mezzanotte».

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