Se c’è un tema trito e ritrito in letteratura, quello è sicuramente la relazione di coppia: coppie che nascono, coppie che si sfrangono, coppie che per sopravvivere decidono di comune accordo di vivere una doppia vita per opportunismo. In quest’ultimo caso è significativo quanto scrisse Arthur Schniztler in Doppio sogno: l’unico modo per salvare una relazione di coppia è secondo la protagonista Albertine «uscire indenni da tutte le avventure, da quelle reali e da quelle sognate».
Un piano su cui pochi giocano è, appunto, la questione psicologica, la dimensione del sogno, in cui si svolge l’effettiva vita sentimentale di una coppia, dove sono racchiuse tutte le frustrazioni di una coppia che, parlando in termini kierkegaardiani, vorrebbe uscire dallo stato etico e ritornare a quello estetico, liberarsi quindi delle pastoie sociali per provare l’amore in maniera libera. Deve aver pensato a una cosa del genere Vincenzo Montisano, autore calabrese classe 1988 e finalista al Premio Neri Pozza 2023, con Logica degli incendi, primo titolo della collana I frattali curata da Massimo Salvati per i tipi di Industria & Letteratura.
«Logica degli incendi»: la trama
Logica degli incendi si apre con un’immagine suggestiva: una donna in una vasca da bagno piena di latte osservata dal suo compagno. Un’immagine erotica, per dirla à la Roland Barthes, dove per erotismo si intende trascendenza alla sessualità attraverso frammenti dell’oggetto del desiderio. Questa immagine apre, allora, a un viaggio compiuto da i due protagonisti, Teo e Gio, pragmatico l’uno e emotiva e passionale l’altra, alle prese con la gravidanza di quest’ultima verso l’isola della famiglia di lei, i Mascaldi.
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Questo viaggio a cavallo fra il sogno e la realtà mette in discussione il rapporto fra i protagonisti, con Teo che deve dimostrare di non esser sempre attaccato ai calcoli e Gio che deve confrontarsi con i sensi di colpa, ad esempio, derivanti dalla morte del fratello Massimo. Quello che si mette alla prova è, dunque, un rapporto di coppia in cui la gravidanza potrebbe riequilibrare la relazione, ma allo stesso tempo essere la scintilla che farà traboccare il vaso e portare la relazione alla fine.
«Logica degli incendi»: una coppia sul confine fra realtà e sogno
Logica degli incendi di Montisano ha una struttura circolare: si apre e si chiude con un prologo e un epilogo narrati al presente e la parte centrale, quella del viaggio verso l’isola della famiglia Mascaldi, narrata al passato. Questo gioco di piani temporali porta, di conseguenza, l’autore a confondere il lettore facendolo ragionare sulla veridicità o meno del viaggio compiuto dai due protagonisti e di conseguenza sull’effettiva resa dei conti dei due.
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Questa struttura circolare ricorda molto non solo il già citato Doppio sogno, ma anche altri due romanzi brevi che hanno analizzato le dinamiche di coppie sul piano psicologico e onirico: Un bicchiere di rabbia di Raduan Nassar e Amore di Péter Nádas. Tutti e tre i romanzi presentano non soltanto una struttura circolare, ma giocano sul confine fra realtà e sogno, in particolare Nádas, che tira in ballo la psichedelia per mostrarci il fallimento della comunicazione e della dissoluzione della coppia protagonista per paura della solitudine, con il protagonista che ha come unico modo di evasione l’assuefazione da droghe.
Non saper abbandonarsi
Concetto chiave che accomuna Montisano e tutti gli autori citati prima è racchiuso all’inizio del prologo di Logica degli incendi:
Lui vorrebbe essere altrove, sotto il cielo a guardare le stelle. Ma è lì, a leggere sul volto di lei un affetto in rovina. Vi coglie la prossimità di una soglia oltre la quale si apre una zona inabissata dell’esistenza. Inaccessibile finché entrambi i suoi occhi rimarranno aperti. Non sai abbandonati, pensa la donna.
Come Fridolin, medico protagonista di Doppio sogno, anche Teo deve fare i conti con un erotismo che viene sempre meno, in quanto pensa che la sola razionalità serva a tenere in piedi un rapporto di coppia, quando in realtà – riprendendo il titolo del romanzo – un incendio si scatena se ci sono elementi chimicamente diversi: un combustibile, che è la sua razionalità, e un comburente, che è la passionalità di Gio.
L’isola, dunque, costituisce l’occasione per Teo, «come uomo sempre morto poco per volta, lentamente», di rimettersi in gioco e comprendere cosa vuole veramente da Gio, una ragazza che si sente illusa dal fatto che sia stato Teo stesso a inventare il mondo con la sua razionalità che ha reso il loro rapporto «troppo omologato, troppo normale».
L’Eden praticabile per un rapporto di coppia illogico
Nell’«Eden praticabile, accessibile» dell’isola, Teo comprende come la quotidianità del suo appartamento e del suo rapporto troppo omologato con Gio abbia pian piano reso più accentuata la sua solitudine e quella della donna, rendendoli immobili e incapaci di progredire:
Di là dal mare, pensò, deve pur trovarsi quell’altro mondo. Il nostro appartamento è da qualche parte, vuoto e spento. Lì siamo esistiti come detriti industriali; proiezioni d’ansie panoramiche. Spettri, nient’altro. E allora com’è che davanti a questo varco a strapiombo sul nulla sono sul punto di sentirmi quasi vivo?
Come Gio, anche Teo, dunque, giunge alla consapevolezza della voragine che si è creata fra la monotonia della propria vita di coppia e le loro aspettative. Ed è così, allora – ed è l’unica anticipazione che si farà, in quanto funzionale a spiegare alcuni temi del libro –, che giunge in aiuto l’incendio a cui fa riferimento il titolo, che arriva a bruciare non solo la casa dei Mascaldi, ma anche la vegetazione dell’isola.
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Teo sembra rinunciare alla razionalità per vivere il suo rapporto con Gio in maniera il più possibile autentica grazie all’illogicità concessa dall’incendio, che fa capire all’uomo come l’imprevedibilità sia, in fin dei conti, alla base di ogni rapporto di coppia. Se questo alla fine sarà vero o no non ci sarà dato saperlo del tutto, ma come Fridolin e Albertine anche lui uscirà indenne dalle sue avventure reali e sognate, in quanto sia la dimensione reale che quella onirica sono parte del suo essere.
Il cielo non esiste
Logica degli incendi (acquista) rappresenta quello che veramente intendeva Roland Barthes come erotismo: la passione viene dal frammento. Mai dall’intero, quindi, ma dall’illogicità e dall’incompletezza, a cui Teo deve cercare di abbandonarsi. Ciò lo rende uomo a metà, ma in grado, come scrisse Jacques Lacan, di chiedere “ancora”: ancora un corpo, ancora un’emozione disposta a stravolgere l’ordine razionale che quotidianamente cerchiamo di raggiungere, ma che in realtà imbriglia i nostri sentimenti, e quindi a chiedere di essere ancora vivo.
Quella sera, al crocevia tra la vita di prima e la vita di poi, l’uomo non sa che farsene dello splendore del cielo. Di quelle infinite richieste d’attenzione, della sua fatuità. Il cielo non esiste, pensa. È un modello, una visione, un’utopia. E ciò nonostante, come se fosse condannato a quotare per sempre i confini di quella menzogna, traccia sul suo quaderno la tabella dove abitualmente annota il nome scientifico delle stelle in esame. Le loro coordinate spaziali. La loro distanza da un punto prestabilito e costante per tutta la durata della misurazione.
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