Björn Larsson, autore svedese di grande sensibilità, affronta nel suo libro Bisogno di libertà (Iperborea, 2015) uno dei temi più universali e complessi dell’esistenza umana: la libertà. Questo saggio non suona come i motti tipici della rivoluzione francese e non ricorda un quadro di Delacroix. Se fosse un quadro, sarebbe invece La grande onda di Kanagawa di Hokusai, per la presenza essenziale del mare, ma anche per l’idea di libertà che porta avanti. Infatti, mescola riflessioni filosofiche ed esperienze personali, offre una visione intima e articolata di cosa significhi essere liberi e traccia l’idea di libertà non come rivoluzione, ma come viaggio quasi lento, a tratti interiore, ma della rivoluzione conserva l’idea di lotta, così come dell’onda di Hokusai la potente forza.
Il titolo stesso, Bisogno di libertà, indica che la libertà, per Larsson, non è solo un diritto, ma un’esigenza vitale e profondamente radicata nella natura umana. Tuttavia, questa non è una visione romantica o idealizzata della libertà, ma piuttosto un’esplorazione delle sue contraddizioni, delle sue sfide e dei suoi paradossi. Tutto con un tono estremamente onesto, che mette il lettore a proprio agio. L’autore non risulta mai, infatti, un freddo maestro oppure un intellettuale superiore che pretende di sapere di più. La sua voce è profondamente spontanea e sincera, tanto da coinvolgere incessantemente.
La libertà è una necessità esistenziale
Larsson concepisce la libertà come un bisogno essenzialmente suo, senza pretendere di imporre la propria visione agli altri. Egli considera la libertà non tanto come un concetto astratto o un principio politico, ma come un’esperienza concreta che cerca di vivere nella propria quotidianità, una quotidianità priva di abitudini. Il bisogno di libertà, secondo Larsson, nasce dal desiderio di autenticità, dalla necessità di essere sé stessi senza costrizioni, maschere o compromessi.
Niente come l’abitudine ti addormenta, manda in fumo i tuoi sogni di un tempo e ti fa credere di esserti già giocato tutto, quando invece la vita è piena di novità e di sorprese. A saper guardare.
Nel libro, Larsson si chiede: Cosa significa veramente essere liberi? La sua risposta non è lineare. Per l’autore, la libertà non è uno stato fisso, ma un processo dinamico, una tensione costante tra l’indipendenza e i limiti imposti dal mondo esterno e dagli altri, è una condizione precaria, una continua lotta fatta anche di rinunce, come l’amore, l’amicizia, ambiti in cui spinge a scelte drastiche. Per parlare di questo, l’autore attinge alla sua vita personale con profonda onestà. Tutto questo non deve far pensare a un uomo volto al “libertinismo” oppure privo di persone care e ideali (Larsson cita anche sua figlia).
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Se la libertà è la capacità di vivere secondo le proprie scelte e valori, pur consapevoli delle conseguenze che queste comportano, l’assenza di regole e costrizioni non deve mai coincidere con la disubbidienza netta o con la ricerca di eccesso:
Ho capito che per essere liberi dobbiamo sapere dove siamo. Chi è smarrito, chi non ha il senso della realtà, chi ignora come va il mondo non è libero. Non si può essere liberi che con cognizione di causa. Essere liberi non è perdersi e lasciarsi andare senza avere la minima idea di una direzione. È per questo, del resto, che ho sempre provato un’istintiva diffidenza verso qualsiasi tipo di droga. Non capisco il desiderio di alcuni di ubriacarsi, di essere sbronzi, Per essere liberi bisogna essere padroni dei propri atti e non vittime di cause incontrollabili. Bisogna essere realisti, radicati nella realtà, e insieme sognatori, per non rimanere vittime involontarie del mondo reale.
Il mare come metafora della libertà
Un simbolo ricorrente nell’opera di Larsson è il mare, che rappresenta l’essenza della libertà. Il mare, con la sua vastità e la sua imprevedibilità, incarna l’idea di un’esistenza senza limiti, in cui si può vagare senza costrizioni. In Bisogno di libertà, Larsson parla della sua passione per la vela e del mare come luogo di contemplazione e libertà assoluta. Navigare è, per lui, un modo di confrontarsi con sé stesso e con le proprie paure, ma anche di abbandonare temporaneamente le strutture sociali e i doveri che la terraferma impone.
Tuttavia, il mare non è solo uno spazio di libertà. Esso è anche un luogo pericoloso, dove la solitudine può diventare opprimente e la mancanza di ancore emotive può condurre alla deriva. In questo senso, la libertà marina è una metafora della libertà personale: affascinante, ma intrinsecamente rischiosa. Soprattutto, il mare è precario, incontrollabile, come la libertà.
«Non si nasce liberi, lo si diventa», e non basta né desiderarlo, né sognarlo, né avere la sensazione di esserlo, per diventarlo realmente: essere liberi è una conquista continua, e precaria, che dura tutta una vita.
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Libertà e responsabilità
Uno dei concetti chiave che emerge in Bisogno di libertà è la relazione indissolubile tra libertà e responsabilità. Larsson afferma che la vera libertà non può essere separata dalla responsabilità verso gli altri e verso sé stessi. Essere liberi non significa semplicemente fare ciò che si vuole, ma scegliere consapevolmente, accettando le conseguenze delle proprie azioni.
Questo principio è evidente anche in altri suoi romanzi, dove i personaggi spesso si trovano a dover affrontare dilemmi morali legati alle loro scelte. La libertà, quindi, non è un bene che si può ottenere senza sacrifici; comporta sempre un prezzo. Lui stesso lo ha pagato e con il suo exemplum Larsson ci invita a riflettere su cosa siamo disposti a sacrificare per essere davvero liberi e se la libertà che cerchiamo valga il costo.
La nostra libertà personale […] dipende da quella degli altri. Il prezzo da pagare per essere liberi senza che sia a scapito della libertà altrui, è la solitudine. Ma la solitudine, alla lunga è un peso duro da portare […] finisce per essere opprimente. Da qui quella costante tensione, mai veramente sciolta, tra bisogno di libertà e bisogno d’amore e d’amicizia.
La consapevolezza di sé
Bisogno di libertà di Björn Larsson (acquista) è un saggio potente e riflessivo che ci invita a interrogarci sul significato della libertà nelle nostre vite. Attraverso la sua esperienza personale e le sue riflessioni filosofiche, Larsson ci mostra che la libertà è un bisogno innegabile, ma complesso. Non è solo la possibilità di fare ciò che si vuole, ma richiede una profonda consapevolezza delle proprie responsabilità, dei propri limiti e delle proprie paure.
Larsson non ci offre risposte facili, ma ci guida in un percorso di esplorazione interiore, lo stesso percorso che intraprende lui come uomo, come scrittore e come “privilegiato” nell’aver potuto lottare per quella libertà, fin dalla morte del padre che apre questa autobiografia. Questo prezioso libro insegna che la libertà non è un punto d’arrivo, ma un viaggio continuo, fatto di scelte, rinunce e confronti con sé stessi. Risulta profondamente veritiero in quanto riporta la storia vera di un uomo consapevole che la libertà sia una condizione fragile e preziosa, da coltivare con cura, senza mai dimenticare che, come il mare, essa può essere tanto affascinante quanto pericolosa e incontrollabile.
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