Nella verde gola delle lupe è proprio dove vi condurrà questo racconto illustrato, scritto da Lucrezia Pei e Ornella Soncini e pubblicato nella collana Cuspidi di Moscabianca edizioni. Siamo in un Cinquecento irreale, dalle atmosfere rinascimentali, dove una piccola comunità di Lupe si rifugia in eremo oscuro, nella folta selva, e venera Santa Agilulfa, colei che seppe domare gli esseribestia.
L’eremo è vuoto come una bocca spalancata, senza lingua e denti. Da buio e silenzio emerge un’oscurità pelosa con due file di zanne sul muso allungato e gli stessi occhi obliqui che la fissano ciechi dai cappucci delle ave.
«Nella verde gola delle lupe»: una Grande Ingiustizia
Le discendenti della prima Cacciatrice conducono vite modeste, scandite dal lento trascorrere delle stagioni. Sono sopravvissute a una Grande Ingiustizia che ha segnato la loro esistenza. Vivono costrette a rifugiarsi nella natura selvaggia, lontano dal mondo degli uomini, avvolte nelle pellicce da lupe – l’animale più temuto dall’uomo, che invece protegge loro –. Un evento tramandato dalle ave più anziane alle Lupe più giovani che ogni state, per continuare a sopravvivere, devono pur sempre congiungersi con gli uomini per procreare figlie da crescere nella valle o figli da restituire al bosco.
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Ana, una delle fanciulle di questa storia, vive senza conoscere altro se non il verde che la circonda, ma la curiosità è un veleno tentatore. Soprattutto nel momento in cui scopre che sua madre si incontra di nascosto con un esserebestia.
È forse amore? Cosa è successo affinché le donne scegliessero di rifuggire gli uomini? Non è chiaro, ma è facile da immaginare. Tutto ciò che sappiamo è che:
In principio c’era la donna e c’era l’uomo, che era il maschio della donna, e tutti vivevamo in pace. Un giorno, però, gli uomini caddero preda di una grande avidità.
Sono davvero libere queste donne?
Accompagnato dalle bellissime illustrazioni di Marco Calvi che danno vita a questa storia, Nella verde gola delle lupe è difficile da incasellare in un “genere”: fantastico, storico… Non conta, se l’obiettivo della letteratura è diventare veicolo di un messaggio. E questo è un racconto sul ruolo che le donne hanno ricoperto nella società, ieri come oggi.
Attraverso Ana, Lia, Speranza, Luce, Fede, Esaltazia e tutte le altre Lupe, possiamo rivivere la realtà attraverso ogni fase della femminilità. Dalla gravidanza al primo ciclo, compresa la perdita della verginità, fino a una femminilità che si annulla in un senso di maternità più ampio, comunitario. Lucrezia Pei e Ornella Soncini (le SonPei) firmano una storia di formazione in cui, nell’oscurità della selva, le donne possono rivendicare la propria libertà e il controllo dei propri corpi. Ma solo finché il verno non lascia spazio alla state, e allora sono davvero libere queste donne? In quante società, oggi, è ancora così difficile potersi dire padrone del proprio corpo? Una domanda che riassume il senso del 25 novembre.
Dedicato a chi, con l’inverno alle porte, desidera riscaldarsi con una storia che ricorda le antiche leggende – logorate dalla memoria e dal passaggio di voce in voce – tramandate di fronte al focolare. Nella verde gola delle lupe (acquista) è un racconto lungo che parla di resistenza, di forza, di rinascita. Una favola antica che parla molto del presente e di cosa non vorremmo fosse l’unico significa dell’essere donna.
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