Un inno alla vita: l’eredità di Clementina

«Clementina» di Giuliana Salvi

9 minuti di lettura

Ruvida, ostinata, complicata: Clementina è ben lontana dall’essere l’eroina esemplare di un romanzo. Ma la sua è anche una storia di resilienza e forza, quella di una donna stimolante, idealista (nei fatti più che nelle parole) ed estremamente contemporanea.

Con Clementina, Giuliana Salvi racconta la vita della sua bisnonna, rimasta vedova con tre figli e costretta a reinventarsi per sopravvivere, attraversando entrambe le guerre mondiali. Pubblicato per Einaudi a marzo 2025, il romanzo segna l’esordio letterario dell’autrice, che ha lavorato come redattrice televisiva e ha maturato l’idea del libro durante la pandemia.

Reinventare il mondo

La vita di Clementina non è stata per niente facile, ha subito diverse perdite e ha affrontato una serie di momenti difficili. Alla morte del marito Cesare, Clementina decide di tornare a Lecce, nella casa dei suoi genitori – scomparsi ormai da anni – per vivere insieme alle sorelle, Anna e Maria. Lasciare Roma, dove abitava con il marito, non è semplice, ma Clementina ha fatto una promessa: avrebbe cresciuto i loro bambini nel miglior modo possibile. Ed è proprio per mantenerla che raggiunge le sorelle a Lecce.

Nella casa in cui è cresciuta, dove aveva studiato e iniziato a scrivere i suoi racconti, Clementina prende una decisione: occuparsi personalmente dell’educazione dei suoi tre figli – Filippo, Erminia e Francesco. Presto, altri genitori iniziano a chiederle di insegnare anche ai propri, offrendo un compenso per il suo tempo e la sua dedizione. Dopo un periodo iniziale segnato dalla povertà, Clementina riesce così non solo a garantire un’istruzione ai suoi figli, ma anche a guadagnare quanto basta per mantenere tutta la famiglia. È nell’insegnamento che Clementina trova la propria realizzazione: educando ragazzi e ragazze, supera le resistenze del suo tempo e trasforma la casa in una scuola, che diventa un porto sicuro per molti giovani.

La “tigna” di Clementina

Insegnare l’aveva tenuta in vita per ventitré anni. Doveva tantissimo a quel mestiere che si era inventata nella disperazione e che, anno dopo anno, l’aveva fatta sentire sicura di sé e delle sue capacità.

Nel libro, più di una persona dice a Clementina che ha la “tigna” – un termine dialettale pugliese che indica una testardaggine ruvida, quasi scomoda, ma tenace. È una donna che agisce – «una donna tutta gesti», la descrive il marito Cesare –, femminista e antifascista più di pancia che di testa. La sua è una rivoluzione silenziosa, che prende forma tra i banchi di scuola, dove trasmette passione e determinazione ai suoi studenti. Insegna anche alle ragazze, una scelta decisamente controcorrente per l’epoca, promettendo loro un futuro tutto da costruire, se lo desiderano. Vuole che le donne siano libere di scegliere, e crede fermamente che l’istruzione sia la chiave per arrivarci.

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Dà tutta sé stessa ai suoi studenti: ha i suoi preferiti, certo, ma li ama tutti come fossero suoi figli, ed è sempre la prima a credere nelle loro capacità. «Temo di non riuscire a separare il ruolo di madre da quello di insegnante. Per questo mi sento una ciarlatana che si spaccia per ciò che non è». La narrazione intreccia presente e passato: seguiamo Clementina ragazza, nella delusione per essere stata ritirata da scuola dal padre, il primo incontro con Cesare, la vita a Roma e poi il ritorno a Lecce, l’incontro con il professor Germain e gli anni trascorsi a formare – con passione e rigore – le menti di tanti giovani.

Quello che ne emerge, è che Clementina è risoluta, testarda e determinata: non si arrende davanti a nulla. Quando uno dei suoi studenti migliori, Gianni, smette improvvisamente di frequentare la scuola, attraversa l’intera città per andare a riprenderselo. Gli cambia la vita. Tanto che, anni dopo, Gianni le lascerà una rosa con un biglietto sulla lapide: «Mi hai insegnato a vivere. Per sempre grato, Gianni». E non è l’unico. Sono tanti gli studenti che Clementina ha toccato, formato, amato – e che le renderanno omaggio. Viene spontaneo chiedersi come una donna che ha affrontato così tante perdite, che ha conosciuto la fatica e il dolore, sia riuscita a creare qualcosa di così luminoso: come abbia potuto lasciare un’eredità capace di portare luce negli squarci generati dal dolore.

L’eco di «Clementina»

I rapporti umani sono forse ciò che ci dà forza e ci spinge ad andare avanti, e sono proprio su questi che Clementina si è aggrappata nel corso della sua vita. La sua famiglia, i suoi studenti, il professor Germain e tanti altri conoscenti: tutti le hanno lasciato qualcosa, e lei ha lasciato qualcosa a ciascuno di loro.

Il rapporto con le sorelle Anna e Maria è tra i più commoventi della storia: sempre al fianco l’una dell’altra, complici in sguardi, sorrisi e pensieri. I figli, Filippo, Erminia e Francesco, rappresentano un altro capitolo fondamentale, in cui la maternità di Clementina si intreccia con il suo impegno nell’educazione.

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Il ribelle professor Germain le sta accanto per quasi vent’anni, più di quanti ne abbia trascorsi con Cesare. Nonostante l’evidente e palpabile attrazione romantica tra i due, Clementina si rifiuta di abbandonare il fantasma di suo marito, che per primo ha creduto nelle sue capacità. Eppure, è proprio da questo rapporto che nasce e si espande la sua scuola, e sempre con Germain Clementina si confronta e cresce.

Il ritmo teatrale di Clementina (acquista) di Giuliana Salvi, romanzo ricco di numerosi dialoghi, dimostra come sia nel rapporto con l’altro che la donna trova la sua crescita. Non solo a scuola, ma anche attraverso questi legami, avviene un passaggio di eredità che si manifesta nei nomi dei figli e nipoti, negli oggetti, nei gesti.

La morte e la vita si erano intrecciate per l’ennesima volta facendosi beffe di lei […] La morte arrivava priva di pietà e la vita le rispondeva generosa. Ci sei tu, ma poi ci sono io, sempre.

La sua storia non si ferma con la fine della sua vita. L’eredità di Clementina vive nei valori che ha trasmesso, nella forza e nella passione dei suoi insegnamenti, nella consapevolezza che la libertà passa attraverso la cultura. Il suo spirito indomito e la sua tenace volontà di cambiare il mondo, un piccolo passo alla volta, sono la lezione che non è solo quella di un’insegnante, ma di una donna che ha saputo resistere alla vita, abbracciandola con tutta sé stessa. E così, mentre la sua storia si racconta nel libro, è chiaro che Clementina continua a vivere nei gesti quotidiani di chi, ancora oggi, lotta per l’uguaglianza, l’educazione e la libertà.

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Elisa Capitani

Classe 1996, lettrice appassionata, amante della letteratura e della scrittura in tutte le sue forme. Ha studiato Lingue e Letterature Straniere a Milano e ha proseguito il suo percorso accademico con una magistrale in Letterature Comparate a Bologna. Ha vissuto a Parigi per quasi tre anni, esperienza che le ha permesso di ampliare i suoi orizzonti culturali e linguistici. Sempre alla ricerca di nuove storie da raccontare, sogna di viaggiare, imparare nuove lingue e arricchire il suo universo letterario.

1 Comment

  1. Clementina di Giuliana Salvi
    Clementina è un romanzo scritto in modo ricco e dinamico, ispirato alla bisnonna dell’autrice. Si svolge in un’epoca difficile, sullo sfondo infieriscono due guerre e due dopoguerra. La straordinaria protagonista, vedova con tre figli da crescere, non si abbandona alle paure e alla solitudine, trova il coraggio di mettersi in gioco: organizza una scuola in casa. Il suo lavoro d’insegnante offre opportunità altrimenti negate a ragazzi e ragazze, liberandoli da un mondo ristretto e grezzo, nello stesso tempo le apre nuovi orizzonti e assicura un bel futuro ai figli. Le sorelle Martello, di cui Clementina è la guida, affrontano da sole, vita, lutti, momenti bui della Storia, unite e solidali. Il loro cuore mantiene vivo il senso di umanità e rimane fedele alle proprie radici. La giovane scrittrice Giuliana Salvi consegna ai lettori una storia emozionante di grande spessore. Licia Barbera

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