Ci troviamo in una Roma vorace, autodistruttiva, nei quartieri di spaccio della periferia in cui vivere è una lotta quotidiana a pugni con l’inesorabile futuro. Nulla è come lo si vorrebbe ma in qualche modo si è disposti a tutto per tenere insieme quel mondo. Leggere Bellissima di Yasmin Incretolli è stato come sviscerare una verità che non si è pronti ad ascoltare, confortati dall’agio della propria vita e dai propri vizi, senza censure o frasi accomodanti.
Il romanzo inaugura Stormo, una collana di narrativa breve di Pidgin Edizioni curata da Mattia Grigolo e dedicata alla letteratura underground. Così come l’autore ci ha abituati a una scrittura audace e primordiale, che sfida i canoni tradizionali, allo stesso modo la collana raccoglie “storie dal carattere punk, borderline ed eccentrico. Novelle caratterizzate da una scrittura acida e tagliente e da ambientazioni urbane e suburbane”.
Irina in russo significa pace ma non c’è mai stato niente di pacifico in me, diventa Neve perché le poco di buono si fanno da sé. Possono essere chi gli pare, una fantasia, un fetish, una droga, ero assetata di vita, quella degli altri, degli uomini, volevo che si indebitassero per me, sfasciassero famiglie per me, allo stesso tempo essere la loro migliore amica: ho scelto uno dei tanti nomi per dire cocaina.
«Bellissima»: la trama
La narrazione ruota intorno a un vuoto fatto di droghe, amori usati, padri violenti e madri ormai alla deriva.
Neve è una giovane spogliarellista italo-rumena, il suo desiderio di essere “bellissima” – come nel titolo – la spinge a sottoporsi a un intervento di chirurgia estetica – non certificata – che le lascia una cicatrice sul labbro superiore. Un marchio, l’ennesimo dolore. L’unico conforto per Neve è l’eroina e la storia con Loris.
Molte volte la relazione tra Neve e il ragazzo viene messa a confronto con la relazione, oltremodo tossica, dei suoi genitori. «Non sono come te e papà non è come Loris. Loris maltratta quelli che ama di più. Con il male fa il bene. posso lavorarci sopra» dirà Neve alla madre. Questo perché la violenza nella coppia dei due giovani viene vissuta come parte dell’amore, dunque viene compresa e normalizzata. E non è l’unica red flag che riconosceremo in Bellissima, dove assisteremo a un crescendo di atti di violenza: dall’abuso verbale a un vero e proprio stupro compiuto sotto effetto di droghe.
Amore e odio hanno lo stesso circuito cerebrale. E Loris sa come farsi volere male. Ma stringendosi con vigore, per una manciata di secondi, un uomo e una donna abbattono ogni reazione negativa, stimolando ossitocina, l’ormone della conciliazione. Così facendo sento quella cosa piacevole che il tempo rilascia quando vuole diventare destino e niente, se non Dio, intende proibirlo. Ma Dio, d’altronde, mette di fronte solo ostacoli che possono essere superati.
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Smarginature
Per Neve e le persone che compongono la sua quotidianità, ogni azione è un tentativo di autodistruzione, per la dipendenza affettiva e la violenza di genere non esiste via di fuga, in una Roma lontana dalla monumentale bellezza, ma buia e squallida come la periferia. Una realtà che scandalizza ma che esiste. Anche se non la si vuole ascoltare o vedere.
La penna di Yasmin Incretolli è potente, imperdonabile, gratta su una cicatrice ancora calda fino alla carne per mostrare quanto dolore una persona può sopportare. Per sopravvivere e per essere visti. La scrittura segue un suo flusso di coscienza, a tratti poetico e a tratti sincopato, sfrutta uno slang urbano per essere ancora più vero e mostrare il caos interiore dei personaggi, senza filtri. Una lingua anticonvenzionale che sputa rabbia e amore, ma è un amore tortuoso e deviato.
Consigliato a chi, nella rudezza della vita, ha già scoperto quanto può essere tossico il desiderio di superare se stessi. Bellissima (acquista) è romanzo che non desidera mostrare una forma di salvezza, una via d’uscita dal gorgo esistenziale. È un romanzo che trascina il lettore per i capelli, lo risucchia nel suo vortice annebbiante e non gli permette di respirare. Empatizzare con Neve è difficile ma non impossibile. E fa male. Come ricomporre i pezzi di una serata burrascosa, come reggere la fronte di un’amica o un amico dopo l’ennesima sbronza, come guardarsi allo specchio in silenzio e non riuscire a ricomporre i margini del proprio presente.
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