È piuttosto comune pensare che in un’isola non possa succedere niente, specialmente se questa è un’ambita meta turistica. Tuttavia in Giallo Lipari, il nuovo romanzo noir di Francesco Musolino, accade il contrario.
Il ritrovamento di un cadavere, un caso di cyber stalking e un traffico di fentanyl accolgono l’ispettore Giorgio Garbo – il protagonista – nella splendida isola di Lipari, mentre gli abitanti si apprestano a festeggiare il patrono San Bartolo. Oltre a ciò, l’autore costruisce una storia i cui personaggi presentano tratti originali e accattivanti, sfuggendo da semplici cliché e scegliendo un’ambientazione unica per un giallo contemporaneo e siciliano, elemento ricorrente nell’immaginario dello scrittore messinese. Come dichiarato da Musolino, Giallo Lipari è il primo di una serie che avrà come ambientazione le varie isole Eolie.
Francesco Musolino è giornalista e scrittore. Collabora con Il Messaggero, La Stampa, L’Unione Sarda, e con la Scuola Holden. Ha esordito nella narrativa contemporanea con il libro L’attimo prima (Rizzoli, 2019) e per E/O Edizioni ha pubblicato, in precedenza, il noir Mare mosso (2022). Inoltre, ha pubblicato il saggio Le incredibili curiosità della Sicilia (Newton Compton, 2019) e il libro per ragazzi Miti e storie del mare (La Nuova Frontiera Junior, 2023).
Un caso non isolato
Fin dall’incipit della storia, è evidente che non si tratta di un caso semplice da risolvere. L’ispettore milanese Giorgio Garbo si ritrova a dirigere il primo Commissariato Lipari-Isole Eolie, ma non avrebbe mai voluto trasferirsi per via del suo carattere introverso e abituato a certe comodità: ama viziarsi, vestirsi bene e odia i tempi morti, il caldo e l’estate. Tuttavia, il suo arrivo coincide con il ritrovamento di un cadavere sulla spiaggia dinnanzi ai suggestivi Faraglioni di Lipari.
Mentre l’ispettore è intento a scoprire se si è trattato di un omicidio o di un suicidio, l’influencer Fatimah Boufal è alle prese con un individuo misterioso e si sparge la voce di un traffico di droga e prostituzione all’interno di uno yacht di lusso. Le Eolie si rivelano un ambiente ostile per Garbo, poiché non solo dovrà compiere il suo dovere, ma la rabbia repressa farà anche tornare a galla le insidie di un passato doloroso, facendo emergere una storia inaspettata.
Giallo Lipari è un perfetto libro estivo, dove i temi affrontati sono molti: si parla di social e di come sono cambiate le nostre abitudini – Garbo evade dalla bolla social usando ancora un telefono che oggi considereremmo vecchio – andando oltre la barriera che contrappone la vita reale da quella virtuale, e anche di come certi vizi diventino nocivi. Con grande spirito critico, l’autore invita il lettore ad andare oltre le sfumature del noir, affrontando questioni che ormai ci riguardano sempre di più.
I fantasmi del passato
C’era un cadavere senza nome e un’indagine da costruire, certo. Non aveva avuto il tempo di familiarizzare con i colleghi e l’ambiente, senza dubbio. Ma scacciata la nebbia del risveglio a suon di caffeina, mentre s’incamminava verso il commissariato, maturò la spiacevole certezza di aver rifatto quel sogno. Ancora una volta. Non poteva sfuggirgli. Si fermò su corso Vittorio Emanuele II per accendersi un sigaro e quando la nuvola di fumo volò via lenta, nella calura d’agosto, si vide riflesso in una vetrina. Sì, le fiamme erano tornate a trovarlo.
Ciò che accomuna i personaggi di Musolino è quella tipica condizione di chi, nonostante il senso del dovere e della giustizia, si trova a dover risolvere il caso più difficile: fare pace con sé stessi e con il passato. Tutti riflettono sui propri errori e cercano di non farsi influenzare troppo, perché un solo errore può compromettere le indagini.
L’ispettore Garbo in particolare non è un individuo che si lascia abbattere facilmente, vista la sua determinazione e soprattutto lo spirito con il quale svolge il suo lavoro. Garbo combatte con i propri pensieri lungo tutta la storia, celando le proprie emozioni agli occhi altrui per non crollare, perché l’importante è arrivare alla verità, indipendentemente dal proprio dolore.
L’ispettore era sceso giù in cantina, chiuso a chiave nei suoi pensieri, aggrappandosi per non scivolare nel buio che gli si agitava nel petto. Capitava sempre così, più era vicino alla parte oscura di sé, più si sentiva precipitare, e si stringeva alla divisa, al senso di giustizia, alla solite e talvolta illusoria distinzione fra il bene e il male, tutto per scongiurare il rischio di cadere giù, nelle tenebre che gli montavano dentro, sempre più forti.
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Un altro volto dell’isola e del territorio
Francesco Musolino è un osservatore molto attento del territorio, oltre che un amante del Mediterraneo e del suo immaginario, soggetto a diverse interpretazioni e rappresentazioni. Infatti, l’autore costruisce un paesaggio che non si riduce a semplici descrizioni. Nonostante il clima vacanziero e il caldo torrido, in Giallo Lipari (acquista) affiora il disincanto dei personaggi provato in ogni dialogo – alcuni, tra cui Garbo, avrebbero voluto fare una vita diversa e altri invece si abbandonano all’inerzia – e le difficoltà di un caso che si allarga sempre di più, poiché ogni pista conduce a strade sbagliate e ogni dettaglio non è abbastanza. La storia procede con un andamento nervoso e decisamente percepibile, mostrando un luogo che, seppur sia bellissimo, appare corrotto e oscuro.
Tra le citazioni che l’autore ha inserito in apertura di ogni capitolo, ce n’è una in particolare che racchiude il senso della storia:
L’abisso non ci divide. L’abisso ci circonda.
Wisława Szymborska
È nell’abisso che sia Garbo sia i personaggi trovano la forza di restare lucidi per affrontare il male. E chissà se per l’ispettore milanese finisce qui. Intanto, una cosa è certa: ora che è approdato alle isole, la sua vita non sarà più la stessa.
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