Il termine intermezzo ha una doppia accezione. Si riferisce innanzitutto a una mossa del gioco degli scacchi, un cambio repentino di tattica che richiede all’avversario una risposta immediata; ma in italiano identifica anche un periodo di sospensione tra due fasi distinte, due movimenti musicali o snodi di una trama.
«Intermezzo»: la trama
Intermezzo (Einaudi, 2024), quarto romanzo di Sally Rooney, è la cronaca di un tempo turbolento nella vita dei due protagonisti, Ivan e Peter Koubek, rispettivamente un giovane prodigio degli scacchi e un praticante avvocato assorbito dai meccanismi sociali di una Dublino contemporanea che potrebbe sovrapporsi a qualunque altra grande città europea.
Rimasti orfani di padre e messi con le spalle al muro da un rapporto fraterno che si è sempre più deteriorato nel corso del tempo, Ivan e Peter dovranno fare i conti con complesse relazioni sentimentali e nuove, disperate, inaspettate prospettive di vita.
L’evento è finito, l’evento è stato superato, ma la perdita è appena cominciata. Ogni giorno diventa piú profonda, sempre piú cose vengono dimenticate, e sempre meno cose sono conosciute con certezza. E niente riporterà mai indietro suo padre dalla sfera della memoria, nel rassicurante mondo concreto della realtà materiale, dei fatti tangibili e specifici: e come, come è possibile accettare questo, o anche solo capire che cosa significa?
Un cambio di rotta autoriale
I primi due romanzi di Rooney, Parlarne tra amici (Einaudi, 2017) e Persone normali (Einaudi, 2018) hanno consacrato l’autrice irlandese come una delle voci predilette dalla generazione Millennial.
La prosa asciutta e il discorso diretto libero sono diventati parte del fenomeno di massa al pari dei suoi archetipi di personaggio: un insieme di elementi polarizzanti, in grado di raggiungere un pubblico di massa e al contempo avviare discussioni più o meno costruttive sulla sua opera. Non è stato Dove sei, mondo bello? (Einaudi, 2022) a smuovere l’ago della bilancia, bensì Intermezzo, segno di un’evoluzione tanto autoriale quanto generazionale.
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Millennial sull’orlo di una crisi di nervi
Peter, 32 anni, ha imperniato la sua intera vita sulla performance lavorativa. Margaret, 36 anni, è riuscita a sfuggire alle maglie di un matrimonio problematico. Alle apparenze sono simbolo di una generazione di adulti fatti e finiti, forti e competenti, almeno finché l’equilibrio non si rompe.
Peter è diviso tra l’affetto duraturo per l’ex fidanzata Sylvia, a cui è rimasto emotivamente legato anche dopo un incidente che ha sconvolto la loro gioventù, e la relazione con la briosa e caotica ventiduenne Naomi. Margaret è invece destabilizzata dall’attrazione pura e totalizzante che prova per Ivan, con il quale ha quattordici anni di differenza, e al contempo teme eventuali ripercussioni sulla sua reputazione.
Le linee tracciate sulla scacchiera di Intermezzo sono scritte con lo stesso gesso impugnato dai nostri genitori: sono la paura del giudizio altrui, di risultare sconvenienti e anticonvenzionali, di contravvenire alle regole scritte e non scritte della società. Al tempo stesso, tuttavia, le caselle in cui ci troviamo si possono e si devono attraversare per proseguire il gioco.
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Affrontare la mascolinità
All’interno del microcosmo di Intermezzo, i personaggi di Ivan e Peter Koubek rappresentano un interessante studio sulla mascolinità contemporanea. Molto lontani dalla kalokagathia di Connell in Persone normali, impressa nell’immaginario comune dall’interpretazione di Paul Mescal nell’omonima serie, ma forse per questo più realistici, i fratelli Koubek sono imperfetti e contraddittori, vittime, complici e carnefici.
Troviamo, nel caso di Ivan, una breve discesa negli inferi della misoginia online, con un accenno al mondo incel che seduce e radicalizza i ragazzi più timidi e socialmente impacciati, a cui segue (per nostra fortuna di lettrici, aggiungeremmo) una rapida redenzione.
Peter è mosso invece da saldi principi politici e morali, ma è del tutto privo di una bussola emotiva. La prosa di Rooney si fa frenetica nel cercare di rappresentare al meglio una serie di pensieri nervosi e intrusivi, di considerazioni discordanti che portano il personaggio a toccare il fondo.
«Intermezzo»: un’opera matura
Con Intermezzo (acquista) Sally Rooney amplia il respiro della propria poetica e dei temi affrontati, ma continua allo stesso tempo il discorso già iniziato con Parlarne tra amici e proseguito, per quanto didascalicamente, in Dove sei, mondo bello: un’infatuazione letteraria e personale con le reti relazionali, di qualunque natura esse siano.
Le richieste delle altre persone non svaniscono; si moltiplicano e basta. Sempre piú complesso, sempre piú difficile. Che è un altro modo, pensa, di dire piú vita, sempre piú vita.
I personaggi del romanzo, per dirla con Fitzgerald, sono allo stesso tempo attratti e respinti dall’inesauribile varietà della vita; impossibile cercare di tirarsene fuori per affrontare il proprio dolore o evitare di affrontare il giudizio altrui. Per fortuna.
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