E se a un certo punto la chiave gira nel verso opposto? Se il cuore salta un battito? Se il treno delle 11, dopo anni di abitudinarie partenze, smette di esistere? Può il tempo seguire un flusso diverso? In Controtempo (Wojtek edizioni, 2024), esordio di Emanuela Guarnieri (classe 1987), accade che il passato e il presente di Alfredo si congelano in una continua ricerca di una parte di sé perduta – forse – per sempre.
Avevo iniziato, senza mai smettere davvero, ad avere paura che un giorno potessi perdere una metà di me stesso, proprio come era successo al visconte protagonista del romanzo.
Il ritmo della vita è legato alle perturbanti ossessioni del protagonista. Alfredo – mancino, manchevole – sente di attraversare lo spazio e, nonostante si sforzi di fare parte della realtà, di cadere inesorabilmente. E quel cuore che sembra aver perso un battito – «se avvicino la mano al petto per ascoltarlo, ho notato che fa TIC-TAC-TIC… TIC-TAC» – non riesce a riaccordarsi. Se riconoscere di aver saltato un battito può essere una sensazione che appartiene ai momenti indimenticabili della propria vita – di gioia intensa o particolarmente doloroso –, andare alla ricerca di quel pezzo perduto di sé può essere una battaglia persa in partenza.
Io non so come dirglielo, non so come dirlo a tutti quanti che quel ritmo del mio cuore così come lo conoscevo prima non è possibile.
Alfredo prova a recuperare quel tempo attraverso i ricordi della nonna, gli amori e quell’incidente che segna un prima e un dopo, trascinandolo in una dimensione dissonante. Si sente posseduto, perseguitato, da qualcosa dentro di sé che si prende gioco della sua stessa memoria. Ritorna alla realtà ma perde pezzi lungo il tragitto.
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«Controtempo» e quel battito perduto
Come Il visconte dimezzato di Italo Calvino, Alfredo si sente spezzato e non basta l’amore per riconoscersi intero. Tutti facciamo i conti con una personale mancanza, prima di diventare metà di noi stessi nonostante siamo interi, ma perché ossessionarsi con la continua ricerca delle due metà?
Non le cercare più le cose che hai perso, non aspettare che il tempo faccia le tue cose, falle tu. Rispondi con il tuo tempo.
Controtempo (acquista) è un modo per restituire al tempo il suo valore primario che nella vita quotidiana dimentichiamo. L’autrice, sceglie di raccontare una storia a tratti surreale, lasciandosi ispirare dal realismo magico e dalla letteratura ispanoamericana – lei stessa insegna Lingua e cultura spagnola presso una scuola secondaria della sua città –, per raccontare il vuoto dell’esistenza.
Un romanzo brevissimo (di 90 pagine) consigliato a chi non è ancora riuscito a recuperare quel battito perduto, a chi «si crede incompleto ed è soltanto giovane», per ricordare che il tempo sfugge al nostro controllo e, al di là delle logiche del “qui e ora”, questa è un’opportunità per recuperare ciò che manca.
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