Quando l’amore è una disgrazia

«Cleopatra e Frankenstein» di Coco Mellors

7 minuti di lettura

Capita a volte di incontrare una persona per la prima volta e di avere la sensazione di conoscerla da sempre. Le parole scivolano lisce, i silenzi non pesano, il tempo va al rallentatore eppure scorre più veloce che mai. Arrivati al momento di separarsi, si sente il bisogno di non lasciarsi andare. È forse amore, questo? O è una disgrazia?

L’innamoramento di Cleo e Frank è fatto di parole, sguardi, chimica e tutte quelle ragioni che li spingono a buttarsi in una relazione e, sei mesi dopo, in un matrimonio: «Quando la parte più oscura di te incontra la parte più oscura di me, si crea la luce».

Cleopatra e Frankenstein, il romanzo d’esordio di Coco Mellors (Einaudi, 2023), tradotto da Carla Palmieri, inizia nel momento in cui Cleo, ventiquattrenne e affascinante artista inglese che studia a New York, incontra Frank, quarantenne pubblicitario di successo con un grave e inconsapevole problema di alcolismo.

È la notte di Capodanno, Cleo decide di rientrare a casa. S’incrociano in ascensore e Frank decide di accompagnarla… ovunque lei voglia andare. E tutto sembra di fatto possibile. Si conoscono, si sentono attratti l’uno dall’altro e sulla carta è del tutto comprensibile che di lì a sei mesi decideranno di sposarsi. «Per il visto» diranno, eppure…

«Cleopatra e Frankenstein»: le rovine di un amore perfetto

Oltre loro, agli altri personaggi non va meglio: Zoe è la bellissima, epilettica sorellastra di Frank, un’aspirante attrice in evidenti difficoltà economiche in una città come New York; Anders è uno dei migliori amici di Frank, in (quasi) crisi di mezza età; Santiago è un cuoco di successo che non ha mai dimenticato sua moglie (morta per overdose); Eleanor è la copywriter che vive con la madre divorziata ma ancora legata all’ex marito ora affetto da Parkinson; Quentin è il migliore amico di Cleo, tanto geloso del rapporto tra Cleo e Frank quanto in difficoltà nel farsi accettare dalla famiglia perché gay e nell’accettarsi perché ragazza. Nel mezzo: la dipendenza dalle droghe. L’alcol e le droghe sono una presenza costante nel libro, come Cleo stessa si chiederà: «Nessuno ha fame qui?». No, solo voragini incolmabili.

Protagonista è anche New York, e sembra quasi di vederla e sentirla attraverso le pagine: le sirene, il caos, la metropolitana, le grandi feste a suon di alcol e droghe. E la profonda solitudine che invade i personaggi di questo romanzo.

Dopo una prima fase di idillio, come se tutti i personaggi avessero una loro dose di felicità iniziale, inizieranno i problemi. L’amore, come una lampadina, renderà evidenti le ombre del loro passato: la solitudine, la dipendenza, la malattia mentale.

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La crepa tra Cleo e Frank diverrà sempre più grande fino a portare lei a un gesto estremo che travolgerà la vita di entrambi. Sono le rovine di una relazione instabile che si è rivelata essere un disperato tentativo di salvezza. Appoggiarsi a un altro per colmare quel sentimento che manca vuol dire condannarsi all’infelicità. Un po’ come Emma Bovary, Cleo pretende di più dal suo matrimonio. Ma a cosa aspira?

Ma come si imparava a vivere? Come si imparava a essere felici?

La disgrazia di amare

Cleopatra e Frankenstein domina il BookTok da mesi, ha conquistato le classifiche inglesi e verrà presto trasformato in una serie tv Warner Bros. Con la sua prosa scorrevole e suoi dialoghi tirati a lucido – come se i personaggi dovessero a tutti i costi piacere al lettore – risulta convincente proprio grazie ai due protagonisti molto più incasinati di quel che sono e totalmente incapaci di prendersi sul serio.

È un romanzo molto discusso, ma quasi sempre in relazione ai romanzi dell’irlandese Sally Rooney. Se entrambe le autrici riescono a costruire una storia che spinge il letto a chiedersi “Cosa non sta funzionando?”, la sostanziale differenza sta nei personaggi: pensando al romanzo Persone normali (Einaudi, 2018), anche Sally Rooney racconta la storia di una coppia: eppure Marianne e Connell sono due persone perfettissime e (poco) normali, nonostante le loro ombre; mentre Cleo e Frank c’hanno impiegato un po’ prima di capire che entrambi sono un disastro, ma insieme sono letali l’uno per l’altra.

– Allora dimmi come posso riparare. Dimmi che cosa devo fare e lo farò.
Cleo lo incenerì con uno sguardo.
– Riparare? Sei tu che hai fatto a pezzi ogni cosa! – gridò. -Hai fatto a pezzi me!
– Tu eri già a pezzi!
– Non così tanto! – ribatté lei, urlando e agitando le braccia. – Sei tu che hai causato questo dolore!
– E io, allora? E il mio dolore?
– Chi se ne frega! – si sgolò lei. -Non me ne importa niente, niente, niente!
Frank avvicinò la faccia a quella di Cleo.
Erano giunti al culmine di tutti i loro litigi, di tutte le parole crudeli che si erano scagliati addosso. Non restava più nulla da proteggere.
– Sei la peggior disgrazia che mi sia capitata! – ruggì.

Cleopatra e Frankenstein (acquista) è un romanzo consigliato a chi non ha paura di «buttarsi nel pozzo» e osservare gli errori, i fallimenti, i desideri, le paure, l’amore o l’idea che abbiamo. Dedicato a chi ha creduto nell’amore sbagliato, a chi ha trovato la bellezza nella disgrazia.

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Serena Votano

Serena Votano, classe 1996. Tendenzialmente irrequieta, da capire se è un pregio o un difetto. Trascorro il mio tempo libero tra le pagine di JD Salinger, di Raymond Carver, di Richard Yates o di Cesare Pavese, in sottofondo una canzone di Chet Baker, regia di Woody Allen.

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