Un caleidoscopio di storie e stili

«Data di nascita», a cura di Teresa Ciabatti

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«Data di nascita», a cura di Teresa Ciabatti

È uscito lo scorso novembre per Solferino Data di nascita, il primo libro della neonata collana I Pavoni, a cura di Teresa Ciabatti. La scrittrice – già finalista al Premio Strega nel 2017 con La più amata e semifinalista nel 2021 con Sembrava bellezza – dirigerà infatti una collana dedicata esclusivamente ad autori esordienti. Il compito di aprire le danze, però, spetta a questa raccolta di racconti di undici scrittrici e scrittori under 40 che negli ultimi tempi si sono fatti notare nel panorama letterario italiano: Jonathan Bazzi, Ilaria Caffio, Giulia Caminito, Elisa Casseri, Pietro Castellitto, i fratelli D’Innocenzo, Fumettibrutti, Tommaso Giagni, Mattia Insolia e Ginevra Lamberti.

«Data di nascita»: dieci racconti di formazione

L’antologia Data di nascita contiene dieci racconti diversi nello stile e nelle trame, ma tutti accomunati da un unico filo conduttore: narrare il momento in cui il protagonista viene metaforicamente al mondo, abbandonando un’epoca della sua vita ed entrando in un’altra. D’altronde, come scrive Ciabatti nella prefazione, «si nasce tutti i giorni, ogni volta che troviamo un altro pezzo di noi, ogni volta che ci scopriamo diversi».

Ma cosa significa venire al mondo? Ognuno di questi autori dà una sua interpretazione. Spesso questo accade dopo un evento traumatico, che lascia la sensazione che niente sarà più come prima: per esempio, ne Il tuffo di Ilaria Caffio troviamo una donna che fatica a superare la morte dell’amatissimo fratello, un momento dopo il quale qualcosa dentro di lei si è fermato. O ancora, in Un piccolo incendio Mattia Insolia ci narra la storia di un ragazzino dalla vita relativamente tranquilla e agiata, che scopre che i suoi genitori sono stati capaci di macchiarsi di un crimine orribile e insieme al fratello maggiore sceglie di compiere una scelta dolorosa e irreversibile:

Avevamo visto il mondo per davvero. Avevamo visto i peccati dei più grandi, degli adulti. E avevamo deciso di non diventare come loro. […] E piangevamo tutt’e tre. Forte. Singhiozzando. Urlando. Vagiti di creature appena venute al mondo.

Jonathan Bazzi, invece, con Anidride carbonica ci presenta un ragazzino abusato dal nonno, che cerca una realtà migliore inducendosi degli svenimenti e scarica tutto il male che riceve tra le mura di casa sui più deboli tra i suoi compagni di scuola. Certe volte, invece, non c’è un momento preciso in cui si viene al mondo, ma questo è il risultato di un processo. Ne La lana dei pioppi Tommaso Giagni racconta la storia di un ragazzino bullizzato da sempre, che nel giro di un’estate acquisisce robustezza e scopre con stupore che si è chiusa un’epoca. Non interessa più ai suoi vecchi aguzzini, anche se dentro di sé lui non si sente cambiato di una virgola:

La statura che lo protegge è quella del fisico, della fattezza, non altro: non la statura morale, che forse pesa solo nei libri. […] Non sanno che questo corpo non saprebbe usarlo in modo diverso da prima? La sua nuova vita comincia con un’impostura?

Nascere può significare anche guardare in faccia le aspettative altrui tradite e abbracciare la vita che si ha scelto, come fa la protagonista del racconto autobiografico di Elisa Casseri La dote, oppure ammettere che le cose hanno preso una piega diversa – e ben più amara – di quella che si sperava, come accade alle protagoniste di Città di angeli di Fumettibrutti, che sbarcano il lunario in un night club.

Distopia e prospettive ribaltate

Quasi tutti gli autori hanno ambientato il proprio racconto ai giorni nostri, tranne due: Giulia Caminito – vincitrice del Premio Campiello nel 2021 con L’acqua del lago non è mai dolce – e Pietro Castellitto. Entrambi hanno compiuto l’insolita scelta di scrivere storie ambientate nel futuro, che strizzano l’occhio alla distopia. Nel racconto dello scrittore e regista romano, Prefazione, ci troviamo di fronte a tragedie reali e plausibili che plasmano il carattere dell’io narrante, raccontate con la stessa irriverenza del suo romanzo d’esordio Gli iperborei. Caminito, invece, nel suo L’adozione immagina un futuro contrassegnato dalla solitudine e dall’incertezza economica, in cui le giovani coppie in difficoltà possono essere “adottate” dagli anziani soli. La protagonista del suo racconto rinasce, dopo la morte del marito, grazie al rapporto dapprima burrascoso con una coppia di giovani sposi così diversi da lei, e al tempo stesso così simili.

In entrambi i casi gli autori provano a ribaltare alcune prospettive tradizionali – e, in un certo senso, lo fanno già scegliendo di declinare con originalità la traccia assegnata. Storicamente, un topos spesso associato alla crescita è quello del viaggio; al contrario, Caminito dà vita a una storia quasi del tutto ambientata tra le mura di casa. È nel ripiegamento su di sé che i suoi personaggi vengono al mondo. Castellitto narra invece al passato quello che è il nostro presente di guerre e pandemie, inquadrandolo dunque da un punto di vista inedito. Fino a mettere in discussione la certezza più atavica di ogni cultura: «e se Dio in realtà stesse sottoterra e noi da millenni gli stessimo camminando in testa?».

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Un senso di irreversibilità

Serpeggia nei diversi racconti la sensazione che la crescita rappresenti un punto di non ritorno, e non a caso in molti di questi ha un ruolo di spicco l’evento irreversibile per eccellenza, la morte. Oltre che nei già citati racconti di Caminito, Insolia, Caffio e Castellitto, questa compare anche in Via in cui sei cresciuto dei fratelli D’Innocenzo e in Stai scrivendo? di Ginevra Lamberti, con un particolare fil rouge: a morire sono degli animali, nel primo racconto un cane e nel secondo un merlo. E, in entrambi i casi, i protagonisti – un bambino nel racconto dei fratelli D’Innocenzo, una donna adulta in quello di Lamberti – non saranno più le stesse persone.

«Data di nascita», una sperimentazione riuscita

Data di nascita ci mostra, come qualsiasi raccolta di racconti a cui collaborino più persone, che a partire da una stessa traccia ogni scrittore finirà a narrare una storia diversa, sempre filtrata dalla sua personale sensibilità e dalle sue esperienze. Alcuni racconti – a nostro avviso, quelli di Insolia, Casseri, Giagni, Caffio – risultano particolarmente ben congegnati, altri invece sembrano un po’ più deboli: pure questa è tra le caratteristiche di un’antologia, un alternarsi di momenti più o meno coinvolgenti anche e soprattutto a seconda dei gusti dei singoli lettori.

Ed è, d’altronde, il suo bello. Ancora una volta siamo di fronte a un caleidoscopio di storie e stili e di sicuro ciascun lettore troverà almeno un racconto che saprà parlargli più degli altri. Per questo possiamo dire che Data di nascita (acquista) rappresenta una sperimentazione riuscita. Nell’attesa di scoprire tutti i mondi in cui ci porteranno nei prossimi mesi gli autori emergenti della collana I Pavoni.

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Francesca Cerutti

Classe 1997, laureata in Lingue per l’impresa e specializzata in Traduzione. Caporedattrice di Magma Magazine, sempre alla ricerca di storie che meritino di essere raccontate. Dopo aver esordito nel 2020 con il romanzo «Noi quattro nel mondo» (bookabook), ha pubblicato nel 2023 la raccolta di racconti «Pretendi un amore che non pretende niente» (AUGH! Edizioni).

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