Scoprire San Pietroburgo grazie a Fëdor Dostoevskij

«A San Pietroburgo con Dostoevskij. La città di carta e di sogni» di Antonina Nocera

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«Un giorno sulla Prospettiva Nevskij per caso vi incontrai Igor Stravinskij». Così cantava Franco Battiato nella sua Prospettiva Nevskij, canzone che si riferisce alla strada principale di San Pietroburgo. Ritroviamo questa città in moltissime opere per la sua meravigliosa ed esotica vitalità. Recarsi a San Pietroburgo, soprattutto in questi tempi difficili, è molto complicato. Ma, per fortuna, si può sempre fare un viaggio attraverso le pagine degli autori che ne hanno parlato.

Fëdor Dostoevskij è uno di questi. Lui che l’ha raccontata come sfondo, ma anche come protagonista, è la prima guida che ci accompagna nell’avventura topografica disegnata da Antonina Nocera per Giulio Perrone Editore: A San Pietroburgo con Dostoevskij. La città di carta e di sogni.

«A San Pietroburgo con Dostoevskij»: un viaggio dentro l’ignoto

Il viaggio in una città attraverso uno o più scrittori non è una novità del nostro panorama letterario: Giulio Perrone Editore vi ha dedicato un’intera collana chiamata Passaggi di dogana; ogni viaggio, però, è diverso dagli altri, perché ogni città, e di conseguenza ogni autore, ha le sue peculiarità. Nel caso della Russia di San Pietroburgo, l’effetto straniante del luogo si manifesta perfino nella lingua e nel modo di pronunciare i nomi. Su questo, Nocera si propone come una grande compagna di viaggio, oltre che un’efficace narratrice.

Il testo, infatti, è fin da subito accattivante per il tone of voice usato dall’autrice. Sembra di leggere a volte un diario di viaggio, altre volte un saggio accademico prontamente scritto, altre ancora una sorta di documentario dove però la narrazione non è inutilmente intellettuale ma accessibile. La puntuale commistione di tutti questi elementi fa sì che, per quanto la Russia sia lontana, San Pietroburgo appaia inevitabilmente vicina.

Il saggio non è lunghissimo, eppure ricostruisce fin da subito la sensazione principale che San Pietroburgo può dare: la sua immensità e la sua grandezza. È ignota e pesante, come un macigno, dice la stessa attrice, dove “tutto pare gigantesco e insormontabile”.

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I sogni e i castelli di carta di Dostoevskij

Di fronte a cotanta immensità, Giacomo Leopardi avrebbe detto che il pensiero nostro dovrebbe annegare. Tuttavia, San Pietroburgo ha un narratore d’eccezione in questo saggio: Fëdor Dostoevskij, che ne ha fatto un luogo a misura d’uomo grazie alla sua capacità di raccontarla. Ci sono tantissimi luoghi, tutti prontamente esaminati dall’autrice, che respirano aria dostoevskijana, si portano i drammi dei suoi personaggi, le loro idiosincrasie e le loro fragilità.

Questa fragilità è come un castello di carta, su cui costruiamo, da lettori, la nostra indecisa conoscenza su luoghi indecifrabili ma nitidi. Come il Museo letterario Fëdor Michajlovič Dostoevskij, la casa dove l’autore scrisse il capolavoro I fratelli Karamazov e dove morì, descritto con dovizia di particolari da Antonina Nocera. Ma non ci sono solo i luoghi dello scrittore, anche quelli dei suoi personaggi, come Raskol’nikov, protagonista di Delitto e castigo.

In tal senso questo libro è una chicca anche e soprattutto per gli appassionati di letteratura russa che forse si sono stancati di sentire parlare di personaggi come Raskol’nikov solo alla luce del loro dramma interiore, ma vogliono vederli prendere vita attraverso dei luoghi veri. La critica seriosa lascia spazio a un’appassionata disamina su quei luoghi, con un amore palpabile per la cultura russa che non può non coinvolgere. Anche un ignorante in materia può così lasciarsi incuriosire.

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A San Pietroburgo con i dolori di Dostoevskij

Un altro elemento a favore di questa lettura è sicuramente il desiderio, non dichiarato ma palese, di non cadere nel mero biografismo. Le informazioni sulla vita di Dostoevskij sono reperibili ormai ovunque: non è quindi attraverso l’elenco asettico di informazioni che è bene interessare i lettori di questi tempi. Antonina Nocera lo sa bene e fugge da questo possibile errore.

Va a costruirsi, invece, quasi una mappa interattiva. Mappa perché A San Pietroburgo con Dostoevskij (acquista) è pieno di luoghi, interattiva perché sembra spesso di interagire con quanto l’autrice spiega, come se ci trovassimo davvero nei luoghi di Delitto e castigo, a vedere le sofferenze, ma anche il bello. Dostoevskij ha saputo raccontare con enorme maestria le crisi e le sofferenze umane, lui stesso ne ha vissute, e Antonina Nocera le racconta in maniera naturale e scorrevole.

Il desiderio irrefrenabile appena terminata la lettura, se non durante, è quello di trovare il primo volo disponibile per San Pietroburgo, passeggiare per la città, cercare Dostoevskij e magari leggere un suo libro nei luoghi che lui stesso ha vissuto e fatto vivere alle sue immense opere, fragili anch’esse, eppure macigni della letteratura.

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Silvia Argento

Nata ad Agrigento nel 1997, ha conseguito una laurea triennale in Lettere Moderne, una magistrale in Filologia Moderna e Italianistica e una seconda magistrale in Editoria e scrittura con lode. Ha un master in giornalismo, è docente di letteratura italiana e latina, scrittrice e redattrice per vari siti di divulgazione culturale. Autrice di due saggi dal titolo "Dietro lo specchio, Oscar Wilde e l'estetica del quotidiano" e "La fedeltà disattesa" e della raccolta di racconti «Dipinti, brevi storie di fragilità».

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