Neurodivergenza: facciamo chiarezza

«Neurodivergente. Capire e coltivare la diversità dei cervelli umani» di Eleonora Marocchini

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«Ogni essere umano ha un cervello, ma non tutti i cervelli sono uguali» si legge nell’introduzione di Neurodivergente. Capire e coltivare la diversità dei cervelli umani. Per chi si approccia al tema della neurodivergenza per la prima volta o, al contrario, ne sa qualcosa ma vorrebbe approfondire, ecco che Tlon pubblica il brevissimo libro – ma altrettanto tosto – di Eleonora Marocchini, psicolinguista e dottoressa di Ricerca in Psicologia e Scienze Cognitive, ricercatrice indipendente e comunicatrice della scienza sui social sotto il nome di @narraction, un testo utile per fare chiarezza sulla neurodiversità umana

Kassiane Asasumasu, attivista autistica asioamericana cui è attribuito il termine neurodivergent, si è spesso dichiarata radicalmente contraria a questo uso escludente, essendo variamente neurodivergente lei stessa […].
Neurodivergente vuol dire solo un cervello che diverge.

«Neurodivergente», dall’approccio medico-scientifico al vissuto personale

Da un primo capitolo chiarificatore, necessario per chi esplora l’argomento con scarsissime conoscenze – neurodivergenteneuroatipiconeurodiverso non sono sinonimi – si passa alla stretta relazione tra i termini neurodivergente, autismo e ADHD, per poi approdare al modo in cui le scienze biomediche, cognitive e psicologiche e le scienze umane e sociali trattano questi argomenti. Ma la neurodiversità è un concetto che ha origine come movimento negli anni Novanta e si è poi evoluto in un vero e proprio paradigma, abbracciando anche le teorie femministe e i queer disability studies. Senza dimenticare un particolare approfondimento sul costo e sui tempi per ricevere una diagnosi e dunque sull’autodiagnosi.

Eleonora Marocchini esplora tutte queste prospettive, cercando di mettere un po’ di ordine e di tenere insieme sia il punto di vista del modello medico e scientifico sia le discussioni interne alle comunità interessate, in particolar modo sui social media, e l’impatto degli stessi sulla realtà. L’autrice unisce la sua importante esperienza accademica al profondo vissuto personale per provare a uscire dalla “bolla accademica”.

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Questo libro non si pone, quindi, l’obiettivo di dare risposte univoche; anzi, pagina dopo pagina emergeranno diverse prospettive, che verranno contestualizzate e messe, ove possibile, in relazione. L’obiettivo è, piuttosto, dare un’introduzione approfondita e qualche spunto di riflessione per comprendere meglio punti di vista diversi sulle tante questioni connesse ai temi della divergenza e della neurodiversità. Non certo per mettere d’accordo chiunque (questo è proprio impossibile), ma per essere in disaccordo, eventualmente, avendo messo davvero in condizione di esprimersi ogni persona che lo desideri, e soprattutto ascoltandola – e ascoltandosi – un po’ di più.

Neurodivergente (acquista) è un testo che saggiamente consigliamo a chi si è da poco approcciato all’argomento, chi lo conosce solo da un punto di vista o, leggendo il titolo, ha pensato “Neuro-che?”. Si tratta di un libro che mancava nel panorama editoriale italiano, accessibile a chiunque nonostante richieda una buona dose di concentrazione durante la lettura. Una guida che prova a fare spazio tra gli infiniti mondi dentro i nostri cervelli.

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Serena Votano

Serena Votano, classe 1996. Tendenzialmente irrequieta, da capire se è un pregio o un difetto. Trascorro il mio tempo libero tra le pagine di JD Salinger, di Raymond Carver, di Richard Yates o di Cesare Pavese, in sottofondo una canzone di Chet Baker, regia di Woody Allen.

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