Imparare a scorrere come acqua

«Come acqua comanda» di Erica Donzella

5 minuti di lettura

L’acqua attraversa ogni cosa. Ricopre ogni centimetro di paura. È torrente, è pioggia, è mare, è lacrime. È Come acqua comanda di Erica Donzella (Kalós, 2023), la storia di una famiglia raccontata attraverso la voce di Viola, otto anni, da tutti chiamata masculazzu. Piccola, è già grande. Percepisce di essere diversa dai suoi coetanei, liberi di essere bambini, mentre lei ha già scoperto il gusto amaro del dolore: è l’acqua che attraversa ogni cosa. Lacrime, fiume, pioggia, mare. Salvezza e abisso. 

Salvarsi dal caos del dolore

Il dialetto, la lingua locale, è la chiave per entrare a far parte del mondo di Viola. Educata per essere forte, Viola fa di tutto per essere accettata nel contesto familiare e sociale, consapevole di non essere mai davvero compresa. La sua casa è «incastonata in una cava di pietra», troppo vicina a un torrente che, un giorno di piena, sommerge ogni cosa. Liddu e Imma, i genitori di Viola, devono trovare la forza di ricominciare. In un’altra casa, in un altro paese. È il caos, è Viola che ripete la tabellina del tre per rimettere a posto tutto.

Ma ci siamo portati dietro tutto, compreso il dolore: per quanto possiamo spostarci da una casa all’altra, ciò che non è stato risolto nell’antichità dei nostri cuori non si può chiudere in una scatola, impacchettandola e mettendola in un angolo sperando che la polvere la mimetizzi dentro un nuovo spazio. Il dolore ci insegue, ovunque decidiamo di trasferire la nostra vita, e con esso il fantasma di tutto quello che non abbiamo ancora risolto. Ci siamo portati dietro l’incapacità del perdono, la paura che ciò che l’acqua non ha travolto torni a inondare i nostri giorni, le nostre parole, i nostri silenzi.

Tuttavia, nel rimettere in gioco la propria vita riemergono oggetti dal passato e tocca fare i conti con le proprie emozioni, con le lacrime mai seccate. La roccia forte della famiglia di Viola è sempre stata nonna Pietra, una donna che adesso se ne sta aggrappata al suo bastone a tre teste con la treccia bianca sulle spalle curve, una figura taciturna stretta nei suoi dolori mai dimenticati. Una madre che non ha mai smesso di aspettare il figlio Santo. Lo zio di Viola è un’anima scomparsa (una verità e una morte non ancora accettata) ma ancora presente nella vita della famiglia, un uomo puro che, come una coscienza, segue la nipote sostenendola nei momenti in cui si sente più sola. 

Sullo sfondo, una Sicilia martoriata dal caldo e dalla violenza dell’acqua che sembrano seppellire ogni speranza; la caparbietà e la capacità di saper guardare e ascoltare “oltre” sapranno ricompensare l’attesa e curare le ferite. E alla fine ci sarà un’altra casa, stavolta vicino al mare, e nuove storie. Basta solo fidarsi, dell’acqua, della terra. Come dice la nonna Pietra.

«Ascolta il tuo sangue. E sempre fidati del tuo sangue. Della terra. E dell’acqua».

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«Come acqua comanda», imparare a lasciar scorrere la vita

Direttrice di una scuola di scrittura, libraia e scrittrice in proprio, Erica Donzella suddivide questo romanzo in parti seguendo “il ciclo dell’acqua”: la pioggia, l’acqua, il mare, (ancora) la pioggia. Attraverso uno stile di scrittura poetico e raffinato, l’autrice racconta la naturalezza con cui la vita ci plasma con violenza e dolore, prima di scatenare felicità e infinita dolcezza. È la metamorfosi della vita che impara a cambiare forma. 

Come acqua comanda (acquista) è un romanzo consigliato a chi non ha mai dimenticato Il barone rampante di Italo Calvino e gli ha invidiato la capacità di seguire l’istinto, di rifugiarsi sugli alberi e osservare il mondo dall’alto delle proprio insicurezza e delle proprie ragioni. Viola, come Cosimo, imparerà a comprendere la realtà dalla giusta distanza per imparare a lasciar scorrere la vita, come l’acqua, andare oltre il giudizio o le contraddizioni.

Un romanzo dedicato a chi nella storia della propria infanzia trova una nuova forza nel crescere, cambiare, senza mai venire meno a un patto di coerenza firmato con sé stessi.

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Serena Votano

Serena Votano, classe 1996. Tendenzialmente irrequieta, da capire se è un pregio o un difetto. Trascorro il mio tempo libero tra le pagine di JD Salinger, di Raymond Carver, di Richard Yates o di Cesare Pavese, in sottofondo una canzone di Chet Baker, regia di Woody Allen.

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