Le parole tra noi leggere: Magma Magazine al Salone del Libro 2025

15 minuti di lettura
Il Salone del Libro 2025
Credit: Giulia Fasani

Cinque giorni per 231.000 i visitatori: questo è il bilancio finale della XXXVII edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino che, come ogni anno, diventa per noi di Magma Magazine un luogo di incontro tra collaboratori ed esperti del settore.

L’illustrazione di quest’anno è firmata da Benedetta Fasson: due figure che si abbracciano in un’atmosfera calda e intima, e in questa forte connessione le parole scorrono. Perfetta per rappresentare il tema che quest’anno ha animato gli spazi del Lingotto Fiere, sotto la direzione di Annalena Benini, da giovedì 15 maggio a lunedì 19: Le parole tra noi leggere.

«Pubblicato nel 1969, ebbe molto successo ed è stato amato e discusso per la sua intima modernità: oggi riprende vita proprio a Torino attraverso questo titolo, che è anche un verso di Eugenio Montale» aveva spiegato Benini, direttrice editoriale del Salone. «Riguarda, dal punto di vista letterario, la possibilità di una verità poetica, ma evoca da ogni lato un sentimento più vasto, quello per l’incontro: il tentativo ostinato e allegro di entrare in contatto con il “noi”, usando le parole per conoscere, raccontare, scambiare idee, offrendo uno spazio di dialogo sull’arte ma anche su tutto quello che succede, che riguarda il mondo e quindi ci riguarda. Questo Salone rinnova e omaggia le parole e la particolare materia di cui sono fatte: leggera, precisa, preziosa».

I numeri dell’edizione: 977 spazi espositivi, 70 sale per un totale di 2.647 eventi, a cui si aggiungono 800 eventi del Salone Off. Riassumendo: impossibile per una persona sola seguire tutti questi eventi, ma è sempre bello cercare di comporre un articolo-Frankenstein che racchiuda gli eventi che di questo Salone non potremo mai dimenticare.

Guðrún Eva Mínervudóttir: uno sguardo diverso sull’Islanda

Nel pomeriggio di sabato 17 maggio abbiamo partecipato alla presentazione di Reykjavík, amore, l’ultima opera della scrittrice islandese Guðrún Eva Mínervudóttir da poco uscito per Iperborea (acquista). Nel libro si snodano cinque microromanzi accomunati dall’ambientazione nella capitale islandese e soprattutto dall’amore, sentimento vissuto dai vari personaggi secondo più declinazioni. La traduttrice Silvia Cosimini, che ha moderato l’incontro, ha tenuto a sottolineare che quello di Mínervudóttir rappresenta uno sguardo sulla letteratura islandese diverso da quello tradizionale del suo Paese, arrivando a definire la scrittrice come la più internazionale tra gli autori islandesi in attività. Infatti, mentre la letteratura di questo Paese nordico ruota tipicamente intorno a saghe in cui la natura ha un ruolo preponderante, Mínervudóttir preferisce un’ambientazione urbana per le sue opere, in cui descrive la poesia dell’ordinario.

L’autrice ha inoltre tenuto a ricordare che, per quanto certi grandi nomi della letteratura siano da considerarsi pilastri imprescindibili, la scrittura non può e non deve essere considerata una competizione. In Islanda, per esempio, c’è chi non osa avvicinarsi alla scrittura per timore di confrontarsi con mostri sacri come Halldór Laxness (considerato il più grande autore islandese del Novecento, insignito del premio Nobel nel 1955). Un'”ansia da prestazione” che invece Mínervudóttir non sembra aver mai sentito, forse arrivando anche per questo a discostarsi dal canone del suo Paese.

Leggi anche:
La solitudine del nuotatore

Caroline Darian al Salone del Libro: «Scrivere questo libro mi ha aiutata, ma non basta»

Sabato abbiamo avuto l’onore di incontrare anche Caroline Darian, la figlia di Gisèle Pelicot. Presentata da Annalena Benini, Darian ha parlato del suo memoir sconvolgente in cui ricostruisce il “caso Gisèle Pelicot” attraverso il punto di vista di una donna che è stata, al tempo stesso, la figlia di una vittima e la figlia di un aguzzino.

Dominique Pelicot ha abusato per oltre dieci anni della moglie Gisèle, attraverso la sottomissione chimica, sottoponendola alle violenze di più di ottanta sconosciuti (adescati su un sito di incontri), filmando e catalogando ogni incontro. L’uomo è stato condannato a vent’anni, ma le battaglie di Caroline Darian, figlia di Dominique e Gisèle Pelicot (che ha cambiato il suo cognome), no. A cominciare dal libro che la donna ha scritto: E ho smesso di chiamarti papà (acquista), edito da Utet, dove ripercorre in ordine cronologico i fatti che hanno sconvolto la sua vita e la sua famiglia.

Credit: Lorenzo Olivetti

Scrive l’autrice nel romanzo: «Scrivere queste pagine, per quanto valgano, significa per me tracciare una strada. Ha il suo ruolo: separarmi da mio padre, liberarmi le spalle dal peso della sua eredità».

Il tema dell’edizione 2025 del Salone di Torino è, come detto all’inizio di questo articolo, Le parole tra noi leggere, e trae ispirazione – oltre che da una celebre poesia di Eugenio Montale – dall’omonimo romanzo di Lalla Romano (Premio Strega 1969). Quel “noi” a cui accenna il romanzo di Lalla Romano viene dichiarato fin dall’incipit: il libro non è altro che un tentativo di riuscire a leggere quel “personaggio ermetico” che, a tutti gli effetti, è il figlio. Scrivere per comprendere. Lo stesso lavoro che compie Caroline Dorian, trasformare il “trauma” in attivismo.

Alessandra Selmi e la storia de «La prima regina»

L’autrice Alessandra Selmi, intervistata da Stefania Auci (autrice de I leoni di Sicilia), ha presentato al Salone del Libro il suo ultimo romanzo La prima regina (acquista), edito da Editrice Nord. Il romanzo è un intreccio di destini, come racconta l’autrice: «Se metto vicine una regina – che non conosce la fame, la fatica – e una domestica – costretta a subire il freddo, a muoversi senza carrozza, a lavorare – è chiaro chi tra le due è la più fortunata. Ma lo è davvero?».

Siamo nel 1868 e la quindicenne Nina lavora per la futura regina d’Italia, Margherita, figlia di Elisabetta di Sassonia. Sullo sfondo c’è un terzo personaggio ugualmente complesso: l’Italia, raccontata attraverso tutte le sue contraddizioni e frammentazioni. Un paese di povertà, analfabetismo, fame. Soprattutto rabbia.

Il ritratto che Alessandra Selmi fa della giovane Margherita, come ci racconta, è una rivincita sulla Storia: «Ci piace raccontare la storia della Principessa Sissi perché c’è l’amore. Tra Margherita e Umberto, invece, no. Margherita non ama e non è ricambiata, ma è una donna che ha saputo portare il peso della corona con grande dignità e senso di responsabilità». Quando Margherita e Umberto si sposano, non è un segreto che Umberto abbia altre amanti. L’infedeltà è un’ulteriore corona che il re porta; quello tra Margherita e Umberto è il contratto di due infelicità che non hanno scelta. Nina, orfana e povera, grazie agli insegnamenti del maggiordomo Nestore trova nei libri l’unica forma di emancipazione possibile.

La prima regina è una storia di donne che rivendicano il diritto a essere. Sono tutti piccoli spunti che invitano alla lettura di un romanzo in cui è impossibile non riconoscere l’impegnativo lavoro di ricerca e approfondimento, non solo sui personaggi reali, ma anche su un’epoca lontana, segnata da intemperie e guerre, esplorata con coraggiosa curiosità.

Il Premio Strega Europeo 2025 va a Paul Murray per «Il giorno dell’ape»

L’irlandese Paul Murray è il vincitore del Premio Strega Europeo 2025 con Il giorno dell’ape (edito da Einaudi e tradotto da Tommaso Pincio – acquista), e la premiazione al Circolo dei Lettori di Torino. L’autore, intervistato dallo scrittore Sandro Veronesi, sabato 17 maggio ha presentato il suo libro al Salone del Libro, un romanzo ironico e profondo, contemporaneo, costruito attorno ai quattro membri della famiglia Barnes che, colpita dalla crisi economica, rischia di andare in macerie.

Credit: Tommaso Pincio e Paul Murray

Il passato è così, vero? Credi di essertelo lasciato alle spalle, poi un giorno entri in una stanza e lo trovi lì ad aspettarti.

Il libro ha ottenuto il maggior numero di voti (11 preferenze) da parte della giuria della XII edizione dello Strega Europeo, composta da 25 scrittrici e scrittori italiani, vincitori e finalisti del Premio Strega.

Leggi anche:
Cyrus, martire della terra in cerca di senso

Uno spazio per la scuola: da Ivano Dionigi ai laboratori

Nel suo nuovo saggio Magister, Ivano Dionigi riprende la massima La scuola la fanno i maestri, non i ministri di Manara Valgimigli e invita a riflettere sulla funzione primaria e insostituibile della scuola. Questa ha trovato grande spazio nel Salone del Libro 2025, come spesso anche nelle precedenti edizioni, non solo grazie alla presenza di diverse attività per le scuole, ma anche con diversi laboratori di lettura, fumetto ecc. riservati a bambini e studenti. L’idea è quella di creare “teste ben fatte”, come diceva Edgar Morin citando Montaigne e non teste ben piene, propugnando quindi un sapere non nozionistico, bensì una coscienza di sé, una consapevolezza umana e una crescita personale che parta dagli insegnanti per formare i discenti. Ivano Dionigi in dialogo con Massimo Cacciari al Salone del Libro ha fatto emergere proprio questa volontà che deve appartenere alla scuola: non quella di produrre ricchezza o benessere immediato, ma di formare delle coscienze.

In un momento in cui si vuole sostenere con forza l’essere sempre performanti e produttivi, la scuola deve ricordare cosa significa davvero costruire la cittadinanza, non seguendo decreti e scadenze, ma con “lentezza” in senso positivo, con un lavoro ben strutturato volto all’educazione come impegno verso la comunità. Bisogna comprendere la bellezza del passato soprattutto per garantire un futuro ricco non nel senso consumistico del termine, ma culturalmente e moralmente. Anche se ormai ciò che fa più rumore sono i prodigi della tecnica, della produzione, c’è ben di più di questo.

Libri transistor e libri necessari: gli anniversari di Feltrinelli e Mondadori al Salone del Libro

Al Salone del Libro 2025, più precisamente all’interno del padiglione Oval, Feltrinelli e Mondadori hanno celebrato gli anniversari di due pietre miliari della storia dell’editoria italiana con riedizioni dal sapore vintage e palinsesti di eventi e incontri a tema.

Feltrinelli ha portato a Torino l’ampia gamma – tematica e cromatica – dei romanzi della collana Universale Economica, riediti per celebrare i 70 anni della casa editrice. L’iniziativa si è svolta in parallelo a un’attivazione di brand che ha riportato temporaneamente in vita la storica edicola Feltrinelli a Piazzale Lavater, a Milano.

Simbolo di un’editoria di “libri necessari”, radicata in una profonda coscienza sociale e politica, ma al tempo stesso attenta alle tendenze dell’attualità, i titoli più celebri dell’Universale Economica Feltrinelli sono tornati sugli scaffali del Salone del Libro in una veste grafica ispirata a quella originale. Ad accompagnarli il volume celebrativo Storie con la F. 70 anni di Feltrinelli attraverso 70 successi di narrativa.

Mondadori, d’altro canto, ha celebrato al Salone del libro i 60 anni della collana Oscar, i “libri transistor” lanciati sul mercato “al prezzo di un biglietto del cinema”: un’operazione editoriale e di marketing che ha definito e consolidato il concetto di best-seller all’italiana.

Anche Mondadori ha proposto edizioni anniversario limitate: nello specifico, un cofanetto numerato da collezione contenente 20 titoli Oscar Cult con una veste grafica dedicata. Dopo gli incontri dedicati durante il Salone del Libro, invece, la casa editrice ha distribuito ai lettori una copia speciale della nuova edizione di Addio alle armi di Ernest Hemingway, capofila della collana Oscar.

Silvia Argento

Nata ad Agrigento nel 1997, ha conseguito una laurea triennale in Lettere Moderne, una magistrale in Filologia Moderna e Italianistica e una seconda magistrale in Editoria e scrittura con lode. Ha un master in giornalismo, è docente di letteratura italiana e latina, scrittrice e redattrice per vari siti di divulgazione culturale. Autrice di due saggi dal titolo "Dietro lo specchio, Oscar Wilde e l'estetica del quotidiano" e "La fedeltà disattesa" e della raccolta di racconti «Dipinti, brevi storie di fragilità».

Francesca Cerutti

Classe 1997, laureata in Lingue per l’impresa e specializzata in Traduzione. Caporedattrice di Magma Magazine, sempre alla ricerca di storie che meritino di essere raccontate. Dopo aver esordito nel 2020 con il romanzo «Noi quattro nel mondo» (bookabook), ha pubblicato nel 2023 la raccolta di racconti «Pretendi un amore che non pretende niente» (AUGH! Edizioni).

Francesca Fenaroli

Classe 1997, laureata in Editoria a Milano. Appassionata di libri, tecnologia e tutto quello che c'è nel mezzo. Umberto Eco sarebbe fiero di lei, o almeno così le piace pensare.

Serena Votano

Serena Votano, classe 1996. Tendenzialmente irrequieta, da capire se è un pregio o un difetto. Trascorro il mio tempo libero tra le pagine di JD Salinger, di Raymond Carver, di Richard Yates o di Cesare Pavese, in sottofondo una canzone di Chet Baker, regia di Woody Allen.

Lascia un commento

Your email address will not be published.